lunedì 8 marzo 2010

L'ASSESSORE PARRINO NON AVRA' LETTO NEPPURE UNA RIGA


Al Palazzo dei Carmelitani ,Sabato scorso, ha avuto luogo l’incontro di presentazione della ristampa di “Banditi a Partinico” di Danilo Dolci edito nel lontano 1955 .Quella pubblicazione arrivava all’opinione pubblica nazionale , all'epoca, come un pugno sullo stomaco facendole scoprire come fosse possibile nel profondo Sud, che una bambina potesse morire a Spine Sante ,il quartiere più povero e degradato della città ,per fame ed anche per mancanza di assistenza sanitaria. Alla presenza di un pubblico che suole ormai da anni presenziare ad ogni iniziativa che fa a lui riferimento ,ma anche con tanti giovani nella sala , gli interventi pieni di spunti ,analisi e riflessioni di Giuseppe Casarrubea e Gigia Cannizzo che si accompagnarono in maniera complementare ai dati statistici presentati da Peppe Nobile che hanno descritto la Partinico di quegli anni dal punto di vista economico e dunque culturale e sociale.Il coordinamento dei lavori affidato ad Orazio De Guilmi che con Danilo visse per oltre un quindicennio . Presenti volti “antichi”, quelli della prima ora, quelli che con Danilo condivisero i percorsi difficili e tortuosi della nascita e dello sviluppo del Centro studi e che furono presenti in tante di quelle iniziative che posero in quegli anni al centro dell’attenzione dell’Europa, la città di Partinico e la sua realtà : Pino Lombardo ,il già senatore comunista Vito Bellafiore che fu Sindaco di S. Ninfa all’epoca del terremoto. E poi Alfredo Rubino, Vincenzo Fedele ,Marco La Fata e tanti altri che di Danilo furono collaboratori o estimatori in epoche diverse e comunque fino alla sua scomparsa avvenuta il 30 dicembre del 2007 a Trappeto. A Trappeto Danilo , quel giorno ,se ne andava in punta di piedi nella casetta annessa al Borgo,una struttura che ospitò le intelligenze più vive dell’intellettualità internazionale ridotto ,ora, a subire l’onta dell’abbandono e del degrado e divenuto il simbolo di quel che siamo diventati : un territorio e una popolazione senza memoria e, dunque, senza alcuna dignità. Lui, che era stato un vero e proprio ciclone catapultatosi da Sesana cittadina ai confini d’Italia con la Jugoslavia , alla periferia della Sicilia povera, degradata, abbandonata ,conservatrice,bigotta e comunque nelle mani della mafia , all'epoca, di Frank tre dita , della DC dei Mattarella e dei Messeri, della chiesa del cardinale Ruffini e delle propaggine locali che a questi poteri in buona sostanza rispondevano . Danilo ,con la collaborazione dei comunisti della Camera del Lavoro e del Partito (Turiddu Termine, Ciccio Abbate, Ignazio Speciale, Tanino Ferrante,Nino Cinquemani e tanti altri ) l’anno appresso ,nel 1956, sconvolse le sonnacchiose e sempre eguali stagioni dei poveri cristi da secoli subordinati ed assuefatti alla miseria come ineluttabile, come “volontà di Dio”, come lo strumento della loro "redenzione" convincendoli ,per la prima volta nella loro vita ,a “disobbedire al Potere" con lo sciopero alla rovescia a difesa del lavoro che c’era ,a contestare cioé uno Stato che violava quotidianamente quella Costituzione ,il suo art.4,voluta dal sacrificio di tanti uomini che vissero la stagione della Resistenza e di lotta al fascismo. Dentro l’ex Palazzo dei Carmelitani Gigia Cannizzo ricostrui’ il percorso che la vide ragazza della buona borghesia partinicese guardare con gli occhi di Danilo la miseria ed il degrado di Spine Sante che lei mai aveva conosciuto, cosi’ come la miseria morale di chi governava allora la città impedendole ,da Presidente dell’Ente Comunale Assistenza, di potere distribuire ai poveri i pacchi che allora tramite il centro studi arrivavano dall’Unione Sovietica per i nostri poveri . No, i pacchi dei comunisti no, mentre quelli dell’UNRRA ,i pacchi degli amici americani ,quelli si. Gli americani, ovviamente, rappresentavano allora “i liberatori” anche se nei pacchi che arrivavano a casa di mia nonna ,ed inviati dai suoi parenti ,più che alimenti o medicine di cui si aveva tanta necessità abbondavano camicie colorate e cravatte di cui nessuno sapeva cosa farsene . Né i poveri cristi di Partinico erano a conoscenza dei rapporti tra "i liberatori" che si servirono dei gangster come Lucky Luciano da sempre cordone ombelicale con la mafia siciliana dei Calogero Vizzini ,la quale sostenne ed alimentò quel banditismo reo dei massacri di Portella e di Partinico. Severe le parole di Gigia nei confronti del ruolo che ebbe la chiesa locale nel processo di disgustosa diffamazione nei confronti di Danilo e della sua azione, cosi’ come del Partito della DC che fu miope nel non comprendere come Danilo - che come giustamente fu ricordato -non fu mai comunista. E non poteva esserlo chi mutuava uno strumento di lotta , la “non violenza” ,che era in antitesi con quelli utilizzati dal movimento dei lavoratori comunisti e socialisti nel mondo .Senza dimenticare la teorizzazione oltre che la concretizzazione della rivoluzione armata che sconvolse ,in quei famosi dieci giorni, il mondo.
Dall’Assessore Bartolo Parrino che l'iniziativa ha inserto nella suite letteraria ( di cui scriverò) che fa degli enormi quanto encomiabili sforzi per tentare di “nobilitare” la Giunta Lo Biundo di cui è parte ,abbiamo appreso che questa amministrazione comunale (si proprio questa che vuole utilizzare la Cantina Borbonica per feste ,festini ,matrimoni, lauree , battesimi,grigliate,vendita di padelle e di succhi di frutta con la sua totale compiacenza ) si farà carico di realizzare il “Parco letterario Danilo Dolci” un complesso ed importante studio e proposizione di seri progetti di sviluppo del nostro territorio nato dalla volontà di Giuseppe Casarrubea durante la sua presidenza nella scuola media “G.B. Privitera” e col contrbuto di tanti giovani professori e professionisti . Un’opera articolata, complessa e propositiva di cui , sono certo e con tutto rispetto , l’Assessore Parrino non avrà letto, ad oggi, neppure una riga .
Toti Costanzo

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