Ieri sono stato colpito da due interviste rilasciate a Tele Jato e dall’ex Sindaco di Terrasini, Antonio Randazzo, Direttore della Società servizi integrati che si occupa della gestione dei rifiuti nel nostro ATO e dal Presidente del COSAR (il ben noto consorzio che associa alcuni artigiani della città), Mimmo Provenzano, da anni ormai impigliato nella vicenda Policentro .Cito queste due interviste per dire come i due personaggi mi apparvero, in ragione delle loro risposte alle domande di Pino Maniaci non solo come due miracolati della “politica”(caro Mimmo non é per niente vero che la politica vi ha ostacolati, anzi.....) ma come quelli che a forza di dire bugie si convincono che le loro sono delle verità . La prima intervista presenta un personaggio rappresentativo di quel che capita a quanti vengono gratificati, appunto, dalla “politica” . Diviene prima Sindaco della città di Terrasini (i risultati , a detta degli amministrati, furono talmente sotto gli occhi di tutti che nessuno ebbe il pudore di ripresentarlo candidato e ,dunque, fu “posato” ) e poi ,in ragione dei lusinghieri risultati (sic!) collezionati da Sindaco fu, alla fine del suo mandato , immediatamente richiamato a ricoprire il posto di Direttore generale nella società di servizi e creato all’occasione . Il dott. Antonio Randazzo si presenta all’intervistatore pimpante, allegro, sicuro di sé e,questo, dopo avere partecipato ad una riunione a Cinisi con i Sindaci che dell’ATO PA1 sono parte. Costoro, in quella sede , si erano convocati in emergenza per fare fronte alla crisi che ha investito, ormai in maniera ciclica- e a mio avviso anche definitiva- il servizio di raccolta e di smaltimento dei rifiuti,risultando incapaci insieme al CdA a costruire nuove strategie ,nuovi strumenti di gestione,percorrere altre strade per dare risposte ai cittadini e ai lavoratori ,specie quelli forniti dalle società interinali che rappresentano la catena più debole. E mentre i 12 donabbondio ,con l’aggiunta quale tredicesimo apostolo del neo esperto in materia di rifiuti dell’abbondio terrasinese venivano ripresi dalla telecamere rilassati, sorridenti ed anche soddisfatti come se “il lupo” non fosse venuto per loro ma per altri , in contemporanea riprendevano la dura protesta dei lavoratori raccoltisi sotto le finestre della sede della società. D’altronde –pensavano i coraggiosi- bastava anche questa volta fare come si era sempre fatto in precedenza: i lavoratori li tacitiamo con un po’ di arretrati, dichiariamo di stare sempre dalla loro parte tanto ,poi, aumentiamo le tariffe caricando gli aumenti sui cittadini che come cappiddazzu pagheranno come sempre hanno fatto . E passerà anche questa come ‘a nuttata di Edoardo . Il dott. Randazzo con l’intervistatore ragionò come se l’attività di questo Consiglio di amministrazione dovesse durare in eterno. Presentava propositi, proponimenti, quantificava costi e dava notizie relative a richieste miliardarie fatte alla comunità europea per isole ecologiche, mezzi, piattaforme e ciò al fine di rassicurar tutti gli ascoltatori .Come a dire: la barca va! Difendeva, come è anche ovvio, le strategie di gestione della Società, la sua virtuosità nel senso di un equilibrio tra costi e ricavi dimenticando di dire che i costi esponenziali venivano costantemente trasferiti ,transitoriamente sulle spalle dei donabbondio, i quali regolarmente li trasferivano su quelle dei contribuenti come nel gioco dell’oca . Randazzo si sentiva in dovere di esaltare i Sindaci per il senso di responsabilità che anche in quell’occasione li aveva contraddistinti senza che lo sfiorasse il dubbio d’essere anche lui protagonista di una farsa-tragedia che dura sol perché dalle nostre parti la sfiducia nelle istituzioni ha raggiunto limiti divenuti ormai talmente insopportabili che ,paradossalmente piuttosto che esasperare, tacita. Intanto mentre tutti i Sindaci siciliani che fanno riferimento al cosiddetto centro-sinistra , vogliono che si ritorni alla gestione affidata ai Comuni (economie, risparmi, controllo democratico) il loro capo all’ARS, Cracolici, esempio luminoso di coerenza e disinteresse ,si accorda nottetempo non per restituire ai legittimi “proprietari” la gestione di un servizio cosi’ importante e delicato ,quanto per la creazione di un nuovo carrozzone provinciale dentro il quale, ovviamente avendone voglia ,tu ci infili di tutto e anche di più. Comprese gli appalti ad imprese esterne .E la mafia ringrazia.
