Devo ammettere che ,ormai , poche
sono le cose che mi fanno ancora
arrabbiare Non sopporto, ad esempio, che
un cosiddetto “uomo politico” possa, nell’attribursi la realizzazione di
un’opera pubblica , non chiarire e ricordare come quell’opera sia il frutto di
tante strati sedimentati di impegno per cui alla fine quella non può essere
patrimonio dell’ultimo arrivato , ma di tanti. Sarebbe come dire che il restauro del palazzo dei Carmelitani sia
soltanto l’opera del sindaco Gigia Cannizzo ultima in ordine di tempo dimenticando il percorso già
iniziato dall’amministrazione di Gino Geraci e prima ancora da Giuseppe Di
Trapani . Eppure accade ancora ad oggi -e non solo con Lo Biundo il quale
continua a sostenere che prima del suo arrivo al palazzo ,la città di Partinico
viveva in un cono oscuro della storia
senza opere, senza identità, come a dire senza arti né parti – di
ascoltare godibili interviste televisive aventi quali personaggi protagonisti l’intervistatore Pino
Maniaci e l’intervistato Enzo Briganò il quale si é intestato una serie di opere che risultano, però, partorite e poi create soltanto dalla sua fertile fantasia ,
E’ accaduto qualche giorno or sono . Briganò ,personaggio effervescente
della politica locale e sul “mercato”
da circa un ventennio avendo fatto di tutto ( consigliere comunale, vice
sindaco, consigliere provinciale, candidato alle regionali) e che continua a meravigliarci per la sua indole
indomabile di politico periferico che come spesso ho scritto é come 'a zzà Nina :stanca si ma sazia mai ! ,ci comunicava che non avrebbe disdegnato
d’essere eletto quale sindaco della città tant’è che aveva già in cantiere
la preparazione di due liste a suo sostegno .Cosa assolutamente lecita nel
senso che non stà a noi togliere il piacere a chi vuole gustare l’ebbrezza di una
nuova esperienza. Poi ,magari, vedendolo interloquire e cercando ,seppur con
difficoltà ,di tenere testa alle insidiose e pertinenti domande di Maniaci che
quando vuole mettere in difficoltà il suo interlocutore non gli mancano di certo le argomentazioni, ti
chiedi “Ma in un ventennio ,costui ,cosa
avrebbe realizzato di cosi’ straordinario al punto da tentare di convincere i nostri
concittadini ,eventualmente, a votarlo?”.Tu fai un veloce escursus della
sua attività da consigliere provinciale e ti restano poche cose in mente : la
sponsorizzazione di qualche pubblicazione esoterica,il finanziamento di qualche
progetto di cooperativa o associazione assai vicina, di qualche sagra paesana del tipo “La
sagra del polipo a Terrasini” oppure la fine dello sport nella città e
l’abbandono dell’impiantistica sportiva quando fu assessore con Giugio. E
niente più. Ma lui ,durante l’intervista , cerca di rappresentarsi come colui
che non fu mai .Disse di opere che si potevano assegnare al suo carnet, opere
importanti di cui portava vanto .E citava: il
MATTATOIO INTERPROVINCIALE E L’ELISOCCORSO DI MIRTO mentre gli restava il desiderio di non
avere potuto ancora realizzare LA PISTA
CICLABILE ATTORNO
AL LAGO POMA. Non so per quale
recondita ragione , ascoltandolo, mi sovvennero alcuni versi di “ A colui che non è venuto” ,della poetessa Ada Negri :”Cosi’, polvere e cenere divenne cio’ ch’io toccai. Seccarono le
polle.Avvizzirono i tralci e le corolle e morte ,in vita, in suo poter mi
tenne”.
Dunque nel carnet di Briganò ,al più, opere sognate o
iniziate da altri e mai realizzate
sopratutto perché poco ebbe a contare ,politicamente, all’interno delle
maggioranze che lui costantemente ha sostenuto : da Musotto ad Avanti senza
soluzione di continuità .
