sabato 28 giugno 2008

LA TESTA DI "MONTANARO" DELL'ING. IEMI

C'é una dichiarazioni, fra le tante rilasciate dall'ing. Iemi alle emittenti presenti durante la recente conferenza stampa al baglio Rakali, che se non l'avessimo sentito con le nostre orecchie avremmo avuto difficoltà a credervi. Alla domanda "Ma perché lei continua a inseguire il progetto della Policentro?" la risposta dell'ingegnere é lapidaria: "Sà, io sono MONTANARO ed i montanari hanno la testa dura!"
Incredibile ma vero!
In una città a poco più di cento metri sul livello del mare, dove la montagna più alta é Monte Gradara che supera di poco i mille metri, avevamo necessità di apprendere che SOLO i montanari sarebbero determinati al raggiungimento di precisi obiettivi e dunque loro scendono, individuano, comprano e poi, testardamente, costi quel che costi, intendono raggiungere un obittivo. Quale? Quello di costruire in Sicilia un ennesimo centro commerciale facendo approvare un progetto ad un compiacente ed esultante consiglio comunale, quasi lo stesso che qualche anno prima lo aveva irrimediabilmente bocciato. Miracoli della in-coerenza!
L'ingegnere Iemi, fra tante altre cose, ci insegna che in Sicilia, ad esempio, se si vuole "una cosa" bisogna essere testardi come i montanari. Ci sarebbe da dire: se l'avessimo saputo prima avremmo consigliato i nostri disoccupati che per avere un lavoro, piuttosto che lottare o inseguire per anni i passi di uno straccio di deputato regionale, nazionale ed anche internazionale, di recarsi "lassù sulle montagne tra i colli e le valli d'or.." ed apprendere la "tecnica della testardaggine" la sola capace di vincere tutte le resistenze e arrivare allo scopo.
Dunque i montanari investono i loro miliardi non perché questi si possano piacevolmente e facilmente moltiplicare, ma perché "loro", i montanari, i padani hanno la testa dura e a costo di rompersela ci provano e poi ci riprovano testardamente pur di raggiungere uno scopo. E questo scopo, a Partinico, é la costruzione di una cosa certa (tutto il resto é, a parere nostro, soltanto FUMO) cioé un grande centro commerciale che alla luce di quello che é accaduto in Sicilia e sopratutto nelle nostre zone, e cioé la proliferazione di tanti enormi centri e tanto altro ancora, non sappiamo quanto sia conveniente per gli investitori continuare ad insistere. Gli investitori, i capitali. Chi sono? Da dove vengono? Ad oggi non é dato sapere. Sappiamo soltanto che la mafia, a detta dell'ingegnere, si é guardata bene dall'interferire su un affare di milioni di euro impegnata, com'é, a Palermo a chiedere il pizzo (udite,udite!) di un euro a chilo ai carnezzieri costretti a vendere a dieci piuttosto che a nove. E, poi, voi pensate che la mafia non abbia compreso che con i montanari non "ci esce niente"?
Dobbiamo ammettere che questo ingegnere padano é veramente un "dritto" e non si capisce perché l'abbiamo conosciuto così colpevolmente in ritardo. Perché? Perché l'avremmo volentieri candidato a Sindaco. Non pensate che l'originale sia sempre preferibile alle tante controfigure che lo circondano e lo adulano?

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