DOCUMENTO POLITICO DEL PARTITO DELLA RIFONDAZIOE COMUNISTA DI PARTINICO SULLA RIAPERTURA DELLA DISTILLERIA BERTOLINO
Ci sono voluti sei lunghi, inspiegabili mesi perché la macchina del Comune di Partinico rinnovasse l’ennesima autorizzazione allo scarico alla distilleria Bertolino. Sei lunghi misteriosi mesi durante i quali si presume che l’industria, sotto il controllo della scadente macchina comunale, abbia operato tutti gli opportuni e necessari accorgimenti perché le leggi a tutela della salute dei cittadini possano venire rispettate. Ma questo sarà oggetto di costante verifica da parte dell’opinione pubblica e del nostro Partito cosi’ come è sempre stato per il passato.
Seppur non spinti da pregiudizio neppure nei confronti di una industria dalla storia controversa che l'ha vista al centro di dure lotte di contestazione da parte di cittadini , enti e associazioni sensibili alla salvaguardia ambientale, tuttavia appaiono del tutto ridicole, oltre che contraddittorie, le dichiarazioni del Sindaco Lo Biundo. Costui, mentre da un lato non ha provveduto a ricostituire la Squadra Operativa Antinquinamento, cosi’ come hanno fatto altre precedenti amministrazioni, che l'hanno ritenuta sicuro quanto necessario strumento di controllo e prevenzione, con la prosopopea degli amministratori sprovveduti, ma nello stesso tempo sempre ammiccanti nei confronti di ogni potere (specie se economico) annunciava dall’inizio del suoi insediamento nel Palazzo comunale, che la delocalizzazione della distilleria sarebbe stato un provvedimento il cui iter era arrivato quasi alla sua conclusione. Sulla stessa onda l’Assessore all’Urbanistica. E allora, ci si chiede: se la delocalizzazione è un provvedimento che sta per essere attuato , perché il Sindaco concede per altri ben quattro anni l’autorizzazione allo scarico all’industria? La verità è che mai la titolare della distilleria ha affermato la sua eventuale voglia ed interesse a delocalizzare neppure quando nel 1997 l’allora ministro Bersani erogò alla proprietaria, per tale scopo, un contributo di ben 63 miliardi delle vecchie lire. La distilleria, è nostro convincimento, fino a quando avrà possibilità di distillare usufruendo delle provvidenze ministeriale e della Comunità Europea non si sposterà di un solo metro dall’attuale sua collocazione territoriale. Ci chiediamo, infatti, quale dovrebbe essere l’interesse della distilleria a delocalizzare quando riceve regolarmente l’autorizzazione allo scarico che legittima in modo rapido ed economico la sua attività?
Seppur non spinti da pregiudizio neppure nei confronti di una industria dalla storia controversa che l'ha vista al centro di dure lotte di contestazione da parte di cittadini , enti e associazioni sensibili alla salvaguardia ambientale, tuttavia appaiono del tutto ridicole, oltre che contraddittorie, le dichiarazioni del Sindaco Lo Biundo. Costui, mentre da un lato non ha provveduto a ricostituire la Squadra Operativa Antinquinamento, cosi’ come hanno fatto altre precedenti amministrazioni, che l'hanno ritenuta sicuro quanto necessario strumento di controllo e prevenzione, con la prosopopea degli amministratori sprovveduti, ma nello stesso tempo sempre ammiccanti nei confronti di ogni potere (specie se economico) annunciava dall’inizio del suoi insediamento nel Palazzo comunale, che la delocalizzazione della distilleria sarebbe stato un provvedimento il cui iter era arrivato quasi alla sua conclusione. Sulla stessa onda l’Assessore all’Urbanistica. E allora, ci si chiede: se la delocalizzazione è un provvedimento che sta per essere attuato , perché il Sindaco concede per altri ben quattro anni l’autorizzazione allo scarico all’industria? La verità è che mai la titolare della distilleria ha affermato la sua eventuale voglia ed interesse a delocalizzare neppure quando nel 1997 l’allora ministro Bersani erogò alla proprietaria, per tale scopo, un contributo di ben 63 miliardi delle vecchie lire. La distilleria, è nostro convincimento, fino a quando avrà possibilità di distillare usufruendo delle provvidenze ministeriale e della Comunità Europea non si sposterà di un solo metro dall’attuale sua collocazione territoriale. Ci chiediamo, infatti, quale dovrebbe essere l’interesse della distilleria a delocalizzare quando riceve regolarmente l’autorizzazione allo scarico che legittima in modo rapido ed economico la sua attività?
Dunque riapre la distilleria e si rinnova un nuovo ma sempre antico impegno per le forze civili della città il cui numero però, notiamo con disappunto, si assottiglia sempre più. Occorre però avere ancora una volta la forza di ricominciare una nuova, ennesima fase di denuncia e vigilanza civile che va costruita sull’attenzione, sui controlli, sulla sensibilizzazione e partecipazione democratica per evitare che la pubblica opinione precipiti nella delusione e nel disinteresse . Noi sappiamo quanto la “questione Bertolino” sia ancora molto sentita dalla nostra popolazione e sopratutto dal mondo giovanile che invitiamo alla militanza ecologica convinti, come comunisti, che lo sviluppo ed il lavoro nella nostra città non possono passare attraverso la costruzione di nuovi centri commerciali che nascono nell’ambiguità, oltre che nell’attenzione ed interesse della mafia, e meno che mai attraverso la presenza nel territorio di industrie della distillazione che ammorbano l'aria e, soprattutto, negano al territorio uno sviluppo più sano dell'economia basato sulla valorizzazione del capitale ambientale.
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
SEZIONE “Peppino Impastato” di Partinico
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