Incominciamo dalla PISTA
CICLABILE .Buona idea ma ben poca
cosa rispetto a quella originaria di Toti Costanzo ed Enzo Bonomo e progettata nel 1999 dall’architetto
Ascone Modica Emanuele che è quella di valorizzazione dell’invaso Poma ,ora
oasi protetta dalla Regione siciliana, e presentata dal Partito della
Rifondazione Comunista in una conferenza stampa insieme al già deputato regionale Francesco Forgione, proprio alla provincia di Palermo: pista ciclabile, campo
di canottaggio, osservatorio ornitologico, recupero e riutilizzo della Case di
Fellamonica, recupero della necropoli bizantina ,Museo “Dolci” a Torre
Azzalora, parco per i pic-nic, riutilizzo dei capannoni ex CORIN per foresteria
atleti e vasche di allenamento. Ovviamente il campo di canottaggio richiesto da
tempo dalla Federazione nazionale per lo svernamento e allenamento degli atleti
in ragione della mitezza del nostro clima . Un vero e proprio contributo per lo sviluppo
turistico del nostro territorio
Il progetto ,va detto per onor del vero, era stato condiviso dal consigliere Briganò che,
tuttavia, NON E’ STATO MAI NELLA CONDIZIONE DI FARLO
FINANZIARE PROPRIO QUANDO LA PROVINCIA
FINANZIAVA , ADDIRITTURA, PALAZZETTI DELLO SPORT O PISCINE
OLIMPIONICHE IN QUEL DI CEFALU’ E DINTORNI ,ZONE D’INTERESSE DEL PRESIDENTE
MUSOTTO CUI BRIGANO’ RESSE IL MOCCOLO COSI’ COME E’ STATO CON AVANTI
ELISOCCORSO DI MIRTO. Anche i bambini che hanno frequentato la
scuola di Mirto, ora diventati adulti, sono a conoscenza che l’amministrazione
di Gino Geraci (vice sindaco Costanzo)
aveva individuato e già fatto spianare dall’assessore ai LL.PP.
Bongiorno e nei pressi dell’anfiteatro costruito da Danilo ,uno spazio per la
realizzazione dell’elisoccorso. Quella Giunta aveva scelto proprio quell’area
perché collegata con l’ospedale attraverso la via che incrocia la SP per S. Giuseppe Jato, perché
di proprietà del Comune e perché gli
elicotteri provenienti dal campo di Boccadifalco nel loro percorso sarebbero
“entrati” a Mirto percorrendo lo spazio aereo alle spalle della Collina Cesarò
e dunque in assenza di ostacoli quali fili di alta tensione o telefonici.
.Quella Giunta ,per vicende assai note, non poté definire quell’opera di cui
nessuno si occupò più fino a quando non lo fecero, per pressioni della
direzione e dei medici dell’ospedale , i consiglieri provinciali di Partinico
Motisi, Di Marco,Provenzano ed anche Briganò. Costoro, però, piuttosto che riprendere l’opera iniziata pensarono di
farla realizzare alle pendici della Collina Cesarò e proprio di fronte
l’Ospedale con due grosse ,negative condizioni: l’opera doveva realizzarsi su
area di privati che andava espropriata e pagata
e che gli elicotteri avrebbero dovuto attraversare il cielo della città
,passando davanti la Collina ,
con tutti i gravi ,possibili altri inconvenienti come gli alti palazzi e le linee elettriche e telefoniche. .
Rifondazione Comunista con Ottavio Puleo e con Franca Tranchina nella Giunta Motisi poi, spinsero per la ripresa dell’antico
progetto. E cosi’ fu. Il resto è cronaca di oggi : UN MARE DI SOLDI PUBBLICI BUTTATI AL VENTO, UN'OPERA NON FUNZIONANTE ,UNA SCENEGGIATA CHE HA VISTO L'EX PRESIDENTE AVANTI SCENDERE DALL'ELICOTTERO MENTRE IL CONSIGLIERE BRIGANO' ED UNA SCIA DI CORTIGIANI IMPENITENTI ,TRA CUI LO BIUNDO ,OSANNARE ED INCHINARSI . Resta da dire del Mattatoio interprovinciale
MA SUL MATTATOIO NON SCRIVO . SE NE AVETE VOGLIA UN
INVITO A LEGGERE UN POST DI SALA ROSSA DI GIOVEDI’ 8 OTTOBRE 2009 AL QUALE NON C'E' ALCUNCHE' DA TOGLIERE O AGGIUNGERE
.
