C’è nel nostro territorio e con noi confinante un’importante
storica città sulla quale dal 1994, e ininterrottamente ,è stata esercitata
,politicamente ,una “dittatura dolce”.
Cioè un governo locale fortemente impregnato di autoritarismo ma anche di
capacità di ascolto, di decisionismo ma anche di attenzione ai ceti produttivi ,quelli che una volta noi comunisti chiamavamo
“classe” . E sono gli artigiani in
primis e ,insieme a questi, i coltivatori. Un mondo, cioè, attorno a cui “gira” l’economia di quelle zone. Ovviamente
senza tralasciare il settore dei servizi e del pubblico impiego insieme alla
sanità ,fonte anche notevole di clientela politica , che si sviluppava attorno all’Ospedale della città
ora in fase palesemente decadente . Ad Alcamo chi governa da circa un ventennio ha avuto cura,
attenzione e lungimiranza a promuovere lo sviluppo in maniera determinata e
decisa valorizzando tutte le aree destinate alle imprese artigiane, sostenendo
il commercio locale proteggendolo da
eventuali tentazioni speculative del tipo dei grandi centri commerciali , oltre
che favorire lo sviluppo della vitivinicultura puntando sulla valorizzazione
dell’Alcamo DOC sapendo, in aggiunta , sapientemente gestire le risorse che
venivano trasferite dalla Regione, dallo Stato, dalla Comunità europea in
ragione della presenza di un ceto politico di livello regionale e nazionale
(deputati e senatori di Partiti diversi) che hanno fatto di Alcamo una città
politicamente autorevolissima .L’esatto
contrario di quel che è stato propinato ,nell’ultimo decennio ,alla nostra
collettività e del ruolo decadente oltre che scadente dei Sindaci che si sono
succeduti a Gigia Cannizzo .Per non tacere dell’attuale col suo
contorno di nani e ballerine all’interno di un contesto pseudo-imprenditoriale tutto proteso ai processi speculativi e niente più . Un governo locale , quello di Alcamo, intelligente, furbo, attivo
,pervicace, come lo fu per decenni in
alcune nostre contrade la mai estinta Democrazia Cristiana di cui soprattutto Giacomo Scala e Papania ,l’uno Sindaco per dieci anni
e l’altro deputato e senatore da tempo immemorabile , sono gli eredi naturali di quella “storia” a dimostrazione che la dicci’ dalle nostre parti non è mai morta e
lotta ancora insieme a loro .Sicuramente
non è morta nella città di Ciullo semmai,ha avuto la capacità di
inabissarsi, riemergere e riciclare la sua classe dirigente adattandosi,
questa, alla mutazione dei tempi. La vecchia balena , dunque, che si inabissò
,riemerse per riprende la sua strada nel mare immenso della politica siciliana
e della provincia di Tapani che, tanto per cambiare, è governata da un ex
democristiano ,ovviamente alcamese. Un grande corpo , dunque, capace di vivere
e sopravvivere . Tutto ha inizio con la “rivoluzione” di mani pulite del 1992 . Altrove ogni cosa, ogni equilibrio,
ogni vecchio potere viene tutto sconvolto, spazzato via. A Partinico, ad
esempio, finisce miseramente la storica dominanza
della DC di Avellone e Chimenti sostituita dalla storia presentabile,
quella di Gigia Cannizzo ,che
democristiana lo fu ai tempi della sua giovinezza in quanto militante nella
Federazione degli Universitari Cattolici . Ma fu ,quella nella dicci’, una
militanza temporanea perché Gigia come tanti altri di noi scelse di rompere con
l’anticomunismo ,dialogare con la sinistra storica ,portando dentro quella
tensione morale e di valori che è proprio dei cristiani impegnati in politica .
