martedì 13 maggio 2008

DALLA FINE DI MOTISI ALLA FRANTUMAZIONE DELLA POLITICA LOCALE

Era assolutamente prevedibile che con la fine del centro sinistra di Partinico o, meglio, dell'Unione (gli eredi della ex DC, Rifondazione, Verdi, DS, Comunisti Italiani, ex socialisti, pezzi della città che produce) e che nel 2005 aveva eletto Motisi, la vita politica della città avrebbe avuto una ulteriore svolta NEGATIVA. Abbiamo detto e scritto in tante occasioni e in tempi non certo sospetti, che la fine dell'esperienza Motisi per gravissime sue responsabilità e del suo Partito (o pezzi importanti dello stesso), avrebbe provocato non solo la fine di un governo della città, la definitiva frantumazione delle forze politiche di centro sinistra e l'esplosione di personalismi e interessi di piccole parti ma, paradossalmente, anche la proliferazione di tanti "leader" provenienti sopratutto dal centro destra (ma non solo!) convinti che "oggi si può". D'altronde questo fenomeno si era già ravvisato nelle comunali del 2005 (e per questo Motisi fu eletto Sindaco della città) quando si presentarono ben quattro candidati a Sindaco, tutti riconducibili ed espressione dell'ex Polo delle Libertà. Dunque la fine anticipata della consiliatura, la fine dell'esperinza Motisi e la dissoluzione del cosidetto centro sinistra, ha convinto tanti che questa nuova tornata elettorale avrebbe potuto rappresentare "la sua occasione". E, dunque, frantumazione del centro sinistra frantumazione del centro destra, formazione di gruppi autonomi e costruzione di notevoli, nella quantità, liste cosidette CIVICHE cioé non riconducibili ad alcun Partito politico.
Era, dunque, prevedibile che alcuni esponenti della vita politica della passata consiliatura (sopratutto dell'ex centro destra) e che da tempo mordevano il freno, avrebbero percorso a livello locale una via autonoma dai Partiti d'appartenenza con lo scopo dichiarato di "sentirsi" e diventare punto di riferimento di pezzi di elettorato e tentare la gestione di tutto o di parte del potere locale. E con la frantumazione delle forze politiche, la proliferazione di tanti "piccoli" leader locali ciascuno dei quali con un interesse ben preciso: "esserci" e nel caso di un ballattaggio tra altri contendenti, contrattare ruoli, funzioni, poteri.
Mi chiedo se tutto questo rappresenta la definitiva fine di un'epoca che aveva visto SOPRATUTTO i Partiti organizzati avere un ruolo, definire una politica attraverso un programma, liste sostanzialmente connotate, un'esecutivo, un candidato Sindaco. In una parola: UNA POLITICA. E mi chiedo e lo chiedo ad altri, se tutto questo processo rappresenta la fine della POLITICA, la fine DEI PARTITI o la fine di ENTRAMBI. Sarebbe interessante aprire una discussione su questo per comprendere, poi, dove va o andrà nell'immediato futuro l'economia, la cultura della città, la sua vita sociale, i suoi bisogni. In una parola dove va o andranno i Partiti, i Gruppi, la Società partinicese.
Io sono convinto che NON siamo di fronte ad un processo POSITIVO, seppur dico che bisogna guardare con attenzione a quel che accade o a quel che potrebbe accadere da qui' a giorni. Cioé sono convinto, OGGI, che questi gruppi o liste civiche, espressione sopratutto del centro destra, non siano spinti dalla necessità di costruire un processo politico "liberatorio", cioé di presa di coscienza della fine di una SUBORDINAZIONE che restituisce ai gruppi locali autonomia rispetto a linee politiche determinate in altre sedi, provinciali o regionali e non sempre condivise. E lo dico dispiaciuto perché, purtroppo, se così fosse non avremmo visto gli ispiratori di queste liste (almeno quelli che si sono appalesati) sopratutto del cosidetto centro destra, impegnati nella ricerca spasmodica di voti a uomini politici espressione dei Partiti organizzati cui loro, si presume, facciano ancora riferimento con lo scopo di "misurarsi" con altri presunti leader locali. Dunque voti a Musotto, a Mineo, a Rao, a Mattarella, a Cracolici, a Campagna e così di seguito. Cioé NON voti PRIMA AL PARTITO e POI AL CANDIDATO, ma l'esatto contrario.
Dunque dobbiamo constatare LA MANCANZA DI AUTONOMIA dei gruppi locali? Che tanti di questi leader locali oggi si muovano soltanto con lo scopo di costruire CONTENITORI ELETTORALI che potrebbero finire come i fuochi d'estate? Che dentro questi contenitori non c'é "l'anima politica", "l'idea" di Società", la "strategia" delle alleanze possibili e quanto più politicamente o MORALMENTE omogenee? Tali interrogativi dovrebbero intanto aprire una discussione OGGI, seppur necessita che la discussione DOMANI possa e debba proseguire. Noi vorremmo dare il nostro modesto contributo di Comunisti.

Toti Costanzo

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