Quando ragazzino ero ospite nella
casa della nonna Agostina per potere frequentare la scuola media a Partinico,
molto spesso mi soleva dire :” Figghiu meu ‘nta vita i sordi ‘un sunnu nenti. Chiddu che è
‘mportanti è aviri surisfazzioni”.
Ovviamente all’epoca poco comprendevo del reale significato di quel detto anche
se crescendo cominciavo a rendermi conto
che per i poveracci “’a surisfazzioni”
è poca cosa mentre quel che conta è avere la pancia piena almeno una volta al
giorno. Tuttavia ,col passare degli anni, riflettendo sul senso di quelle
parole , mi convincevo sempre più che racimolati almeno un paio di pasti
giornalieri per sé e la famiglia, anche le soddisfazioni per una persona potrebbero essere cosa utile . Dunque la nonna tutti i
torti, alla fin fine, non aveva.
Perché ricordo questo scorcio di quel lontano
passato? Lo dirò a breve.
Dunque, ho fatto un calcolo
sommario. Nel 1976,quando insieme ad altri compagni ( soprattutto con Salvo Scadurro
già corrispondente de “L’Ora” e prematuramente scomparso ) stampavamo
il mensile “Il Giornale della Valle Jato” che ci costava grandi sacrifici nel
senso che scrivevamo i pezzi, raccoglievamo le foto,andavamo in una tipografia
a Palermo,correggevamo le bozze ,lo
stampavamo, lo pagavamo e, infine, lo distribuivamo gratuitamente in Piazza
Duomo, il Sindaco Lo Biundo essendo
nato nel marzo del 1970, aveva 6 anni .
Cioè l’età che gli consentiva di iniziare a frequentare la prima classe della scuola
dell’obbligo dove, come tutti gli altri bambini, cominciava a scrivere, leggere
e far di conto.Sicuramente sarà stato un buon alunno, un bambino di buone
maniere e di saldi principi che ,come quelli anche di altre epoche, frequentava l’azione cattolica, giocava a calcio e andava al catechismo .Erano
già da poco ancora in culla gli assessori Bartolo Parrino e Giovanni Pantaleo mentre
si apprestava a nascere l’assessore Governanti.Vito D’Amico ,però, era già un
giovanotto ventunenne e ,sicuramente, aveva già dato il suo primo voto(sarei curioso di sapere per chi!Io , ad esempio, votai DC)) , il
primo bacio, la prima promessa oltre che immettersi nel mondo del lavoro per cui aveva
ben altro cui pensare , penso, che leggere Il Giornale della Valle Jato. Dunque mentre la mia generazione, soprattutto di
comunisti ,si batteva con tutti gli strumenti di cui all’epoca si disponeva sacrificando tempo, risorse
economiche , affetti e spesso anche il lavoro a difesa dei diritti dei lavoratori, contro i soprusi e le
angherie, la corruzione ed il malgoverno( allora come ora) contro il saccheggio
delle risorse, delle aree, dei beni monumentali (è proprio in quell’anno che la
nuova mafia rampante di Partinico con la collusione del governo locale abbatteva il palazzo di Piazza
Duomo ) vedevamo la luce e iniziava a crescere la nuova generazione di
governanti locali.E devo dire che ,tutto sommato, questi giovani sono cresciuti
dentro un contenitore sociale che abbiamo costruito ( ciascuno con il suo
livello di responsabilità) e di cui
qualche cosa, sicuramente, avrà pure
sedimentato nelle loro coscienze .
