martedì 9 aprile 2013

CHI HANNO FATTO VOTARE ,O FARANNO VOTARE , MAFIA E MALAVITA NOSTRANA ?



Non sappiamo  quanti, tra i nostri lettori, abbiano  fatto le stesse considerazioni che abbiamo fatto noi davanti la  notizia dell’arresto di circa 40 persone, tra cui il sindaco di Montelepre Giacomo Tinervia,  , che risulterebbero elementi costitutivi del nuovo Mandamento mafioso che comprende non solo il nostro Comune ma quelli del territorio (Borgetto, Giardinello e Montelepre) insieme a  Camporeale , S.Guseppe Jato ,Piana degli Albanesi. Un mandamento  all’interno del quale Partinico pare non abbia più un ruolo predominante cosi’ come avveniva durante la prima repubblica e poi nella seconda quando la mafia aveva i nomi soprattutto dei Vitale
La prima considerazione è quella relativa al sindaco di Montelepre. Ci siamo chiesti: ma come è possibile che un “uomo politico” che a quanto si apprende  dalle notizie di stampa non sarebbe mafioso nel senso di una sua organica appartenenza a Cosa Nostra  - ma sicuramente con questa ha avuto interessi e contiguità-  e  che nella politica avrebbe dovuto  trovare le ragioni di un nobile impegno nei confronti della collettività che gli ha manifestato fiducia ( a Tinervia questa non le è mancata neppure per il secondo mandato) ,possa cosi miserabilmente tradire e mettersi nelle mani di ignobili malavitosi, che intendono vivere sulle spalle di chi lavora e che nessuna azione poliziesca o legge riesce a debellare? Tinervia è un uomo giovane, ha una famiglia, è conosciuto in ambienti politici palermitani ,ha studiato e con un lavoro , a quanto è dato sapere, abbastanza remunerato, che si esprime correttamente in italiano, che ha organizzato iniziative a sostegno della legalità e contro la mafia . E allora, perché ?
La seconda considerazione. Non solo , a quanto pare, l’attuale giovane sindaco di Giardinello eletto nel 2012 ma anche altri candidati alla sindacatura del piccolo borgo , insieme ad un ex sindaco che sponsorizzava l’elezione del figliuolo a consigliere, pare abbiano chiesto voti e protezione i mafiosi della cittadina  . Ma come è possibile che giovani cresciuti in ambiente familiari certamente protettivi, che hanno frequentato le scuole superiori o l’università elevando il loro livello culturale ,sentano la necessità di prostituirsi nei confronti di personaggi che con la loro sola presenza inquinano la vita di una intera collettività manifestando incapacità a recidere definitivamente e  decisamente il cordone ombelicale che ancora potrebbero legare le loro famiglia ad una subcultura mafiosa fatta di sopraffazione, violenza, delitti?. Cosa li spinge a cercare il consenso rivolgendosi e subordinandosi a personaggi che loro per primi dovrebbe tenere distanti e lontani non solo dalle loro persone ma anche dai luoghi delle Istituzioni?
La terza considerazione  che è anche una preoccupazione . Ma se Tinervia  o pezzi della “ politica di Giardinello” per farsi leggere o sostenere hanno cercato  l’ausilio che reputano indispensabile dei  malavitosi e dei mafiosi ritenendo costoro portatori di consenso ( significativa la storia di Cuffaro, Lombardo,Antinoro e cosi’ via)  , allora può essere accaduto anche in altre città del nostro comprensorio compreso la nostra ?Ed eventualmente mafia e malavita chi avrebbero sostenuto, ad esempio, nella ultima competizione elettorale del 2008 ? E’ un interrogativo che dobbiamo porci avendo la pazienza di sapere attendere convinti che prima o poi anche da noi  la pentola sarà scoperchiata  .
C’E’ UN’ULTIMA CONSIDERAZIONE FA FARE. Dicevamo all’inizio del post della costituzione del nuovo Mandamento mafioso dentro il quale la nostra città non ha,però,  più quel ruolo predominante che ebbe dall’inizio della Repubblica e fino  alla conclusione della guerra tra le cosche con la sconfitta della vecchia mafia partinicese e l’escalation della famiglia Vitale.Finiva un’epoca durante la quale la pax mafiosa aveva saputo convivere con la politica locale rispettandone i ruoli . E la pax consentiva alla città d’avere rappresentanti politici ai più alti livelli .Dal Parlamento nazionale alla Regione passando per la Provincia dentro cui “i partinicesi” ebbero un ruolo preponderante .La fine della vecchia mafia coincide con la fine della supremazia politica dei partinicesi nei confronti delle comunità viciniori.. Se prima non  c’era sindaco del territorio che non veniva eletto se non col consenso della DC o del PSI di Partinico e questi Partiti eleggevano autorevoli rappresentanti nelle istituzioni nazionali ,cosi’ come non c’era lavoro pubblico che non venisse assegnato dall’autorevolezza della vecchia mafia,OGGI NON E' PIU' COSI' 
Dunque , in contemporanea ,la Partinico “politica” viene relegata ai margini dei processi che contavano cosi’ come la Partinico mafiosa cambiava pelle . Dalla mafia politica, la mafia del faire play e del  compromesso  si passò a a quella sanguinaria alleata dei Riina e dei Provenzano .Ma l’avvento dei Vitale che si macchiarono anche del delitto dell’avvocato Giuseppe La Franca,  fu fortemente contrastata da una “nuova politica” che ebbe quale rappresentante il sindaco Cannizzo. Come a dire che se la politica vuole può mettere davanti una barriera insormontabile alla mafia per neutralizzarne la devastante azione Ora Partinico politica nel territorio non conta più nulla cosi’, come pare, non conti più nulla la Partinico mafiosa. Ma è proprio cosi’ per la mafia ?.E ribadiamo: dopo la stagione della Cannizzo ,per chi ha fatto votare la mafia locale? E alle  prossime elezioni  quali candidati consiglieri o quale candidato sindaco sosterrà?, 
Toti Costanzo
















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