Ci ha pensato il Dirigente scolastico dell'IPSIA di Partinico a mettere oggi, con una lettera a Tele Jato, "le cose" a posto nel senso di informare l'opinione pubblica che soltanto attraverso l'intervento dell'Istituzione scolastica locale, e dunque da chi la scuola dirige a livello periferico, é stato possibile il ripristino, intanto, di due corsi soppressi e la eventuale possibilità di recuperare il terzo.
D'altronde chi ha dimestichezza con le cose della Scuola e ne conosce i meccanismi, sà perfettamente che di fronte ad un intervento di soppressione di classi (e dunque questioni che attengono al cosidetto "organico") che, ovviamente, provoca proteste e preoccupazioni, la scuola quale "istituzione periferica" si sintonizza con ALTRI livelli istituzionali della Scuola stessa e mette immediatamente in moto tutte le sue risorse perché si possa ripristinare la condizione "di prima". E le "risorse" altro non sono se non una serie di indiscutibili elementi informativi, i soli che possano modificare quanto prima era avvenuto.
Dunque all'IPSIA di Partinico si é verificato quanto accade con frequenza nella scuola e cioé la nascita di un problema e l'ovvia ricerca della sua soluzione cosidetta "interna".
In una parola si può affermare che, almeno PER ALCUNI PROBLEMI, E' LA STESSA SCUOLA NELLA CONDIZIONE DI RISOLVERLI, E NON CERTO ALTRI SOGGETTI, CHE NON HANNO ALCUNA GIURISDIZIONE, ALMENO PER QUEL CHE RIGUARDA PROBLEMATICHE DI QUESTO LIVELLO.
Perché ho voluto fare questa premessa ed esprimere la mia opinione su questa questione che interessa l'IPSIA che, comunque, é ancora da definire e che potrebbe apparire una delle tante questioni che nascono dentro la nostra articolata società?
Perché penso sia importante ed anche necessario che si stronchino, sul nascere, tentativi (spero in perfetta buona fede) di quanti pensano che basta ricoprire un ruolo istituzionale, qualunque esso sia (di Sindaco, di Consigliere, di Assessore o di altro), perché TUTTI i problemi che interessano una comunità (quelli collettivi come quelli individuali) possano trovare "IN ME" una qualunque soluzione. Basta che "lo voglia".
E quando tale potere decisionale, per oggettive ragioni, si pensa di non possederlo allora basta rivolgersi ad un identificato, cercato, blandito, osannato deus ex machina che, si pensa con certezza, possa esercitare un potere superiore, un potere taumaturgico, e dunque assolutamente risolutivo. Perché, se io non posso, é certo che qualcuno PUO'.
Quante volte ciascuno di noi non ha pensato in questi termini?
Pino Maniaci direbbe che "così non funziona" ed io sono d'accordo con lui seppur bisogna andare oltre quella espressione e convincere quanti immessi in un meccanismo "di potere" (un potere che spesso si dimentica proveniente "dal popolo" e dunque democratico e democraticamente deve essere esercitato e non PER qualcuno o CONTRO qualcuno, ma PER TUTTI) si convincono d'essere divenuti "onnipotenti", cioé al di sopra e al di fuori delle Leggi, dei Regolamenti, delle competenze. E, si convincono, che "prima di me il diluvio" cioé che prima di me esisteva il "niente", tutt'al più "il poco" o "il mal fatto" oppure " il non fatto".
Si tratta, come appare evidente, di una concezione manichea, pericolosa del Potere perché, in tal modo, si trova la giustificazione per qualsiasi atto di prepotenza e di arroganza convinti che si tratti, al contrario, di "atto necessario" e, appunto, da giustificare. Nessuno di noi ha dimenticato il " Dio lo vuole".
Chi si immerge in inebria di questo "surrogato " del Potere - il quale, al contario, se diversamente usato può essere un formidabile, democratico strumento della trasformazione, del cambiamento - sceglie di percorrere una strada che porta verso una china disastrosa.
La storia e la cronaca sono pieni di esempi di dittatori e dittatorelli di provincia e di città che finirono così come dovevano.
In definitiva, per risolvere le questioni oggi sul tappeto e che nella fattispecie interessano l'IPSIA di Partinico, basta il ruolo, l'impegno, la determinazione del Dirigente scolastico, degli alunni e dei docenti interessati perché quei processi educativi, oltre che sociali, possano tovare giusta soluzione.
A quelli che scalpitano, che "ammuttano", che cercano disperatamente la ribalta sottraendola smaniosamente anche agli altri, mi permetto di suggerire di rientrare nel "ruolo", limitarlo alle competenze e poi pensare molto, parlare molto poco, e fare SENZA L'ORPELLO, L'AUSILIO DEL POTENTUCOLO DI TRANSITO.
Cioé, come suoliamo dire nel nostro dialetto: "mio caro, si hai pruvuli, spara".
Toti Costanzo
1 commento:
Al massimo l'assessore (ex chimentiano ora con Antinoro) può sparare a salve!!!!!!!!!!
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