giovedì 15 marzo 2012

IL" CASO VIRGA" E L'ILLEGALITA' DIFFUSA E TOLLERATA

Il “caso Virga”, la vicenda cioè del consigliere comunale di Partinico più votato nelle ultime elezioni (580 preferenze raccolte DA SOLO che rappresentano il 150% dei voti della lista di Rifondazione e il 70% di quella del PD alle ultime elezioni comunali) e recentemente arrestato, si presta a qualche considerazione. La prima: il silenzio sul “caso Virga” del Sindaco ci dice chiaramente come Lo Biundo non tema il ridicolo quando parla della sua amministrazione quale esempio di “legalità”. E’ a tutti noto, infatti, come questo“valore” risulti sconosciuto a buona parte degli atti della sua Giunta e ,dunque ,non è parte integrante del loro bagaglio culturale ed etico . E quando parlano di legalità è soltanto per autoconvincersi che ha ragione quel motto siciliano il quale dice “parlane male ma parlane spesso”. Loro,ovviamente, della legalità non ne parlano male perché hanno avuto l'accortezza di modificare il detto adattandolo alle loro necessità : “Parliamone bene, parliamone spesso anche se non ci crediamo”. D’altronde – pensano - se ne parliamo spesso, forse qualcuno alla fine ci casca , per cui è loro convincimento che attraverso l'esaltazione e ripetizione di questo "valore" si possono - tanto per fare un banale esempio - affidare i beni confiscati alla mafia ad amici, clienti e galoppini, si possono imbrogliare i cittadini e far credere loro che un bene da usare SOLTANTO per attività giovanili si può  anche assegnare, attraverso un prestanome, a due associazioni benemerite anche se un  po’ vecchiotte.
Ma l'età, si sa, non  sempre conta. Quel che conta è lo spirito. E tutto si può dire tranne che lo spirito dei nostri benemeriti non sia sicuramente giovanile. Dicono anche che basta usare la parola “legalità” insieme ai suoi derivati (codici, codicilli, impegni e sputata 'nterra perché i mafiosi, che già avevano incassato la prima trance quale intermediazione - a volte anche con qualche notoria forzatura - per l’acquisto delle aree di contrada Margi, se la diano a gambe come quando davanti al diavolo viene sventolato un crocifisso da parte dell’esorcista. E perché non ci siano dubbi sul loro essere legalitari ,in carovana si sono recati recentemente a Roma a spese nostre e insieme a Nicola “mitraglia”, Presidente di un parlamento della legalità fatto in casa, hanno ricevuto la benedizione di un legalitario doc come l’onorevole Fini che ancora deve spiegarci comu finiu l’affare della casa di Montecarlo.
La seconda considerazione: il livello di ipocrisia circolante nella nostra città non ha eguali. Tutti sapevano - e non certo da ieri - che a Partinico esistono bancareddi, o se volete pseudo sindacati, incrocchettati con medici e funzionari compiacenti e conniventi che fanno avere la pensione se gli si consegnano gli arretrati. E tutti sanno che sono state assegnate migliaia di pensioni e di “accompagnamento”. Tutti, compresi gli inquirenti dei corpi diversi dello Stato, sanno che a Partinico (ma non solo) si vive anche di questo. E tutti sanno – ne siamo sempre più convinti - ma devono far finta di niente. Perché? Perché se togli questi ammortizzatori sociali mezza città andrà nella miseria. E’ chiaro il concetto? Però su queste pensioni ed accompagnamenti molti hanno fatto le loro fortune anche politiche: soldi a tinchité, case e palazzi, ville, villini con piscina, conti in banca, macchine, viaggi e crociere, familiari che sfardano ‘a vita . E’ chiaro anche questo? Io questo l’ho capito tanti anni or sono. E non certo perché più intelligente di altri quanto perché me lo spiegò bene un giovane maresciallo della Guardia di Finanza che allora prestava servizio a Partinico. Il fatto lo voglio raccontare perché illuminante. Trasmettevamo, una ventina di anni or sono, con Tele Jato dal piano superiore dello stabile dove oggi ha la sua attività MASAG. La posizione era strategica anche perché eravamo nella condizione di raccogliere il segnale da Monte Bonifato e trasformarlo nel canale 32 che trasmetteva, poi, in direzione di Borgetto. Ero a scuola quando ricevo una concitata telefonata da un tizio che allora si occupava ,per conto nostro, dell’emittente. Vado e trovo TRE MACCHINE DELLA GUARDIA DI FINANZA DI PARTINICO CHE STAZIONAVANO DAVANTI L’INGRESSO. Tre macchine con oltre dieci militari a bordo! Cosa era successo? Era accaduto che il tizio che si occupava dell’emittente aveva in maniera improvvida messo in onda un film del circuito normale e che l’emittente non poteva trasmettere. Seppi, poi, che a telefonare alla Guardia di Finanza, perché intervenisse, fu il titolare di un’altra emittente locale che riteneva Tele Jato una pericolosa concorrente. Dell’emittente ero, ovviamente, l’amministratore e dunque legalmente responsabile. Andammo in caserma per le dichiarazioni di rito. Il giovane maresciallo si mostrò gentile e nello stesso tempo sinceramente dispiaciuto dell’accaduto. Mi disse: “caro professore se non avessimo ricevuto un ordine perentorio da Palermo non saremmo di certo, intervenuti." . Annuii e nello stesso tempo gli posi una domanda: "Ma nei confronti delle altre diffuse illegalità vi muovete con lo stesso rapido zelo? Per esempio: nei confronti del ruolo della distilleria vi muovete con lo stesso rigore e rapidità con la quale siete intervenuti nei confronti di una piccola quanto insignificante emittente che vive di difficoltà e cerca di svolgere un ruolo culturale e politico con una informazione alternativa”? Il giovane agente non si scompose per quella domanda che poteva apparire fuori luogo se non impertinente. Dopo un attimo di pausa mi invitò a salire con lui al piano superiore. Lo seguii incuriosito. Mi introdusse all’interno di un’ampia sala che disponeva, collocato in un angolo, di un vecchio tavolo su cui poggiava un modestissimo computer da quattro soldi. Mi dice :”Professore, le presento la nostra sala operativa”. Compresi cosa volesse dire: abbiamo uno Stato forte con i deboli e deboli con i forti. Quel giovane mi disse anche che la vita economica della città era fortemente inquinata dalla illegalità diffusa e che loro poco potevano fare per impedirne lo straripamento. Non perché non lo volessero ma perché questo gli veniva, di fatto, impedito. E fu in quell’occasione che mi parlò anche delle pensioni fasulle, della diffusa povertà, della necessaria tolleranza, degli arricchimenti illeciti, dell’intreccio tra politica, affari, corruzione, illegalità ed anche mafia. Nulla di nuovo ,ovviamente,sotto il sole.

Toti Costanzo

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