lunedì 4 maggio 2009

BORGETTO, PROVINCIA DI PARTINICO?

Onestamente parlando bisogna dire che, storicamente, il Comune di Borgetto dal punto di vista politico, e specie durante la cosidetta Prima Repubblica, altro non è stato se non un satellite di Partinico. E non solo perché fisicamente contiguo. Ma per non fare un torto ai nostri vicini diciamo che così fu anche per Balestrate mentre Montelepre e Giardinello, per certi versi, limitarono il danno seppur una influenza più o meno pesante l’ebbero. Non diciamo, poi, di Trappeto che del nostro Comune, addirittura, fu colonia, protettorato, una specie di provincia come ai tempi dei romani quando l’imperatore decideva di mandare lì il suo rappresentante al quale affidava ogni potere. Non c’era Sindaco o Assessore, infatti, di uno di questi Comuni che non venisse determinato dalla volontà politica del locale CAF (Cintola, Avellone e Fiorino). I nomi si potrebbero sprecare e succedeva, addirittura, che a volte i Sindaci provenivano direttamente dalla nostra città. Bastava, ad esempio, trasferire una scuola guida oppure uno studio professionale in loco perché si giustificasse l’investitura. Partinico, dunque, fu una specie di sole attorno a cui giravano quelle piccole comunità che, subendone l’influenza, purtroppo per loro sono rimaste "al palo" nel senso che non hanno mai avuto vita propria, capacità di evolversi, slanci creativi e culturali, sviluppo economico. Se a Partinico, per esempio, si distruggevano i palazzi nobili della città e le torri, a Borgetto non si era da meno e con l’ausilio ispirato anche dai dinamici monaci si metteva mano alla distruzione di Romitello, originaria, bellissima foresta che ospitò in qualità di priore nel 1539, il grande Teofilo Folengo inteso Merlin Cocai al quale, nel 1997, per iniziativa anche di Gigia Cannizzo fu realizzato una grande Convegno che toccò Palermo, S. Martino delle Scale e Partinico. Dunque, scavi, sbancamenti, abbattimento di pezzi di bosco, mega parcheggi, saloni trasformati in chiesa mentre l’antica, suggestiva cappelletta costruita dal benedettino beato Giuliano Mayali nel 1464 resta ancora chiusa. E tutto all’insegna di uno scambio tra il deputato di turno che forniva il “dio denaro” ed un mare di promesse e i voti ampiamente ricambiati dalla comunità osannante alla faccia di Andrea Salamone che voleva, giustamente, con le sue riesumazioni storiche, restituire dignità culturale alla sua città e soprattutto agli antenati di Santino Migliore che cedettero in anfitesusi “un tenimento di case poste nel piazzale della matrice..” Senza, per questo, dimenticare il grande Salamone Marino e tanti altri illustri nativi di quel borgo. Accadeva, dunque, a Borgetto quel che esattamente accadeva nella nostra città. Voi dite, allora, che con lo squagliamento della prima repubblica e con la misera fine che fece la potente, prepotente diccì partinicese sempre in tandem con pissì e pisdì, queste comunità, finalmente, si liberarono dal giogo, presero slancio, volarono verso un futuro radioso? Si e no nel senso che, ad onor del vero, queste citate piccole comunità, oggi, rispetto al passato hanno almeno consolidato un solo vantaggio di eguaglianza e cioè che politicamente zero sono loro ma anche zero siamo diventati noi nello scacchiere della politica regionale ed anche nazionale. Nel senso, come dice il detto, che zeru e vva zero e tutti cosi ‘a malasenu! Partinico, politicamente parlando, conta ora quanto il due di coppe cioè niente. Anche se sono in tanti ad avere nostalgia di quel passato di cui resta qualche, appunto, nostalgico rimasuglio.
Borgetto, ora, ha una nuova Giunta comunale, una nuova guida politico-amministrativa con qualche personalità stimabilissima oltre che professionalmente competente come, ad esempio il nostro concittadino dott. Matteo Guttadauro, pur tuttavia ho l’impressione (ma che potrebbe contare assai poco) che questo Sindaco vive in una condizione di “perpetuo stato confusionale”. Basta seguire con attenzione le interviste che rilascia alle tivvù locali. Infatti alla domanda televisiva sulla composizione dell’attuale Giunta, prima dichiara con una certa enfasi che si tratta di un esecutivo costituito da tecnici: “Quattro sono laureati e due diplomati “ disse. E io chiedo: e se qualcuno avesse solo avuto la terza media ma tanta competenza ed esperienza a quale categoria l’avrebbe assimilato? Ma appena due minuti dopo, entrando in contraddizione, dice: ”La Giunta è composta al 50% da tecnici e al 50% da politici“. Ma la stanchezza, lo stress, incalzano con forza e determinazione per cui (sempre nell'intervista) ringrazia gli Assessori da lui trombati, non dà alcuna spiegazione per la riconferma degli altri, dell’Assessore Longo, partinicese, dice “che ero alla ricerca di un Avvocato” (come quando si ricerca l’acqua con il rabdomante) e, infine, ”che si è consultato con gli onorevoli di riferimento" che sarebbero quello dell’UDC (chi?), quello del PdL (chi?) e infine quello del PD (chi?) .Infine, stremato, alla domanda se sostituirà anche gli Assessori nell’Unione dei Comuni (c’è qualcuno che sia nella condizione di spiegarci a cosa servono tali pompose ed anche costose “Unioni”?) si accascia e con un filo di voce più o meno così risponde:”Per la Giunta ho fatto un lavoro stressante. Non appena mi riprendo ci lavorerò sopra!”
E l’opposizione? Si potrebbe subito dire: “quale?” visto e considerato che un "pezzo" del PD è con il Sindaco ed un altro all’opposizione dello stesso Davì e di conseguenza di un pezzo dello stesso Piddì? Di questo ultimo i rappresentanti sarebbero il locale Segretario Santoro ed consigliere Panettino personaggio, quest’ultimo, sanguigno e passionale e ai quali vorremmo porre qualche domanda. La prima: quale sarebbe “l’onorevole” del PD con il quale il Sindaco si è rapportato per nominare, nella sua Giunta, un Assessore in rappresentanza di un pezzo di questo Partito? E se quel pezzo di piddì ha un onorevole di rappresentanza voi ne avete un altro? E se si, chi? La seconda: mi consentite di chiedere, senza offesa e senza malizia, di sapere se questo vostro sarebbe un “Partito” cioè un “organismo unico” oppure una federazione di piccoli interessi elettorali che si incontrano e si scontrano alla localistica bisogna? La terza: avendo lautamente contribuito, in illo tempore, insieme a tanti altri ex comunisti partinicesi per l'acquisto della sede del glorioso PCI di Borgetto, non sarebbe il caso di sapere nelle mani di quale "pezzo" del piddì questa sede é andata a finire? Quello di destra, quello di sinistra o quello di centro?

Toti Costanzo

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