sabato 10 dicembre 2011

MATTEO PROVENZANO ,IL COMPAGNO "PROFESSORE"




Il giovane Sindaco di Partinico , Venerdi 9 ,parlava davanti una targa che intitolava una strada a Matteo Provenzano, “il professore” come veniva da tutto chiamato e che fu un esponente prestigioso del socialismo partinicese insieme al professore Leonardo “Nanà” Lo Bianco. Matteo Provenzano ricopri’ per tanti anni a Partinico il ruolo di consigliere comunale del PSI e  fu anche assessore alle attività culturali della Provincia di Palermo prima che un male incurabile se lo portasse prematuramente via  . E , purtroppo, come sempre gli capita il Sindaco ne parlava con molta approssimazione come chi deve necessariamente raccontare di qualcuno di cui poco si conosce e quel che conosce è solo per “sentito dire”. Provenzano fu un uomo di cultura, autodidatta, esperto in storia, filosofia e pedagogia pur non avendo mai conseguito la laurea  e a cui si rivolsero tanti giovani quando avevano necessità di ripetizioni o per prepararsi al concorso magistrale ,uno degli obiettivi più inseguiti da quegli  studenti della generazione degli anni’50 e ’60 che nella scuola avevano un sicuro ,prestigioso ,solido  sbocco lavorativo. Diventare insegnanti era per alcuni togliersi anche dal condizionamento di richiedere “il posto” a quanti nella politica avevano fin d’allora sperimentato la forza di convincimento del sistema delle clientele. Il giovane che aveva conseguito la sua laurea o il diploma e si inseriva all’interno della scuola era non solo un privilegiato sociale ma, seppur teoricamente,poteva anche essere un uomo veramente libero. Poi c’erano,però,  anche quegli insegnanti che per vivere e sentirsi più al sicuro avevano necessità non solo del lavoro ma di una qualsiasi protezione politica ricercata principalmente  all’interno dei Partiti governativi. Ma questo avveniva allora come ora. Dunque Matteo Provenzano fu una importante personalità politica del dopoguerra, un socialista della primissima ora, che considerava la politica un impegno assai serio e soprattutto uno strumento per l’emancipazione delle classi lavoratrici. Per tale ragione fu per tanti anni insieme ai comunisti all’opposizione della DC anche se il Sindaco Lo Biundo ,nel suo ricordare, confondendo i fatti della storia che vide comunisti e socialisti insieme ma con la loro identità nel Blocco del Popolo contro la democrazia cristiana , sostenne “che Provenzano fu comunista”  suscitando ,ovviamente, imbarazzo non solo in qualche docente conoscitore  della storia locale ma facendo arricciare il naso a quei pochissimi ex socialisti presenti alla cerimonia . E preso dall’euforia- come gli capita spesso- del suo discorso citò i socialisti come forza responsabile d’avere dato vita al primo governo di centro sinistra della DC anche a Partinico e definendo i comunisti come coloro che non propongono ma “si oppongono sempre” . Come a dire che socialista è “responsabile” tant’è che frenando la plausibile emozione e cavalcando l’onda che lo spingeva sulla cresta dell’autoesaltazione , si ebbe a definire , addirittura,  “ socialista nel cuore” .Mi chiesi :”E i tuoi  notori quanto recenti trascorsi cuffariani, antinoriani ed ora al seguito di Saverio Romano ,discusso personaggio su cui le Procure hanno tanto da dire , cosa hanno a che spartire col socialismo di Matteo Provenzano” ?Oggi Lo Biundo ,che a suo dire rimane socialista, è però nei fatti saldamente collocato a destra .E domani? Anche lui pare che appartenga alla folta schiera di giovani spregiudicati che sostengono come  “in politica mai dire mai”.Ovviamente si tratta, almeno per me, di cosa assai incomprensibile tant’è che rimasi quasi mezzo sconvolto quando nell’occasione della inaugurazione della nuova sede di Partinico della Confederazione Italiana Coltivatori di Totò Inghilleri ,ebbe a pubblicamente e forse anche furbescamente a dichiarare  che “ io non sono né di destra né di sinistra”  .Fui tentato di dirgli : “ caro Salvo ,allora tu nun si né carni né pisci? E allora ci dici, per favore cosa  da grande politicamente vorresti essere a  parte il fatto che oggi il tuo cuore , a tuo dire, batterebbe a sinistra mentre tutte le tue azioni altro non sono se non una sostanziale esaltazione della destra ? “  Ma su questo argomento, quanto prima , ci ritorneremo.
Matteo Provenzano fu, dunque, un uomo colto, molto severo nei giudizi politici e i suoi interventi in Consiglio comunali creavano quell’atmosfera di interesse che attraevano noi giovani studenti del Liceo classico che solevamo seguire con passione ,già da allora, i lavori del Consiglio comunale . L’estrazione sociale del “professore” fu d’essere figlio di quella piccola borghesia contadina, “i burgisi” , molto diffusa nel tessuto sociale di Partinico in quanto la terra dalle nostre parti non fu mai “feudo” ma “proprietà” trasmessa nel tempo da padre in figli anche se fortemente parcellizzata ma che tuttavia assicurava reddito e un certo benessere per cui i burgisi  appartenevano politicamente , per “classe” sociale ,a quella grande schiera di sostenitori della DC che godeva anche del grande sostegno della chiesa locale ,conservatrice ed anticomunista che sui burgisi aveva forte ascendente  . Con qualche eccezione come Matteo Provenzano ed anche altri . Al contrario dei burgisi ,i braccianti poveri che non possedevano nulla tranne che le loro braccia,erano il bacino, la forza del PCI .
Ma l’originalità dei socialisti di Partinico, soprattutto di uomini come Matteo Provenzano ,fu quella di tentare una saldatura politica ( storicamente, purtroppo , non riuscita ) tra piccola borghesia contadina e braccianti poveri della città contro la DC ,Partito della moderazione, interclassista ,della negativa conservazione ,clericale  .Provenzano, al contrario fu laico e  lasciò in eredità al Comune la sua biblioteca e gli arredi del suo studio privato .Prima dell’avvento di Giordano lo studio del “professore” era tutto composto all’interno di una sala del Palazzo dei Carmelitani e la sua fotografia campeggiava quale riconoscimento della città ad un uomo che aveva dedicato alla cultura e alla politica la sua esistenza. Ora di Matteo Provenzano resta visibile soltanto una targa che denomina una via mentre i socialisti che di fatto a Partinico non esistono più quantomeno sul piano dell'organizzazione politica , non ne possono coltivare né il pensiero né fare tesoro della sua storia politica per trasferirla, tramandarla . E allora ha ragione Lo Biundo quando sostiene “che i Partiti non esistono più”? No, non ha ragione perché dobbiamo ricordargli che se tanti altri Partiti, anche storici,  sono scomparsi o si sono trasformati in altro, restano i comunisti che non solo propongono e non si oppongono in maniera pregiudiziale ma intendono continuare ad alimentare il ricordo, il pensiero , l’esempio dei loro compagni ma si reputano anche eredi di Matteo Provenzano ,il socialista compagno “professore” che costrui’ e fu un  pezzo di storia pulita della sinistra partinicese.
Toti Costanzo 

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