A SEGUITO DELL'ANNUNCIO PROPAGANDISTICO DELLA DELOCALIZZAZIONE DELLA DISTILLERIA BERTOLINO DA PARTE DEL SINDACO DI PARTINICO E PER UNA MAGGIORE COMPRENSIONE DEGLI "AFFARI" CHE ATTORNO ALLA VICENDA RUOTANO , PUBBLICHIAMO UN COMUNICATO STAMPA DEL NOSTRO PARTITO NONCHE' UNA BOZZA DI DOCUMENTO DEL "CONSIGLIO CITTADINO"
COMUNICATO STAMPA
Il nostro Partito condivide l’analisi e le argomentazioni di Legambinete e Patto per la Salute “Nino Amato” per quel che riguarda la vicenda della pseudo delocalizzazione della distilleria Bertolino tanto enfaticamente propagandata dall’amministrazione comunale di Partinico . Tuttavia riteniamo ,proprio in ragione del silenzio scandaloso di cui l’Amministrazione ha ammantato la vicenda, che s’intende mettere l’opinione pubblica di fronte ad una decisione già concordata ma non chiarita alla pubblica opinione di cui, probabilmente, si ipotizzano reazioni negative. Questo può accadere soprattutto se prenderà corpo il progetto che da tempo coltiva l’industria Bertolino a conclusione di quel ciclo che ha visto la devastazione del nostro territorio per i fumi e gli inquinamenti prodotti dalla distilleria in decenni della miliardaria attività distillatoria. Cosa s’intende realizzare in contrada Sant’Anna? Si tratta di una centrale a biomasse ovverossia impianti per la produzione di energia elettrica? E di quale tipo? Con la combustione/massificazione di biomasse disponibili nel nostro territorio che sono vinacce e sanse? O con quale altro materiale? E perché questo silenzio e questo rincorrere il tempo? Forse perché entro il 31 dicembre del 2012 l’impianto , se progettato , avrà dal Governo una corsia preferenziale per ottenere vantaggi economici e dunque ricostruire un business che sostituirà la distillazione che muore entro il 31 dicembre 2013? E una centrale di tal fatta, nel caso di questa realizzazione, cosa significherà per la vita del nostro ambiente già devastato da speculatori di diversa estrazione?
I Comunisti non si sono mai opposti al processo di industrializzazione nel nostro territorio.Quando è stato compatibile con la salute e la salvaguardia dell’ambiente isieme alla crescita del lavoro l’abbiamo fortemente sostenuto come fu negli anni ‘80 per l’industria di trasformazione dei prodotti agricoli Raspante . L’abbiamo osteggiato quando questo devastava la nostra vita cosi’ come è stato per la distilleria Bertolino . E cosi’ sarà se non ci sarà chiarezza e soprattutto sicurezza . Tuttavia non possiamo tacere come la nostra città sia stata ed è, fino ad oggi ,governata da una lobby affaristica che ha speculato soprattutto sui suoli . Una lobby pericolosa perché utilizza spregiudicatamente anche i valori dell’antimafia per nascondere gli obiettivi reali che sono quello acclarati di un gruppo che attraverso il governo della città intende promuovere ed alimentare gli interessi personali e di clan affossando ogni giorno di più una realtà economica, sociale e culturale sempre più stritolata dalla politica dissennata e del Governo regionale dell’onorevole Lombardo e da quello nazionale del senatore a vita, Monti .
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
CIRCOLO “Peppino Impastato” di Partitico
Partinico 24 maggio 2012
BOZZA DOCUMENTO SULLA DELOCALIZZAZIONE DELLA BERTOLINO
La bozza é una sintesi dell'incontro che l'Amministrazione comunale ha avuto con le Associazioni ambientaliste e con la rappresentanza del nostro Consiglio cittadino ( Pino Giovia, Gianluca Ricupati, Alberto Lo Iacono )
Da decenni si discute della delocalizzazione della distilleria Bertolino che mai ha voluto sentire ragioni. Nelle ultime settimane per bocca del sindaco Lo Biundo siamo venuti a conoscenza del recente cambio di posizione della titolare dell’industria, il quale ovviamente non può che farci piacere, ma che al contempo ci pone davanti dubbi quanto meno legittimi.
È lecito pensare che quella della signora Bertolino sia un’operazione che abbia ben altri scopi rispetto a quelli annunciati dall’amministrazione comunale, ossia che quella che si dice si stia finalizzando non sia una semplice delocalizzazione ma che invece si tratti della costruzione di un nuovo impianto volto alla lavorazione di biomasse?
Le fondamenta di questi dubbi hanno delle ragioni oggettive che proveremo a sintetizzare. Il regolamento comunitario 479 del 2008, relativo all’organizzazione del mercato vitivinicolo, ha profondamente mutato le carte in tavola non solo nel settore agricolo, ma anche in quello della distillazione.
In tutta Europa si è lavorato per diminuire le quote di produzione di vino (infatti negli ultimi anni abbiamo visto finanziamenti per procedure di estirpazioni o riconversione di vigneti, per la cosiddetta vendemmia verde, etc). Un processo che ha portato alla riduzione di almeno il 40% della produzione regionale.
Ma, assieme alla quota di produzione, è stata prevista la diminuzione delle quote che possono (ma non necessariamente devono) essere destinate alla distillazione: dal 20% del 2009 al 5% del 2012, anno in cui la distillazione, se non ci sono cambiamenti, dovrebbe dunque ipoteticamente concludersi o comunque subire una forte perdita di volumi d’affari.
Peraltro, le percentuali più basse di vino che ora si producono sono maggiormente richieste a seguito dell’aumento della richiesta a livello mondiale del 17%, con particolare attenzione ai vini italiani.
Tutta una serie di condizioni che ci fanno pensare che il voltafaccia della signora Bertolino abbia delle motivazioni (non sappiamo se rese note oppure no all’amministrazione comunale) che per ora sono sottaciute.
Per questo e per evitare sorprese dell’ultimo minuto, dato che il Sindaco dà per imminente l’approdo della questione in consiglio comunale, chiediamo di conoscere quale sia il “Piano Industriale” del Gruppo Bertolino e rinnoviamo la richiesta di rendere pubbliche e trasparenti le trattative intavolate per la delocalizzazione.
Il comitato, come ha fatto negli ultimi mesi promuovendo ben due consigli cittadini a Partinico e a Trappeto, si attiverà per dare vita ad una discussione collettiva in merito alla delocalizzazione, che va fatta nel più breve tempo possibile ma stando ben attenti a quali progetti la sig.ra Bertolino voglia attuare in un territorio che ha subito già notevoli danni dall’attività della sua industria.
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