L’espressione quella di sempre: arrogante. Le parole sferzanti, piene di boria, lapidarie e assai significative: “No, questi del PD - dichiarava di recente a TG3 - non solo non sono al governo della Regione ma in questo governo non vi entreranno mai!”. Non mi sono stupito più di tanto. Chi segue con attenzione e costanza la vita politica anche quella siciliana così come viene rappresentata e conosciuta sa che Gianfranco Micciché è stato, ed é ancora, un rampante della politica, sempre vincente da quando ha abbracciato la fede del berlusconismo, mantenendo una concezione padronale - e non può essere diversamente - del potere. Chi è con lui deve essere fedele e sottomesso concedendo, tutt’al più ai “camerieri” di turno uno strapuntino o diritto di “sedia” attorno alla mensa. Ma che mangino poco per evitare di ingozzarsi ed, ovviamente, togliere agli altri commensali quanto va distribuito per mantenere costante il livello del potere. Quando Maniaci, lunedì scorso, ha intervistato sia il segretario del PD, Lupo, che l’onorevole Mattarella in coda ad una iniziativa di questo Partito sulla vicenda della distilleria, il nervosismo che rasentava la rabbia dei due deputati del PD si coglieva in maniera assai evidente. Ed era la rabbia proprio di chi credendo d’essere un commensale di lusso, si ritrovava a raccattare le frastaglie di una mensa che si presuppone abbastanza luculliana e della quale il padrone poco concede anche sui resti. Cosa ebbe a dire Maniaci nelle interviste che tanto irritazione suscitò nei due interlocutori? Fece riferimento ad un articolo de “La Repubblica” che rendeva evidente il ruolo subalterno di questo Partito rispetto al governo regionale di Lombardo di cui componente essenziale, oltre che ispiratore, è proprio il vice ministro di Berlusconi, Micciché, che da tutti e da sempre viene definito quale “figlioccio di Dell’Utri”. Lupo con quella faccia dall’espressione “marmorea” avvezzo, da ex sindacalista (ed anche da democristiano), alla contrattazione, agli accordi sopra e sottobanco e dunque anche alle spartizioni, ebbe un moto di reazione contenuta, però, dalla sua capacità di autocontrollo affinato dal tempo mentre Mattarella fu più spontaneo ed esplicito col dichiarare che con Micciché niente amore e dunque niente accordi. In verità abbiamo avuto l’impressione, ma se così non è ce ne scusiamo, che si sia trattato della classica reazione dell'amante tradito. Ovviamente a mettere tutti d’accordo, nel senso di spiegare le carte e scoprire gli altarini, certo on. Speziale di cui abbiamo scritto qualcosa in occasione della sua inutile venuta a Partinico nella qualità di Presidente della Commissione regionale antimafia che conta quanto “Turi cià-cià”, il quale dichiarava sempre su quel giornale che il PD era pronto ad entrare organicamente nel governo Lombardo perché era giusto “metterci la faccia”. Ovviamente a chi ha un minimo di capacità di decrittare le parole significava che “noi ci mettiamo la faccia e vogliamo oltre che spartire le responsabilità, dividere anche il resto". E il resto lo lasciamo all’immaginazione dei nostri lettori comprese le pompose riforme che come l’araba fenice “dove sia nessun lo dice cosa sia nessun lo sa”. Ma quella intervista fu assai illuminante anche per noi di Rifondazione. Disse Lupo: noi, in Sicilia, dobbiamo fare un’alleanza che comprenda l’UDC, l’IDV e SINISTRA E LIBERTA’. Ma come, ci siamo chiesti, mentre sostiene il governo di Lombardo e Micchiché pensa già di creare un’alternativa a questo, ricercando quale partner privilegiato l’UDC che oggi è uno degli avversari più strenui proprio del governatore? Continuiamo a non capire chi sia, cosa sia, cosa vuole, dove va, questo PD siciliano né abbiamo il piacere, ad oggi, che qualcuno anche a livello periferico riesca a spiegarcelo, per cui restiamo anche noi in uno stato di grave e preoccupante confusione. Tuttavia, paradossalmente, dobbiamo essere grati a questo Lupo il quale, sempre nell’intervista a Maniaci una cosa chiara l’ha detta, seppur non esplicitamente, e cioè che in un accordo futuro con quelle forze che ho citato abbia escluso il nostro Partito. Gliene siamo grati perché ci ha tolto un peso dallo stomaco e ci evita di finire come è finita l’onorevole Rita Borsellino.
Toti Costanzo
2 commenti:
E il resto lo lasciamo all’immaginazione dei nostri lettori comprese le pompose riforme che come l’araba fenice “dove sia nessun lo dice cosa sia nessun lo sa”.
< L'ARABA FENICE : CHE CI SIA CIASCUN LO DICE, DOVE SIA NESSUN LO SA ! >
Prof. ma non lo vedi che questi personaggi menzionati sono tutti sepolcri imbiancati?
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