Devo ammettere che una delle caratteristiche assolutamente positive che aveva sempre manifestato l’avvocato Giacomo Palazzolo, Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’ATO Rifiuti del quale fa parte la nostra città, era di un certo faire play anche quando veniva fortemente criticato nella qualità, ovviamente, di amministratore di una azienda come quella costruita con il contributo dei 12 Comuni tra cui Partinico. Tutto questo fino ad oggi, cioè fino a quando non ha rilasciato un'intervista a Tele Occidente di cui dirò nel prosieguo. L’Avvocato Palazzolo è stato criticato sempre (da noi sicuramente) per il suo ruolo di amministratore e non certo come persona e meno che mai come professionista. Criticato, allora, anche da chi? Dai cittadini messi di fronte ad un mediocre servizio; dagli stessi quali contribuenti per la forte lievitazione della tariffa di cui, certamente, lui non è responsabile ma nel nostro caso lo è il Sindaco Lo Biundo; criticato dall'emittenza locale, e in specie da Tele Jato, che ha dato voce, appunto, ai cittadini contribuenti; ed infine dalla ”politica” di opposizione (ma anche da qualche voce di "maggioranza") perché ha, dall’inizio di questa avventura gestionale, definito “carrozzone” la società che a lui è stata affidata dai Sindaci dei Comuni che oggi piangono lacrime di coccodrillo in quanto si è dimostrato, e non certo e comunque non solo per la scarsa capacità di gestione che hanno gli amministratori ATO, che era meglio quando la gestione avveniva direttamente attraverso il servizio dei singoli Comuni. L’avvocato Palazzolo è stato ed è fortemente avversato dal mio Partito, Rifondazione Comunista, non certo per pregiudizio nei confronti della sua persona ma nella qualità di amministratore di una società a capitale pubblico che la legge vuole sotto il controllo delle comunità locali che la alimentano con i contributi versati o da versare e che dimostra in maniera INEQUIVOCABILE come l’amministrazione, attraverso gli ATO, sia ancora più scadente rispetto alla gestione dei singoli Comuni seppur quella non si poteva, di certo, definire "una gestione eccellente". Non a caso, ad esempio, oggi si manifesta forte la critica di alcuni di questi Sindaci che versano regolarmente le quote all’Ato (Giardinello e Trappeto in particolare) ma non ricevono la qualità del servizio sperato e non a caso quello di Carini si fece promotore, recentemente, di una eclatante iniziativa e cioè diventare giornalista-accusatore evidenziando le disfunzioni della società nella raccolta dei rifiuti. Si comprese, però il giorno dopo, che si trattava di una “sceneggiata propagandistica” che rientrò non appena Palazzolo relazionò, di corsa, al Consiglio e all’Amministrazione carinese o per qualche forte imput a rientrare nei ranghi che gli veniva da Palermo. E poi noi lo critichiamo perché FIN DA SUBITO, cioè fin dal suo insediamento quale Presidente del CdA, non volle mai rispondere alle interrogazioni del mio Partito, alle sollecitazioni che gli venivano attraverso il nostro mensile “SALA ROSSA”, su alcune questioni di fondo che andavano dalla conoscenza degli organigrammi, ai criteri di assunzione del personale, agli esperti e consulenti, ai mezzi di cui si disponeva, ai criteri di trasferimento del personale dai Comuni all’ATO, dagli stipendi e indennità. Cioé l’Avvocato Palazzolo nella qualità di Amministratore ha ritenuto di potere ovviare ad un suo dovere che era ed è quello di rispondere PUNTUALMENTE a tutte le richieste di informazioni che provenivano, come si suole dire “dal basso” delle istituzioni, quelle comunali, ritenendo di rispondere non ai Sindaci o ai Consiglieri comunali, ai Partiti che ne facevano richiesta ma ai referenti politici palermitani che avevano nelle mani Forza Italia, oggi PdL, e che a quei Sindaci hanno imposto quali amministratori non solo il suo nome ma quello dell’ex Sindaco di Terrasini e di un ex consigliere provinciale democristiano di Capaci. L’Avvocato Palazzolo, a mio modesto avviso, pensava d’avere ricevuto in dono “una macchina del potere” da guidare a suo piacimento, al punto che ha voluto mancare ad un suo preciso obbligo e cioè di pensare di rispondere tutte le volte che ciò gli veniva richiesto per dare ai consessi democratici, così come anche ai singoli, SODDISFAZIONE che altro non è se non IL DIRITTO AD ESSERE PUNTUALMENTE INFORMATI considerato che amministra i soldi delle collettività e non certo i suoi .
Dunque l’Avvocato oggi, anno domini 27 maggio 2009, all'intervistatrice dell’emittente locale Tele Occidente, ed in coda ad un incontro con i rappresentanti dei Comuni aderenti all'ATO, nella fase conclusiva di un suo intervento iniziato pacatamente se ne andò in escandescenza, gridò (supergiù) che lui non ha mai rubato una lira e che se a qualcuno dubitava della sua onestà avrebbe dovuto denunciarlo. E fin qui, come soliamo dire, “vacci”. Poi perse la bussola, tirò tre passi indietro e urlando con le braccia al cielo e contro quanti definiscono “carrozzone” la Società che lui guida, disse: ”Non ne posso più, non ne posso più, di sentire dire che l’Ato è un carrozzone. Non ne posso più”. Ovviamente trattasi di una forte caduta di stile che mi permetto di giustificare in quanto ho messo insieme alcuni elementi a suo favore: i rifiuti che in questi giorni si sono accumulati come non mai; la forte tensione nervosa provocata dal caldo e dalle critiche spietate dei suoi stessi elettori, cioè i Sindaci i quali oggi, pur di salvarsi dalle critiche dei cittadini che protestano, gli addossano tutte le responsabilità (“a iddu, a iddu ca è cani arraggiatu“ si dice dalle nostre parti); il mal funzionamento della macchiana; le discariche che non si aprono; la Regione che ha chiuso la borsa; i Comuni che non sempre e non tutti pagano; ed infine gli operai che dietro la sua porta protestano richiedendo, giustamente, paghe e sicurezza del loro lavoro. Si potrebbe consigliare, a questo punto, con tutto rispetto e perché non gli vogliamo certamente male: ”Avvocatu, attintassi ‘a nuatri: ‘u fuiri è vriogna ma è sarvamentu di vita.”
Toti Costanzo
Toti Costanzo
1 commento:
L'Avvocatopalazzolo non è uno che può prestare orecchio all'invito di Toti Costanzo alle dimissioni.
Perchè a forza di sentire dire che "l'Ato è un carrozzone politico" gli si sono rotti..............i timpani! Cosa che non gli impedirà di restare attaccato alla poltrona ben pagata (regalatagli dall'ex partito di Forza Italia )fino alla auspicabile rivoluzione popolare, cioè fino alla fine degli ATO.
Ma di necessità virtù. Non certo perche ormai è diventato sordo, ma in questo caso, vale il noto proverbio " quannu l'amicu nun senti a prima vuci è signu chi lu discursu nun ci piaci "!
Quanto a Toti, resta sempre una "vox clamans in deserto" !
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