Il recente terremoto avvenuto in Giappone ci pone dinanzi due fatti: la potenza incontrollabile della natura e le conseguenze dell’azione umana.
Il primo dovrebbe in qualche modo frenare il sentimento umano di un controllo assoluto del paesaggio naturale che troppo spesso porta all’abuso. Il secondo dovrebbe farci soffermare su quelle azioni spesso ritenute le più convenienti e fruttuose, che però hanno delle conseguenze del tutto negative. Infatti fin da subito i media, che ci hanno raccontato il tragico evento, hanno posto l’attenzione sul vertiginoso crescere del numero delle vittime, da un lato, e sul destino delle numerose centrali nucleari presenti sul territorio, dall’altro.
Questo ci porta ad interrogarci sul destino del nostro Paese in vista del referendum di giugno. Il ritorno al nucleare è veramente una scelta conveniente come alcuni spot televisivi apparentemente neutrali vogliono farci credere? Risolve il problema della dipendenza energetica dal petrolio? È un’energia sicura, innocua e pulita? Le radiazioni provocano danni per la nostra salute? Dove e come verranno smaltite le scorie?
Queste e tante altre domande dovrebbero sorgere spontanee. Ma non è facile interrogarsi in un Paese dove l’informazioni o è filtrata o viene censurata.
L’unico Paese che gioca con i decreti e con il futuro del suo sviluppo. Infatti nel 2010 il governo Berlusconi emana il terzo Conto energia, la legge che disciplina la distribuzione degli incentivi per chi investe sull’energia rinnovabile e che doveva restare in vigore fino al 2013. Recentemente il governo ritratta e informa che la legge cesserà di avere effetti il 31 maggio del 2011. In pratica, da un momento all’altro molte piccole aziende si troveranno senza fondi e senza clienti pronti ad investire nel fotovoltaico, visti i costi considerevoli degli impianti, costi che comunque vengono rapidamente recuperati e che con il tempo si trasformano in guadagni. Questo è l’ultimo lampo di genio del “governo del fare” e in fondo si sa che a Silvio piace giocare con le leggi e i decreti, soprattutto quando ne ha un tornaconto personale. Sarà un caso il fatto che gli incentivi per le rinnovabili sono stati bloccati a pochi mesi dal referendum sul nucleare? Coincidenza poco credibile. E come farà un governo abituato a tagliare indiscriminatamente su tutto a sostenere i costi onerosi che il nucleare comporta?
Per questi e tanti altri motivi riteniamo necessario costituire un Comitato locale Vota sì per fermare il nucleare e invitiamo le associazioni ambientaliste locali, il Patto per la salute e l’ambiente Nino Amato e Legambiente, ad unirsi a noi nella campagna informativa in vista del referendum.
Partinico 14/03/2011
Giovani Comunisti/e Circolo “Peppino Impastato” – Partinico
Nessun commento:
Posta un commento