venerdì 21 maggio 2010

" 'U NANNU PUNTU 'NTA LA FACCI!"


L’avere una certa età ,per certi versi, rappresenta un vantaggio. Puoi andare molto indietro nel tempo e riuscire a fare riemergere fatti, avvenimenti, atmosfere, sensazioni,espressioni, di un mondo ormai sempre più lontano da noi . Però , attingendo al passato quando ti capita puoi, per definire con grande efficacia qualcosa o qualcuno, ricorrere a delle espressioni che ormai non si usano anche perché il nostro dialetto , purtroppo, è stato in buona parte soppiantato dall’uso sempre più corrente e diffuso della lingua italiana e rischia, col tempo, una vera e propria estinzione.
Un po’ come capita alle specie animali e vegetali se non si ha l’accortezza di salvaguardarle . E dire che è stato fatto il tentativo negli anni '70 - attraverso l’approvazione di una legge regionale per la quale tanto si batté anche Giovanni Ruffino che fu consigliere provinciale del PCI oltre che docente e preside della Facoltà di lettere all’Università di Palermo ma anche i professori Buttitta figli del grande poeta Ignazio- di introdurre nel piano di studi a partire dalla scuola primaria, proprio lo studio del nostro dialetto, la diffusione e l'uso del vocabolario apposito , la ricerca storica ,la recitazione e le canzoni della nostra tradizione popolare che si perdono ogni giorno di più a causa di una scuola sempre meno attenta e sempre più distante dalla nostra cultura . E’ stata, quella di Giovanni Ruffino e altri studiosi ,una giusta battaglia- come d’altronde tante altre- ma che si è persa a dimostrazione di come la nostra "autonomia" piuttosto che rafforzare la nostra sicililianità ,l’orgoglio delle nostre radici , sia stata sostanzialmente svenduta sull’altare dell’opportunismo ed ascarismo delle cosiddette classi dirigenti. Dunque, se fosse ancora in vita la mia nonna materna con la quale ho vissuto alcuni anni per ragioni scolastiche (nel senso che dovevo frequentare la scuola media inesistente a Terrasini dove abitavamo) , avrebbe detto sicuramente:” Ma chisti u’ nannu puntu ‘nta la facci?” . "Chisti” ,oggi, potrebbero essere anche gli attuali amministratori e le ragioni di un cosi sprezzante giudizio avrebbero potuto trovare giustificazione nel fatto che mentre la barca del Comune affonda, montagne di rifiuti ci sommergono, topi “comu attaruna ” che girano indisturbati, beni comunali abbandonati (strutture sportive, edifici,ville, giardini compreso il verde delle scuole ,il centro storico ed altro ancora ) ,strade dissestate, disservizi “ ‘a comu è gghé “, loro si trastullano, si cincillano , si annacanu appresso a cerimonie di vario tipo e natura passando con disinvoltura dal profano al sacro e viceversa nella più assoluta incoscienza e avendo anche l’impudenza di rilasciare ottimistiche interviste in cui appaiono come coloro i quali ,insieme alle parole senza sostanza ,sono anche capaci di “ fari vulari puru ‘i scecchi”. Da restare scombussolati, sconvolti, devastati, . E meno male che ancora resistono ,con encomiabile determinazione, i consiglieri comunali Pino Giovia, Piero Di Trapani e Diego Campione cui va dato il merito di non volersi, giustamente, arrendere alla superficialità e al pressapochismo di amministratori come quelli che oggi ha la ventura d‘avere la nostra comunità denunciando all'opinione pubblica quel che accade in una svenurata città come la nostra . Dunque, sono “senza puntu ‘nta la facci”. E sebbene ,in verità, non sono riuscito mai a tradurre quelle parole in italiano ( cosa sarebbe “il punto sulla faccia” resta ancora ad oggi ,almeno per me ,un mistero) tuttavia di giudizio sicuramente severo si trattava .Infatti ricordo come fosse ieri che quando la nonna profferiva queste parole la sua voce diventava aspra e il suo volto tirato. Era il massimo del giudizio negativo nei confronti di una persona. E debbo anche ammettere con franchezza che qualche volta ,soprattutto quando avevo poca voglia di studiare oppure arrivava una nota non edificante dalla scuola,la nonna quel suo giudizio lo riversava su di me. E lo temevo al punto che, forse per l’età ,qualche volta ci scappava pure il pianto. Era ,cioé, la presa di coscienza d'avere commesso qualcosa di cui sicuramente vergognarsi .E se oggi noi dicessimo a Lo Biundo e alla sua troupe che " ‘u nannu punti ‘nta la facci!” voi pensate che qualche lacrimuccia scenderebbe dalle loro rosee, distese, riposate gote ?Se cosi’ fosse ,ma purtroppo cosi’ non è, potremmo nutrire qualche speranza ,in positivo, per il nostro scalcinato futuro.
Toti Costanzo

4 commenti:

Antonino Partinico ha detto...

