mercoledì 7 dicembre 2011

"E C'AIU A FARI PI' ME FIGGHIU FALLU TRASIRI 'N'TA POLICENTRU?"


Il giovane Sal,Sindaco di Partinico, tutte le volte che ne ha la possibilità (il che ormai  avviene  quotidianamente per gentile,commossa concessione di don Pinuzzu) ,rilascia interviste a Tele Jato dalle quali emerge la sua incommensurabile, immensa , infinita  prosopopea. E nel linguaggio contemporaneo per "parlare con prosopopea" si intende un discorso fatto con eccessiva enfasi rispetto al tema trattato. Dicono i sacri testi che colui che parla "con prosopopea" si mette in ridicolo perché quello che sta dicendo con tanta enfasi è scontato per la grande parte del pubblico. Scrive  Siracide (24,1-3): « La sapienza fa il proprio elogio, in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria. Nell'assemblea dell'Altissimo apre la bocca, dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria: "Io sono uscita dalla bocca dell'Altissimo e come nube ho ricoperto la terra. » Dunque Sal-Altissimo    parla  quotidianamente davanti la sua folla adorante mentre passano davanti agli occhi dello spettatore i volti estasiati di Ntrea, Jhonny e Tandem, l’estasi frastornata  di Kate appena appena trattenuta prima di levitare, la contrizione di Bart-Bert,Jhosef e Nik, la sublimazione di Jhondesi, JhonImpa e Dom el Grieco ,l’occhio trigliato di Giacomim ,l’illanguidimento dei don Vituzzu-poli e Mimmuzzo-poli, la riconoscenza di Frank ,Nucciteddu e Baldo il marinaio ,la soddisfazione manifesta di  Totò I° , Totò II° ,don Peppino “Tanti auguri a te per Pasqua e per Natale”, la prostrazione sofferta di Totòtranch, la incontenibile gioia di  Frencis ”marcosalemarcoscende”. Tutto il resto è davvero noia . Dunque Sal-Altissimo ogni giorno di più,oramai, si convince d’essere uno e trino come il padreterno, unico come l’anice del signor Tutone di Palermo , “sulu comu  pilli-calli”. Non lo ferma più nessuno e va avanti cumu un trenu  .Va di  qua, va di  là. Si precipita dal Prefetto, dalla  signora Caronia, anche dall’ex ministro caduto, ora, in bassa fortuna e poi insieme a Mimmuzzu  questa mattina si proietta dentro l’area artigianale ,quella di contrada Margi, con la quale lui non ha niente a che spartire e meno che mai per le realizzande opere di urbanizzazione  con il finanziamento delle quali non c’entra proprio nulla . Si atteggia, si pavoneggia, fa capire “ca’ u’ pirocchiu avi a tussi”. Parla, cioé, con assoluta prosopopea
Dunque si racconta che quando Sal ,fresco fresco di nomina ,chiese per la prima volta udienza a sua eccellentissima il signor, dottor,Prefetto di Palermo che se non andiamo errati trattasi di incarico residuato dell’era napoleonica e poi fascista cioé un signore abusivo nel ruolo in quanto figura istituzionale  non prevista nella nostra Costituzione repubblicana , uno tra quelli che  oggi fa da supporto a don Arraffa-ele ( Ele: diminuitivo di Elio, Eliuccio, Eluccio?) , costui ( il napoleonico)invece di riceverlo  lo rimandò all’usciere invitandolo, quest’ultimo , a riferire personalmente a lui che avrebbe, di poi, trasferito la richiesta al suo superiore capo dei servizi di gabinetto che , a sua volta, avrebbe trasmesso le doglianze allo scopino per passare ,infine, l’informativa  al più alto in grado della gerarchia dei pulizieri del sontuoso palazzo di via Cavour.Il risultato ultimo fu che la richiesta di Sal venne immediatamente cestinata non appena fu letto quel che il giovane aveva malamente scritto con lo scopo palese di autoinvitarsi .Infatti chiamato alla decifrazione un ispettore dell’ufficio “Stranieri ” costui ritenne di solennemente dichiarare :”Trattasi di nota assolutamente indecifrabile composta da geroglifici, misti a caratteri glagotici,cirillici con l’aggiunta del sanscrito, per cui appare del tutto evidente come  il soggetto scrivente sia da annoverare tra quanti sono recentemente e clandestinamente sbarcati con barcone proveniente dal porto di Tobruk e abusivamente approdato nottetempo sulla costa di S.Cataldo “ E la nota