Non sappiamo quanti, tra i
nostri lettori, abbiano fatto le stesse
considerazioni che abbiamo fatto noi davanti la notizia dell’arresto di circa 40 persone, tra
cui il sindaco di Montelepre Giacomo Tinervia, , che risulterebbero elementi costitutivi del nuovo
Mandamento mafioso che comprende non solo il nostro Comune ma quelli del
territorio (Borgetto, Giardinello e Montelepre) insieme a Camporeale , S.Guseppe Jato ,Piana degli
Albanesi. Un mandamento all’interno del
quale Partinico pare non abbia più un ruolo predominante cosi’ come avveniva
durante la prima repubblica e poi nella seconda quando la mafia aveva i nomi soprattutto
dei Vitale
La prima considerazione è quella relativa al sindaco di Montelepre.
Ci siamo chiesti: ma come è possibile che un “uomo politico” che a quanto si apprende dalle notizie di stampa non sarebbe mafioso
nel senso di una sua organica appartenenza a Cosa Nostra - ma sicuramente con questa ha avuto interessi
e contiguità- e che nella politica avrebbe dovuto trovare le ragioni di un nobile impegno nei
confronti della collettività che gli ha manifestato fiducia ( a Tinervia questa
non le è mancata neppure per il secondo mandato) ,possa cosi miserabilmente
tradire e mettersi nelle mani di ignobili malavitosi, che intendono vivere
sulle spalle di chi lavora e che nessuna azione poliziesca o legge riesce a
debellare? Tinervia è un uomo giovane, ha una famiglia, è conosciuto in
ambienti politici palermitani ,ha studiato e con un lavoro , a quanto è dato
sapere, abbastanza remunerato, che si esprime correttamente in italiano, che ha
organizzato iniziative a sostegno della legalità e contro la mafia . E allora,
perché ?
La seconda considerazione. Non solo , a quanto pare, l’attuale giovane
sindaco di Giardinello eletto nel 2012 ma anche altri candidati alla
sindacatura del piccolo borgo , insieme ad un ex sindaco che sponsorizzava
l’elezione del figliuolo a consigliere, pare abbiano chiesto voti e protezione
i mafiosi della cittadina . Ma come è
possibile che giovani cresciuti in ambiente familiari certamente protettivi,
che hanno frequentato le scuole superiori o l’università elevando il loro
livello culturale ,sentano la necessità di prostituirsi nei confronti di
personaggi che con la loro sola presenza inquinano la vita di una intera
collettività manifestando incapacità a recidere definitivamente e decisamente il cordone ombelicale che ancora
potrebbero legare le loro famiglia ad una subcultura mafiosa fatta di
sopraffazione, violenza, delitti?. Cosa li spinge a cercare il consenso rivolgendosi
e subordinandosi a personaggi che loro per primi dovrebbe tenere distanti e
lontani non solo dalle loro persone ma anche dai luoghi delle Istituzioni?
La terza considerazione che
è anche una preoccupazione . Ma se Tinervia
o pezzi della “ politica di Giardinello” per farsi leggere o
sostenere hanno cercato l’ausilio che
reputano indispensabile dei malavitosi e
dei mafiosi ritenendo costoro portatori di consenso ( significativa la storia
di Cuffaro, Lombardo,Antinoro e cosi’ via)
, allora può essere accaduto anche in altre città del nostro
comprensorio compreso la nostra ?Ed
eventualmente mafia e malavita chi avrebbero sostenuto, ad esempio, nella ultima
competizione elettorale del 2008 ? E’ un interrogativo che dobbiamo porci avendo
la pazienza di sapere attendere convinti che prima o poi anche da noi la pentola sarà scoperchiata .
C’E’ UN’ULTIMA CONSIDERAZIONE FA FARE. Dicevamo all’inizio del post
della costituzione del nuovo Mandamento mafioso dentro il quale la nostra città
non ha,però, più quel ruolo predominante
che ebbe dall’inizio della Repubblica e fino alla conclusione della guerra tra le cosche
con la sconfitta della vecchia mafia partinicese e l’escalation della famiglia
Vitale.Finiva un’epoca durante la quale la pax mafiosa aveva saputo convivere
con la politica locale rispettandone i ruoli . E la pax consentiva alla città
d’avere rappresentanti politici ai più alti livelli .Dal Parlamento nazionale
alla Regione passando per la
Provincia dentro cui “i
partinicesi” ebbero un ruolo preponderante .La fine della vecchia mafia coincide con la fine della supremazia
politica dei partinicesi nei confronti delle comunità viciniori.. Se prima non c’era
sindaco del territorio che non veniva eletto se non col consenso della DC o
del PSI di Partinico e questi Partiti eleggevano autorevoli rappresentanti nelle istituzioni nazionali ,cosi’ come non c’era lavoro pubblico che non venisse
assegnato dall’autorevolezza della vecchia mafia,OGGI NON E' PIU' COSI'
Dunque , in contemporanea ,la Partinico “politica” viene
relegata ai margini dei processi che contavano cosi’ come la Partinico mafiosa
cambiava pelle . Dalla mafia politica, la mafia del faire play e del compromesso
si passò a a quella sanguinaria alleata dei Riina e dei Provenzano .Ma l’avvento
dei Vitale che si macchiarono anche del delitto dell’avvocato Giuseppe La Franca, fu fortemente contrastata da una “nuova
politica” che ebbe quale rappresentante il sindaco Cannizzo. Come a dire che se la politica vuole può mettere davanti una barriera insormontabile alla mafia per neutralizzarne la devastante azione Ora Partinico
politica nel territorio non conta più nulla cosi’, come pare, non conti più
nulla la Partinico
mafiosa. Ma è proprio cosi’ per la mafia ?.E ribadiamo: dopo la stagione della Cannizzo ,per chi ha fatto votare la mafia locale? E alle prossime elezioni quali candidati consiglieri o quale candidato sindaco sosterrà?,
Toti Costanzo
Nessun commento:
Posta un commento