domenica 18 marzo 2012

IL SINDACO LO BIUNDO E' UN ARBITRO “ VENDUTO”

 
I recenti comunicati stampa del Sindaco Lo Biundo costruiti con un buon italiano ma con  propagandistiche argomentazioni come si conviene ad una amministrazione che deve far apparire  “comu ’u suli spunta ri Trapani”, hanno ormai una certa periodicità confermando due cose. La prima. Che Lo Biundo ha “assunto” un giovane giornalista quale suo addetto stampa  che gli scrive i comunicati perché in questi pochi mesi che gli restano (nel senso della gestione del governo della città) possa tentare, proprio con questi comunicati, di recuperare  quella cedibilità sostanzialmente persa nei meandri della incapacità e del disastro amministrativo, complici una pletora di Assessori scadenti (con qualche rarissima, dovuta eccezione) ed una maggioranza di consiglieri della quale, suole dire Pino Maniaci - ovviamente esagerando - “hanno bisogno della Legge 104” cioè quella che sostiene concretamente gli incapaci per ragioni fisiche o psichiche.
La seconda. Perché  con i citati comunicati cerca disperatamente di fare accendere sulla sua Amministrazione un fascio di luce la cui efficacia, però, diventa ogni giorno più fioca così come succede da milioni di anni al Sole che ogni giorno di più perde l’originaria potenza nell’illuminare i suoi pianeti. E’ un tentativo comprensibile quanto disperato di “ammugghiari 'a cosa” nel senso di ricorrere ad una necessaria autoesaltazione sparpagliando giornalmente immaginari milioni di euro per opere di cui sostanzialmente nessuno vede alcunché o come  (è il caso degli alloggi popolari di Via Ungaretti) già finanziate prima ancora che Lo Biundo diventasse addirittura consigliere comunale. Tant’è. Bisogna lanciare fumo negli occhi quando invece nella città - ed è sotto gli occhi di tutti – scoppiano le contraddizioni e si acuiscono i disservizi: la vergogna della “galleria”, periferie abbandonate, cumuli enormi di rifiuti   ovunque, illuminazione che in alcuni quartieri non esiste sostanzialmente più, voragini che si aprono ogni giorno sulle vie cittadine e tanto altro ancora. Proprio l’altro ieri insieme ad un mio ex alunno e davanti gli uffici dell’ASL, abbiamo dovuto aiutare una signora, moglie di un ex LSU del Comune, che a causa del dislivello esistente in quel tratto di strada perdeva il suo equilibrio e cadeva rovinosamente a terra con preoccupazione nostra e del marito accorso. Per non dire dell’incapacità di azione nei confronti di tutti gli inquinamenti, della mancanza di efficaci controlli sulla distilleria, dello stato di degrado mai raggiunto nella storia della città dai  beni comunali che sono in stato di totale abbandono (aree, impianti sportivi, locali,edifici). L’AMMINISTRAZIONE LO BIUNDO, SI PUO’ SENZ’ALTRO AFFERMARE, E’ IN STATO FALLIMENTARE avendo portato, in questi quattro anni, la città al collasso aggravandone i problemi e non si salverà neppure se il giovane e bravo  addetto stampa gli scriverà da oggi fino alla fine, arrampicandosi sugli specchi,  un quotidiano comunicato di favore. Ovviamente non lo salveranno neppure gli "ingaggi" dell’architetto Giuliana, della professoressa Fratusco (il professore Casarrubea dopo una breve “ubriacatura” giustamente lo mollava) o quello del professore  Masetto Aiello in questi giorni disperatamente ricercato  e sponsorizzato da personaggi politici pseudo oppositori avvezzi DA SEMPRE alla doppiezza. Certo Lo Biundo e compagnia si aggrappano disperatamente, per tentare di salvarsi, agli eventuali milioni della Policentro. Quali? Quelli degli operatori locali in crisi, delle banche diffidenti  o di altre indefinite fonti? Lo vedremo. Né servirà loro convincere i partinicesi che dispongono di qualche pezzo di terra nelle adiacenze della città, che se faranno i galoppini alle prossime elezioni, quel  pezzo di terra sottratto all’agricoltura e dunque alla produzione, potrà diventare anch’esso “edificabile”. Per farne che?  Quanti migliaia, infatti, sono i vani disabitati della città? Quanti sono gli appartamenti non venduti dai costruttori locali? E a quanto ammonta il patrimonio abitativo nel centro della città in stato di abbandono e di degrado?  Ma davvero questi sciagurati sono convinti che per rilanciare a Partinico l’edilizia in crisi, come sono in crisi altri comparti, bastava eliminare il 30% dei vincoli posti dal vecchio PRG o per rilanciare il commercio (quanti sono ogni giorno le saracinesche che “calano” definitivamente in ogni angolo della città?) basta aumentare il numero dei supermercati o costruirne ancora altri?
Quando eravamo ragazzini e solevamo giocare a calcio, cercavamo sempre di trovare uno di noi che si mettesse al di sopra delle due fazioni assumendo il ruolo di “arbitro . Ma spesso l’arbitro non operava con rigore e giustizia per cui finiva quasi sempre rincorso ed inseguito da una sinfonia di epiteti. Tra tutti primeggiava quello bruciante di “arbitro venduto”.
Oggi accade nel nostro Comune quel che accadeva a noi ragazzini. C’è un Sindaco che avrebbe dovuto essere arbitro cioè  tutelare, ad esempio,  le risorse idriche di proprietà della collettività ma le ha immediatamente cedute alla società privata APS. Le ragioni non le ha mai pubblicamente voluto spiegare. Anzi ha fatto di più. Non ha sostenuto, ad esempio, il referendum popolare a difesa dell’acqua pubblica (l’hanno fatto, al contrario, i sindaci di Borgetto, Giardinello, Montelepre e Trappeto), non ha partecipato al Convegno del 4 marzo scorso a Montelepre  dove l’Assessore Lucarelli e il giurista Montalto del Comune di Napoli hanno spiegato cosa bisogna fare per riappropriarsi SUBITO  delle risorse idriche. Né ha  partecipato all’incontro che ha avuto luogo nel Palazzo dei Carmelitani mercoledì 14 marzo quando ci si è riuniti, per costruire UNA RETE DI SINDACI  A DIFESA DELL’ACQUA PUBBLICA. C’erano Tinervia, Polizzi, Muscolino e Davì (assente giustificato il sindaco Palazzolo di Balestrate) insieme ai Comitati cittadini di Partinico e Borgetto (presente anche il consigliere comunale De Luca). Lui non c’era né ha inviato alcun suo rappresentante a dimostrazione di come intende difendere in maniera inequivocabile gli interessi dei privati rispetto a quelli della sua collettività. Lo Biundo, dunque, lo possiamo affermare senza alcuna smentita è un arbitro. Ma è sicuramente UN ARBITRO “VENDUTO”.

Toti Costanzo 

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