Condivido a pieno quanto da Lei commentato e ammatula cinni ricemu di tutti i culara, la facciazza l’hannu veru liscia e senza puntu.
U surdu unnè chiddu chi nun cisenti e chiddu can un ci voli sentiri, questa gente ormai è refrattaria alle critiche. L’unico problema che hanno è solo quello della Policentro e gli altri affaracci propri, i problemi della città passano in secondo ordine. Le periferie della città sono al collasso, l’immondizia la fa da padrona. Sotto il cavalcavia di Via Vecchia di Valguarnera ( dopo la scuola media Ninni Cassarà, appena prima del supermercato Familia) “vicino ai campetti da tennis abbandonati”, la spazzatura è diventata una montagna, in Via Mulini la stessa cosa, per non parlare della Via Madonna del Ponte all’altezza del “ponti longu” e vicino l’Ospedale Civico e da per tutto. Corre notizia che vicino alle scuole, specialmente quelle di periferia è in atto una grande invasione di zecche. L’acqua del laghetto è torbida, l’aria è sempre più irrespirabile a causa dei fumi nocivi della distilleria, le ville sono mal tenute, si continua a parcheggiare in maniera selvaggia in doppia fila e dovunque capiti. Il paese è allo sbando totale, si potrebbe dire: Dio salvi Partinico!
Prof. la mia non è retorica, ma quanto sto per dire è realtà, meno male che ogni tanto si sente una voce come la Sua, di protesta, una voce quasi solitaria, un urlo disperato che cerca in tutti i modi di farsi sentire, ma “u surdu è sempri surdu” e Partinico è “surdo”. Ora, senza che si monta la testa, posso dire con la sincerità massima e con una grande onestà mentale, che Lei è il “faro che illumina, seppure con luce fiocca, il cammino di tanti orfanelli” , continua ad essere la stella polare della sinistra partenicese, senza la sua autorevole “penna” ci sentiremmo sicuramente smarriti tra le tenebre.

Anonimo ha detto...

Caro Antonino ti ringrazio per le espressioni di stima nei miei riguardi che sicuramente aiutano a continuare un impegno assunto ormai da tantissimi anni per una città ed una società migliore. Ringrazio per il giudizio ,che mi lusinga, tuttavia lo divido, sicuramente ,non solo con i miei compagni di Partito , sopratutto giovani e giovanissimi che rappresentano una "voce", "una speranza" nella nostra realtà e con tutti coloro che pensano come tutto non sia perso a Partinico. Ci siamo noi, c'é gente come te che magari non appare ma che é presente perché attenta a quel che avviene. La descirizione puntigliosa che tu fai della situazione ambientale,il giudizio sugli "affari" in itinere che si esplicitano , é la dimostrazione di un'attenzione ,di una sensibilità e di un impegno. Né dobbiamo dimenticare il ruolo di alcuni consiglieri comunali che cito nel mio post (e che ho citato in tanti altri) che onorano,insieme ovviamente ad altri meno "appariscenti" ,il Consiglio comunale di Partinico e senza i quali (non dimenticando il ruolo delle emittenti locali e della carta stampata) la nostra fragile democrazia cittadina sarebbe ancor più precaria. Dunque c'é ancora resistenza nella nostra città. Ne sono sicuro e dunque abbiamo il dovere di non "disperderci" ma incominciare ad aggregare per costruire l'alternativa .Continuiamo ,allora,ciascuno con la sua sensibilità, con il suo tempo, con la sua disponbilità a "ragionare" sul che fare. Io sono ottimista e nutro sicuramente qualche speranza che intendo dividere con quelli che come noi ancora hann voglia di indignarsi.Con stima Toti Costazo

Antonino Partinico ha detto...

LA LEGALITA’
Oggi 23 maggio anniversario della strage di Capaci, onore alle scuole del territorio che con pochi mezzi finanziari hanno saputo organizzare una bellissima e a tratti commovente manifestazione contro la mafia. Vedere in Piazza Municipio, tanti giovani, tanti ragazzi, tanti insegnanti, tanti genitori, di Partinico e non solo, impegnati nella lotta contro la mafia, contro la mala vita organizzata, contro l’illegalità e per il rispetto della dignità umana. Nonostante la mia veneranda età, mi sentivo ancora giovane, con una grande voglia di partecipazione, con grande voglia di dire a tutti, ci sono anch’io. Certo, come capita quasi sempre in queste occasioni, erano presenti tantissimi, che da sempre sono stati in trincea, ma tanti altri che erano di pura facciata e con la “facci liscia comu lu marmu”. C’erano pure persone che da giovani erano comunisti, consiglieri comunali, ma anche amici di alcuni amici come i Nania e i Salvia e che poi si sono trovati (alla faccia della coerenza) ad appoggiare liste civiche, i Fiorino di turno gli “zero” di turno e per rimanere in tema fanno parte dell’organizzazione della legalità Giuseppe La franca. Cercando di sforzarmi al massimo non ho capito niente di quello che voleva dire nel suo intervento il nostro bene amato primo cittadino. Ho ammirato la mostra di fotografie su Danilo Dolci anche se l’ho trovata incompleta ed ho apprezzato tantissimo la presenza dei giovani di “Libera” . ma il plauso massimo va a Laura la dirigente del Cap. Polizzi per la sua instancabile costanza. Sono rimasto deluso per la quasi totale assenza della società civile, ma ancora più deluso dell’assenza della quasi totalità dei politici “quaquaraquà”. Partinico dovrà fare ancora molta strada sul campo della legalità ci sono ancora, per dirlo alla maniaci tanti “PDM”.

Anonimo ha detto...

non ritengo ruffino un gran professore, scarsamente preparato, non riesco a comprendere come una comunità di dotti possa prenderlo in seria considerazione.