Glielo avevo detto. Fu durante l’occasione di un manifestazione a sostegno di Tele Jato (eravamo proprio davanti la sede di via Francesco Crispi ) che dissi a Bartolo: “mio caro ,sprofonderai insieme a Lo Biundo”. Bartolo sorrise col suo fare conciliante e da persona educatissima( mi poteva- come si suole dire- mandare a quel paese ma non lo fece ) disarmandomi . Lo lasciai quasi subito perché mi recavo a Terrasini ,dove all’interno della sala convegni di Palazzo D’Aumale ,il mio amico d’infanzia Faro Lo Piccolo presentava ,in una sala gremita ,un suo interessantissimo lavoro. Era la narrazione della sua storia personale, alla stesura della quale coadiuvò il professore Giuseppe Ruffino,giornalista e scrittore oltre che antico compagno del PCI . E questa sua storia si intrecciava con quella della città fin dalla fine della seconda guerra mondiale. Faro non poteva non citare anche me che con lui avevo condiviso giochi e un pezzettino del percorso della mia vita di “terrasinaru”.Dunque predissi a Bartolo che sarebbe sprofondato. E la cosa mi sarebbe politicamente dispiaciuta se non altro perché avevamo fatto un percorso insieme ad altri subito dopo la fine dell’esperienza Motisi. Un percorso che aveva trovato alcuni forti momenti di incontro e di unità .Ad esempio, la conferenza stampa con la quale denunciavamo una iniziativa propagandistica di Motisi e della sua Giunta in occasione della presenza a Partinico del Ministro Pecoraro Scanio ( era la Giunta con ancora dentro artigiani e verdi) per l’abbattimento delle stalle di Valguarnera denunciando come ancora a quella data l’Amministrazione non avesse provveduto almeno all’abbattimento di quelle stalle costruite dai Vitale su area di proprietà del Comune di Partitico, e poi un Convegno sulle prospettive politiche delle nostre forze nel giardino della “Zagara” messo a nostra disposizione da un sempre generoso Tuccio Amato. Sembrava un percorso unitario che prefigurava, caduto Motisi, la costruzione di una solidarietà tra quanti prima avevano consentito a Motisi con grandi sacrifici di diventare sindaco di Partinico ma nello stesso tempo ,e per inoppugnabili ragioni , ne avevano provocato la giusta “caduta”.Bartolo “tradi” come tradirono gli “artigiani” che prima trovarono rifugio da Cracolici e poi si schierarono con Lo Biundo e con l’onorevole Antinoro. Un tradimento classico per ragioni a tutti note e sulle quale ,umanamente , abbiamo messo una pietra sepolcrale . Fu in quella occasione che Bartolo teorizzò che “in politica mai dire mai”. La frase molto conosciuta e diffusa ovviamente negli ambienti pseudo-politici e terra terra resta per me sempre moralmente non condivisibile. Bartolo s’intruppò con Lo Biundo avendo costruito una lista nella quale, all’ultimo momento, portò il suo determinante contributo il dottore Giuseppe Lo Baido che cosenti’ a questa di raccogliere tanti voti da potere eleggere quale consigliere comunale persino lo stesso Bartolo. L’incarico di assessore fu il coronamento di un “sogno” , inseguito ed umanamente comprensibile, che diventava realtà. Ma ,ovviamente, Bartolo non aveva fatto i conti con l’oste. E l’oste si chiamava e si chiama Lo Biundo ,la sua concezione dei rapporti politici ed anche umani ,la logica che lo guida che non è certamente l’apprezzamento per lo stile , la cultura, la capacità dialettica ma “quanto vali?”, “quanti consiglieri mi porti a sostegno?” “E se non vali niente non portando in dote neppure un consigliere perché ti debbo tenere in Giunta?”. E’ proprio il classico ragionamento utilitaristico del mondo contadino, quello più sprofondato nel medioevo in senso culturale, che di fronte alla possibilità di coltivare broccoli piuttosto che fave sceglie ciò che gli possa portare di più in termini di vantaggio . Ora i due consiglieri comunali (Lo Baido e il subentrante a Bartolo avvocato De Gaetano) hanno dichiarato la loro indipendenza e dalla maggioranza e dallo stesso Bartolo che cosi’ si ritroverà come si ritrovò Antonella Lo Porto prima e Mimmo Briganò poi cioè assessori senza sostegno consiliare e dunque da licenziare . Ed ovviamente a Lo Biundo servono sostenitori non uomini carichi di stile o di “finezza”,ma quelli con un evidente "peso" elettorale . Gli intellettuali anche senza voti gli servono ( e per questo li corteggia,li blandisce e promette ) perché siano il paravento di questa amministrazione ,la foglia di fico per coprire una serie infinita di “vergogne politico-amministrative” .Che fine farà, politicamente parlando , Bartolo Parrino che voleva conquistare uno spazio nella politica partinicese ma lo voleva conquistare a qualunque costo ?Lo stesso che ha già prefigurato il Sindaco alla domanda : “ Aprirà la sua maggioranza ad altre formazioni politiche”? Risposta:” No, non ad altre forze politiche ma alla “società civile”. Dunque tu non c'entri più perché della società civile “fosti” e no lo sei più per cui ti conviene ,fin da ora, “cunurtariti” .Dunque la tua stagione appare sempre più conclusa ed hai sbagliato quando hai avuto l'opportunità di concluderla tu (dovevi fare una specie di contropiede) cogliendo l'occasione che ti fu offerta quando Lo Biundo ti tolse la prestigiosa delega ai beni culturali,umiliandoti, per affidarla di fatto all’architetto Giuliana che assessore non lo é ma lo é.Sbagliando, sei rimasto attaccato come si attaccarono, alla vasca da bagno, le cozze pelose date in regalo interessato al sindaco di Bari,Emiliano .Ora ti serve un lungo bagno di umiltà , di riflessione e di espiazione . Fidati ,perché te lo dice uno che ti apprezza a "prescindere" .Come avrebbe detto Totò.
Toti Costanzo
2 commenti:
Siccome in politica mai dire mai, chissà che Parrino non diventi consulente esterno a costo zero come ha fatto l'incosciente D'Orio disonorato e buttato fuori dalla porta e rientrato dalla finestra..
Mio caro amico con Lo Biundo tutto é possibile.Toti
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