L'estate dell'84 fu memorabile e di questa abbiamo raccontato nel pamphlet dal titolo "Quel mare rosso shoking"pubblicato sul nostro sito www.rifondazionepartinico.it. Lì, risulta evidente come 24 anni or sono pochi comunisti e, successivamente dopo le prime iniziative del PCI, pochissimi democristiani condussero una lotta a fondo e contro il ruolo negativo della distilleria Bertolino e, sopratutto, contro le sue locali protezioni politiche. Lo slogan di quella stagione fu: "Vogliamo aria, acqua e mare pulito".
Quella lunga estate di lotta che si inseriva nel filone di quella per il lavoro (lo sciopero alla rovescia), contro le tasse e a sostegno delle grandi vertenze per l'acqua e per lo sviluppo dell'agricoltura (la costruzione della diga sullo Jato) poneva, per la prima volta nella storia della città all'attenzione dell'opinione pubblica, e non solo di Partinico, come la difesa della salute e dell'ambiente diventavano "questione".
Così fu, e quel "primo round" fu vinto dalle forze che allora si spesero con determinazione e passione per una giusta causa.
Tuttavia forti erano gli interessi che ruotavano e che ancora ruotano attorno alla distillazione del vino per cui, fu allora necessario, da parte dell'industriale, convincersi che "la guerra" si poteva fare ma anche i potenti, come capitò agli americani nel Vietnam, le guerre le possono perdere. E, dunque, la titolare della distilleria fu convinta da un "Gianni Letta" locale che era anche suo dipendente oltre che dirigente della squadra del Partinicaudace, che bisognava sotterrare l'ascia di guerra, aprire alla città, farsi "integrare" nel tessuto oltre che economico anche sociale.
E fu così che nacque l'operazione acquisto del Partinicaudace, assunzione di un grande allenatore come Gigi Del Neri, e tentare la promozione in C2.
Ovviamente da quel giorno la stragrande maggioranza dei nostri concittadini "la puzza" non la sentì più, lo stadio comunale tirato a lucido (ma lo avete visto in che condizione é oggi?) ogni domenica era pieno come un uovo ed una inchiesta riportata, allora, dal giornale di Sicilia rendeva evidente come "la signora" fosse gradita alla stragrande maggioranza dei partinicesi quasi quanto padre Pio di cui, recentemente, si é collocata l'ennesima statua. Miracolo del calcio e sopratutto miracolo prodotto da alcune centinaia di milioni di lire necessarie a sostenere quell'importante progetto sportivo. Durò poco e, come era abbastanza ovvio, non eliminò dall'agenda politica e sociale di Partinico la "questione ambiente".
PERCHE' RICORDO QUESTA VICENDA? Perché la storia si ripete. E si ripete, ovviamente in altro contesto e con altri protagonisti .
Non più l'industria Bertolino ed il vino ma la grande società d'affari quale la Policentro che con prepotenza e arroganza acquista terreni a suon di miliardi, intendendo costruire città commerciali a scapito del commercio locale (i nostri commercianti non vi appaiono come quei buoi che vengono portati al macello ma se ne stanno con la testa china e, al massimo, emettono qualche mmmmhu?), utilizza i buoni uffici di tanti entusiastici sponsor politici di vecchia, nuova e nuovissima generazione, piega al suo volere quelli che apparivano non solo riottosi ma anche esasperati (vi ricordate le occupazioni, le catene, i consigli comunali di fuoco, i documenti, gli ordini del giorno, i propositi, le assemblee partecipate, i consorzi di commercianti ed artigiani) e sceglie non più il calcio ma un altro nobile ed importante sport quale il basket per il quale, con l'occasione, rendiamo omaggio a Franco Zangara "anomala" figura di allenatore sportivo ma sicuramente dello stesso valore tecnico di un Del Neri.
Dunque c'é una Società d'affari, c'é di mezzo uno sport, ci sono intanto sul piatto alcune diecine di migliaia di euro in sostituzione delle vecchie lire e, vi chiederete, ci sono stati anche in questa occasione i "Gianni Letta" anno 2008? E se ci sono stati, chi sono? A "leggere" le immagini televisive che recentemente presentavano al pallone tensostatico la "sponsorizzazione" ufficiale alla presenza di referenti della Policentro, i dirigenti del COSAR e l'immancabile e poliedrico Pino Maniaci.
Toti Costanzo
22 giugno 2008
6 commenti:
Complimenti, analisi perfetta, è sempre un piacere leggerti
Poliedrico Pino Maniaci? è possibile non ti sia reso conto della funzione avuta da questo "signore" in tutta la vicenda policentro e nella stessa vicenda politica dell'ultimo anno? possibile non ti sia reso conto che, sotto la copertura di un'antimafia strumentale e becera,telejato sia diventata lo sponsor decisivo dell'operazione megacentrocommerciale? poliedrico....mah!
ma smettetela,sapete solo criticare,meno male che siete usciti dal consiglio comunale......finalmente i cittadini di partinico hanno capito a cosa serve il partito di rifondazione comunista nelle istituzioni.........
senza i comunisti al consiglio partinico risorgerà.......
nn sapete ascoltare i bisogni della gente...
Caro utente, i casi sono due: o i comunisti sono solo un residuo del passato, e allora non c’è bisogno di preoccuparsene con toni così aggressivi; oppure sono una forza attuale della società e allora bisogna capirne le ragioni. Io non mi pongo il problema, se non altro per ragioni anagrafiche, visto che sono cresciuto in un tempo in cui la sinistra convinceva metà della società italiana e nessuno si sognava di mettere in discussione l’esistenza del Partito Comunista. Ma tu dovresti seriamente interrogarti, a prescindere dalle vicende locali, su due cosette: perché, ancora oggi, quelle idee sono la sola speranza per tanti diseredati in giro per il mondo; perché, in Sicilia, i caduti per mano mafiosa sono stati in prevalenza comunisti. 387 voti in un paese di 33 mila abitanti non sarebbero così avversati se non avessero dietro valori e simboli così forti. Lascia perdere gli slogan, per favore.
Giuseppe Nobile – 23 Giugno, 2008
Anche lei potrebbe lasciare perdere gli slogan,soprattutto quando sono decrepiti e tntano di sostituire il niente attuale.
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