giovedì 8 ottobre 2009
VITO , ENZUCCIO ED
IL MATTATOIO INTERCOMUNALE
Sono fermamente
convinto che chissà a quanti è capitato, alla fine di un servizio
televisivo e dopo avere anche ascoltato alcune interviste che normalmente il
giornalista fa a personaggi che prendono parte all’evento , di concludere con
un :"Picciò sugnu cchiù cunfusu ca pirsuasu!”Non è per mancanza di
riguardo nei confronti di due personaggi della politica partinicese, Vito Di
Marco ed Enzo Briganò,intervistati dalle tivvù locali nell’occasione della
ripresentazione della ripresa dei lavori del progetto
del mattatoio intercomunale alla
Cantina, ma il fatto è che VERAMENTE non
sono riuscito a dare una benché minima risposta ad un interrogativo che girava
e rigirava in testa e che sostanzialmente diceva: “ Ma chi vosiru riri!”. Dice,
per primo Vituzzu, che lui era contento, che finalmente si riprendevano i
lavori, che era soddisfatto perché il mattatoio significa lavoro,sviluppo e poi
,a conclusione , infila nel suo ragionamento un concetto espresso in tante
altre occasioni e cioè che è importante,per lui, dare inizio ad un’opera perché alla
fine si arriva sempre a conclusione . Ma Vitù,
com’è mi chiedo,che s’arriva
sempre a conclusione ? Ma ti rendi conto che il mattatoio nasce nel 1988 (
avete capito bene e cioè oltre vent’anni or sono!) e che nasce non solo perché ,ALLORA, aveva un
senso realizzarlo in ragione della presenza nel territorio di centinaia e
centinaia di allevamenti e nasce dalla volontà
del Consiglio di Amministrazione del Consorzio per il disinquinamento e
riqualificazione dell’area del Partinicese (, Mimmo Briganò, , Totuccio
Macaluso ,Salvatore Ferrara , Toti Costanzo, Salvatore Giuliano ed altri ) che lo propose alla Provincia di
Palermo ( Assessore all’epoca ai lavori pubblici era Pino Lombardo) che accolse
la proposta e lo finanziò per 40 miliardi delle vecchie lire? .Che i lavori hanno inizio alla fine degli
’90 con l’Assessore provinciale Coppolino? Ti
rendi conto che per il mattatoio,dopo oltre vent’anni, siamo ancora come tu hai detto “alla
posa della prima pietra “-ammesso
che abbia oggi un senso definirlo nelle stesse dimensioni perché non siamo alla prima pietra ma - io dico-“semu appena appena
all’arba. ”? Vituzzu, inguaribile ottimista! Bisogna rendersi conto che la
logica ,allora come ora ,è sempre la stessa quella della dicci’di prima e dell’ uddicci ,emmepia,pidielle di
oggi,per cui le cose hanno un inizio ma mai una fine. Tu dici come sia
importante che le opere inizino perché,poi si concluderanno? E come fini’ con
la piscina intercomunale? Inizio anno domini 1982 .E con la stazione degli
autobus in via Montelepre?Inizio anno domini 1983. E con le opere di civiltà
del quartiere Garofalo? E con i
collettori fognari ed idrici di Borgo Parrini? No, caro Vito, con voi le opere
iniziano( quando iniziano ) ma è certo che non finiscono mai. Sono dovuti trascorrere quarant’anni( qua-rant’-anni!) perché con Masetto ed altri amici
potessimo vedere la
Cantina recuperata,
restituita a dignità , bella, lucida, splendente liberata dalla merda delle
vacche e delle pecore .E c’é voluta una rottura
nel vostro sistema di potere che si chiamò sindacatura Cannizzo .Ora, se Vito
Di Marco buon per lui ,è un ottimista a tutti i costi, Enzo Briganò quando parla, mi fa sempre “moriri” . Dice Enzuccio ad un giornalista
televisivo e rivolgendosi a Vito, che per il mattatoio non si trattava di porre
la prima bensi’ la seconda pietra . E chi gli può dare torto? Però,poi,
Enzuccio , da esperto in economia politica ed aziendale, disquisisce esaltando
l’opera( come d’altronde aveva fatto , vi ricordate,per il progetto Policentro
) definendola un volano di sviluppo, un’occasione importante ed irripetibile,
per concludere alla fine che avendo incontrato un “carnezziere” di Partinico costui gli diceva che nella nostra
città le carnezzerie da venti
sono passate appena a otto. Ma come,mi viene da chiedergli, i carnezzieri
scompaiono e quindi scompaiono anche gli allevatori e tu esulti per un
mattatoio che quando si concluderanno i lavori( se si concluderanno) la carne
la venderanno , come avviene già oggi, soltanto i supermercati che si aprono a
Partinico "a ccu
nni voli nnavi" e che
l’importano dall’estero o dalla Padania ?
Mi cadono le
braccia a sentire i due amici ,che rivestono incarichi sul piano provinciale,
avere una conoscenza dei problemi
del nostro territorio cosi’ superficiale
che, spesso, si accompagna all’improvvisazione. Qualunque amministratore di
buon senso avrebbe chiesto , prima di rimettere la seconda pietra in quel luogo
, una revisione del progetto modellandolo alla situazione strutturale ed
economica degli allevamenti di OGGI e non a quelli di vent’anni or sono.E
avrebbe anche posto con forza al Presidente della Provincia che invece di feste
e sprechi pensi a sostenere gli allevamenti e gli allevatori che sono ancora
rimasti . Il fatto è che per alcuni qualunque cosa si faccia è sempre cosa
buona mentre non si rendono conto che spesso si tratta di sprechi e che a
gioire é sempre la mafia degli appalti ,cui interessa fornire il cemento,
manodopera e chiedere anche il pizzo.E, dunque, la mafia, anche ieri ha
sentitamente ringraziato.
Toti Costanzo
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