continuava :”Immediatamente tradotto nel presidio cittadino dei carabinieri a riposo ,costoro ,presi da filiale commozione lo adottarono annoverandolo tra i soci onorari  “. Si sa ,poi, come la cosa fini. Sal ,pi’ disobbrigarisi, diede loro il giusto riconoscimento: uno lo candidò ,ad altri chiese il voto e a tutti fece un omaggio nel senso anagrafico perché falsificò tutti  i loro estratti di nascita alleggerendoli di una quarantina di anni cadauno, facendoli cosi’  diventare “ giovani” ,per consentire loro di avere disponibile uno stabile adeguatamente attrezzato e nelle salde mani di  Silvergate eclettico quanto simpatico artista che aveva tentato ,inutilmente, di far parte dei trenta attigui alla Sala degli specchi di Pazza Municipio non per averne vantaggi materiali  quanto per accansari  le stesse opportunità che hanno i personaggi all’inizio citati e cioè d’adorare e cantare in coro con loro : “t’adoriamo Sal divino,t’adoriamo Sal d’amor…” .Questo e non altro. Dunque ora pare che ci sia un eccellentissimo Prefetto, quello che oggi con tutto rispetto occupa anche lui abusivamente sempre lo storico palazzo di via Cavour,  che non solo lo riceve ma  addirittura , dice, che farà visita alla nostra città nel mese di gennaio dell’anno a venire. E non importa se la visita al napoleonico era stata congegnata da Sal per accompagnare gli ex lavoratori del Consorzio irriguo Jato con lo scopo di convincere l'eccellenza ( ovviamente non riuscendoci anche se lui, come era prevedibile confuso per  l’emozione di varcare quell’agognata soglia , ha capito l’esatto opposto)  per convincere don Raffaele ad assumerli, avendone diritto sempre secondo quel famoso articolo 4 della Costituzione che fu calpestato alla trazzera vecchia quel freddo giorno del 2 febbraio 1956 quando Danilo, Turddu,Gnaziu,Tanino,Cicciu e tanti altri comunistucoli  dovettero fare resistenza passiva, farsi trascinare nel fango e in manette all’Ucciardone per avere detto una cosa assai semplice:”Il lavoro c’è e noi ne abbiamo diritto” .Dunque ora , finalmente, lui ha potuto coronare il suo sogno,uscire dalla crisi esistenziale che lo aveva colpito quando ricevette il diniego d’essere accolto a palazzo prefettizio  .Ora lui può andare orgoglioso di se stesso e con lui la sua ampia corte che si allarga ogni giorno di più includendo esperti e collaboratori a" costo sal" ,dichiarare senza smentita alcuna che “ ho ottenuto quello che mai nessuno  nella storia di Partinico aveva ottenuto”  e cioè soldi a tinchité, dice lui,  dalla Comunità .” Un successo che nessun altro sindaco puo’ vantare”  . E qui ad elencare un fiume di danaro per il canile, la ristrutturazione dell’ex  macello ,il GAL,il PIT,il Centro commerciale naturale,perfino una “cosa” per lo sviluppo del turismo a capo della quale è stato messo un personaggio ,un ex finci comunista, che alla fine degli anni ‘80 impedi’  il disinquinamento del nostro Golfo, elemento fondamentale per qualunque processo di sviluppo legato al mare e alla costa.Da non crederci! E, infine, la regina di tutte le opere, la Poli,  che oggi fa andare in sollucchero quanti la osteggiarono ed ora l’esaltano convertiti della bontà come Paolo non sulla via  di Damasco ma della SS.113 per Alcamo  ,facendo pentire amaramente quelli che gli volevamo mettere il cappello e non poterono per eccesso di ingordigia, coloro che ai tempi di GiuGio l’avevano  prima ‘mpupata”, poi persa ed ora ritrovata .E costoro sono come il figliol prodigo che ritorna dal padre,  versando lacrime liberatorie ma per l’osso ,finalmente, ritrovato .Per cui proprio ieri nella nostra sede (lo giuriamo!) è entrata  una signora che con candore ci dice:” Ma ricitimi ‘na cosa.Uno ri me figghi trasiu ‘nto Perseu e l’avutru  no .E caiu a  ffari pi' chistu  fallu trasiri  'nta sta policentru?” . L’imbarazzo, come è comprensibile, fu tanto .Farfugliammo qualcosa .Ma insieme all’imbarazzo ,l’amarezza di verificare come e dove  siamo sprofondati .
Sala Rossa

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