Dunque stampavamo e diffondevamo Il Giornale della Valle Jato dentro cui
inserivamo le nostre riflessioni, le proposte, le denunce, i rilievi, le
speranze.Ed è proprio nel numero di ottobre che insieme a Filippo Grillo
rappresentavamo sul Giornale LA RICOSTRUZIONE DEL BORGO DI VALGUARNERA. Lo rappresentavamo cosi’ come era stato edificato fin dal 1600 , con le sue vie , la fontana,la piazza ,la chiesa, le abitazioni dei
contadini e prima che venisse definitivamente abbandonata e devastata e data
alle fiamme durante la ritirata dei Borboni
inseguiti dai Mille del generale
Garibaldi. E non per il gusto estetico della sua ricostruzione quanto perché
pensavamo che quella “città” potesse
rappresentare una risorsa , “un modello”
per lo sviluppo di un “turismo culturale” che fosse antitetico
a quello costruito a due passi in territorio di Terrasini e a poca distanza
dalla splendida baia di S. Cataldo.D’altronde è nel 1979 che presentavamo, in
occasione del Festival de L’Unità,anche una
proposta per il recupero e valorizzazione di Borgo Parrini E ipotizzavamo la
ricostruzione di Valguarnera , dunque, in
antitesi al modello “chiuso” di “Città del mare” cioè un luogo dentro
cui il turista iniziava e concludeva al suo interno la vita di ospite . Un pò quel che accade oggi con i Centri commerciali ed i Centri commerciali naturali .Scrivevo di Valguarnera
quale “Borgo aperto per uscire dall’isolamento”
sul modello di Borgo di Dio a Trappeto realizzato da Danilo che ospitava i
giovani di ogni parte dell’Europa che intendevano vivere,però, un’esperienza di vita attraverso la conoscenza
dei luoghi,le discussioni, gli incontri ,l’organizzazione dei tempi e dei modi
del soggiorno , all’interno delle dimore che furono dei contadini che abitavano
in via Serra,Craparo,Randisi Grillo, Ferro, Zafferano . Si trattava di semplice
utopia? Di farneticazioni intellettualistiche di due comunisti (uno che si
esprimeva attraverso “la politica” e
l’altro attraverso la sua ” arte” unificati ,però, gli obiettivi )che guardano al
passato con nostalgia e non certo convinti che non bisogna mai tranciare il
cordone ombelicale che ci lega alla nostra storia? Sicuramente no. Si trattava
di una visione di un mondo possibile dove arte e politica costituiscono un
unicum cui fare riferimento per realizzare “SVILUPPO” e se vogliamo un’idea di
turismo che si fonda sull’uso dei beni esistenti,recuperati, riadattati,
ricostruiti.Dunque un “turismo
alternativo” , un turismo possibile, che si fonda su un insieme di risorse che collegano l’uomo
con la sua storia , i suoi beni, le sue tradizioni, valori. Allora aveva
ragione nonna Agostina sulla “surisfazzioni megghiu di’ sordi” ? Si, perché, vedete, è proprio vero che si può anche vivere
di soddisfazioni . E per uno come me che 36 anni prima aveva ipotizzato,
scrivendolo, quel che riporta oggi il Giornale di Sicilia e cioè che Lo Biundo e D’Amico hanno scoperto “Il borgo seicentesco da recuperare” ,
ricostruire, utilizzare con finalità sostanzialmente analoghe a quelle già
ipotizzate non è una gran bella soddisfazione?Tuttavia un dubbio mi rode.Perché
i casi sono tre e cioè. Che i due siano in sintonia telepatica col
sottoscritto? E non ci credo. Che i due abbiano letto Il Giornale della Valle
Jato dell’ottobre del 1976 . E non mi pare possibile e per diverse ragioni .E
infine , e questo, mi sconvolge che I
DUE SIANO DIVENTATI COMUNISTI E DUNQUE PENSANO COME PENSIAMO. NOI. Sono
terrorizzato soltanto all’idea .
P.S. Chi volesse avere contezza di quel che si scriveva del Borgo
di Valguarnera nel 1976 può cliccare su “PRC-Partinico
“ e alla voce DOCUMENTI troverà I
DOSSIER . E tra questi pubblicato il 19.11.2006 potrà leggere :” La città di Valguarnera :storia, abusi,
degrado ,recupero di un bene pubblico” .
Toti Costanzo .
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