Conclusa la intervista ad Antonio Randazzo subentrava Mimmo Provenzano che apparve un poco infastidito dalle domande . In sintesi Pino Maniaci gli chiedeva due cose. La prima: se era vero che il progetto Policentro si fosse arenato. La seconda: se era vero che il COSAR avesse avversato la realizzazione del progetto dell’ing. Iemi . Con una nonchalance degno di un uomo navigato alla stregua dell’onorevole precedentemente citato, Mimmo Provenzano più o meno rispondeva esaltando il ruolo di un’opera che sarebbe diventata, a suo dire, il volano dello sviluppo del nostro territorio .Secondo, che il COSAR MAI aveva avversato il progetto Policentro. Mi permetto sommessamente di osservare che sulla idea che ha Provenzano dello sviluppo del nostro territorio si potrebbe discutere a lungo .Ovviamente noi pensiamo che “lo sviluppo” sia ben altra cosa che realizzare un ennesimo centro commerciale seppur di proporzioni ancora più consistenti rispetto a quelli già in attività .Sull’avversione al progetto non abbiamo alcuna necessità di tirare fuori, documenti, volantini, assemblee al Palazzo dei Carmelitani e in via Roma, convegni ,interviste a Tele Jato per dimostrare il contrario in quanto, siamo convinti, che ha ragione lui : è vero,l’abbiamo capito tardi ma alla fine l’abbiamo capito pure noi che siamo un poco ritardati . Loro, non avversarono MAI il progetto della Policentro ,MA FECERO FINTA . La ragione, oggi, è ovviamente ORA a tutti nota.
Toti Costanzo
Conclusa la intervista ad Antonio Randazzo subentrava Mimmo Provenzano che apparve un poco infastidito dalle domande . In sintesi Pino Maniaci gli chiedeva due cose. La prima: se era vero che il progetto Policentro si fosse arenato. La seconda: se era vero che il COSAR avesse avversato la realizzazione del progetto dell’ing. Iemi . Con una nonchalance degno di un uomo navigato alla stregua dell’onorevole precedentemente citato, Mimmo Provenzano più o meno rispondeva esaltando il ruolo di un’opera che sarebbe diventata, a suo dire, il volano dello sviluppo del nostro territorio .Secondo, che il COSAR MAI aveva avversato il progetto Policentro. Mi permetto sommessamente di osservare che sulla idea che ha Provenzano dello sviluppo del nostro territorio si potrebbe discutere a lungo .Ovviamente noi pensiamo che “lo sviluppo” sia ben altra cosa che realizzare un ennesimo centro commerciale seppur di proporzioni ancora più consistenti rispetto a quelli già in attività .Sull’avversione al progetto non abbiamo alcuna necessità di tirare fuori, documenti, volantini, assemblee al Palazzo dei Carmelitani e in via Roma, convegni ,interviste a Tele Jato per dimostrare il contrario in quanto, siamo convinti, che ha ragione lui : è vero,l’abbiamo capito tardi ma alla fine l’abbiamo capito pure noi che siamo un poco ritardati . Loro, non avversarono MAI il progetto della Policentro ,MA FECERO FINTA . La ragione, oggi, è ovviamente ORA a tutti nota.
Toti Costanzo
1 commento:
Si incatenarono al comune chiedendo la solidarieta' dei cittadini.E purtroppo ebbero quella di alcuni partiti.E adesso nelle interviste tv sembrano smemorati...
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