Cosi’ fu , nel 1994, a
Partinico, cosi’ ad Alcamo, cosi’ a Palermo e in quasi tutte le città
siciliane. Ad Alcamo,però, i democristiani trovarono in maniera assai
intelligente come traghettare il vecchio sistema ammantandolo del “nuovo” .E il nuovo sarebbe stato il
medico chirurgo bravo, trasferitosi al nord ma sempre con salde radici nella sua città , che parlava
efficacemente il linguaggio
dell’antipolitica usando il nostro colorito quanto efficace dialetto siciliano
come strumento di affabulazione dei suoi concittadini. .Come a dire: sono
sempre uno di voi e di me potete fidarvi. E di lui , del dottore Massimo
Ferrara, gli alcamesi si fidarono. Ferrara aveva una storia da bravo
professionista , un non politico,ed ebbe gioco facile nel vincere la prima ed
anche la seconda volta. Ma mentre Gigia rifiutava, nel 1994, qualunque accordo con la “nuova
dicci’ “ divenuta a Partinico e prima che in Italia ,Partito Popolare, ad
Alcamo Ferrara sceglieva Papania e poi
il suo alunno , Scala, che che intanto entrava in Consiglio comunale divenendo
,poi, anche assessore. Una carriera, quella del giovane Scala, che lo portava a conquistare la sindacatura come
si suole dire “sul velluto” mentre
Ferrara,conclusi i suoi due mandati ,dopo parecchie vicissitudini ( come
Napoleone che cadde nella polvere ma si rialzò) con gli alti e bassi di chi non
è politicamente “corazzato” sceglieva
prima i DS per poi approdare nella Margherita di Papania diventando ,da piddino e per fortuita
casualità ,anche deputato regionale mentre Papania consolidava il suo “feudo” saldamente nelle mani anche del
fido Scala( vi siete accorti che non ci fu in questi anni cerimonia nella quale
Scala e Papania non comparivano insieme? Una specie di “lazzu e strummula”) ,passando
dall’ARS al Senato della repubblica pronto a candidarsi a Sindaco della città prima
che “qualcosa” lo facesse desistere.
Tuttavia Domenica e Lunedi’ anche
gli alcamesi vanno al voto per scegliere il nuovo sindaco e questa volta nulla è scontato per il vecchio
ceppo democristiano che ha avuto in scioltezza e per circa vent’anni la città
nelle sue mani. Perché in questa tornata elettorale è capitato qualcosa di
nuovo, di inaspettato per Alcamo . Un po’ quel che è capitato in tante altre italiane e siciliane. Arriva un’avvocato
alcamese dal nome assai originale. Si chiama Nicolò ma tutti lo chiamano Niclo e
di cognome fa Solina . L’avvocato raduna un po’ di giovani e meno giovani . Ciascuno
si dota di una fascia tricolore come quella che indossano i sindaci per le loro
rappresentanze. Dunque ad Alcamo non più caste, gruppi di potere, camarille ma
TUTTI SINDACI. Per la Lista
scelgono con semplicità ma efficacia: ALCAMO BENE COMUNE . Una sigla usata in
tante altre città soprattutto dalla Sinistra .La città è di tutti , è un bene che
appartiene alla intera collettività . Niente favoritismi, niente combriccole e
cricche .Tutti a governare. Davvero suggestivo. E succede quel che nessuno s’aspettava.
Niclo va al ballottaggio sbaragliando la corazzata del centro destra cosi’ come
il Partito di Micciché ma soprattutto il Presidente della Provincia di Trapani , Turano, che si era presentato in competizione
e capeggiava la Lista
dell’UDC. Incredibile.ma vero . Vuoi
vedere che Lunedi’ pomeriggio ad Alcamo ,forse, la vecchia e sempre
imbellettata dicci’ concluderà il suo ciclo vitale? Vuoi vedere che ad Alcamo
al PD e ai suoi alleati potrebbe finire come a Napoli o a Palermo? E a
Giacomino Scala chi glielo assicurerà il seggio all’Assemblea regionale
siciliana? E al senatore Papania chi glielo comunicherà sempre che il suo
telefonino resterà attivo ?
Toti Costanzo
2 commenti:
E a Palermo come finirà?
Io spero che possa vincere ,ovviamente, Orlando .Toti
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