Io non appartengo , di certo , alla categoria dei giustizialisti. Quando ci sarà un processo, se ci sarà e si sarà concluso,soltanto allora saremo sicuri della verità relativamente non solo all’onorevole Antinoro ma anche all’onorevole Dina sui quali deputati dell’UDC è caduto un macigno. Indagati per rapporti con la mafia non è una cosa sulla quale potere dormire sonni tranquilli. Se fossi al loro posto. Tuttavia dalle prime dichiarazioni viene fuori una linea di difesa, quella di Antinoro , a mio avviso assai debole. Dice l’Assessore, che a Partinico è sponsor di questa Amministrazione comunale, grosso modo cosi’: “Ho avuto nella mia prima elezione oltre trenta mila voti e quasi lo stesso nella seconda. Come è possibile pensare di avere comprati dalla mafia tanti voti?” Il ragionamento sembra, apparentemente, avere una chiara e stringata logica, tuttavia l’onorevole Antinoro non dice ,ad esempio,una verità nota a “cani e gatti” e cioé che i voti non si comprano soltanto attraverso i buoni uffici dei mafiosi. I voti si comprano , e quindi c'é uno scambio, e si comprano da quelli che hanno sopratutto bisogno ,quelli che al voto non danno alcun significato se non quello di una merce da barattare ( e più elezioni ci sono meglio è). Un esempio? In una quasi recente elezione ,nel nostro Comune ,in uno dei quartieri caratterizzati dalla presenza di notevoli complessi di alloggi popolari un candidato di F.I. ,non partinicese, si portò oltre 200 voti raccolti IN UNA SOLA SEZIONE! Antinoro , come d’altronde tanti altri che hanno la possibilità d’essere eletti, sono disposti a vendere l’anima pur di raggiungere lo scopo che cambia la vita di un uomo in maniera profonda facendolo diventare,dall’oggi al domani ,un uomo potente, ricco , al riparo di un mediocre futuro .
Era il 1965. Frequentavo l’ultimo anno all’ISEF di Palermo. Ero appena uscito dal Circolo del tennis dove avevamo frequentato una lezione e a Piazza Leoni incontrai un giovane di una generazione avanti alla mia che aveva abitato a Partinico per tanti anni con la sua famiglia . Il padre dirigeva un Ufficio della Regione nel nostro Comune. Il giovane era un democristiano da sempre. E da sempre “appresso” ad un deputato dicci’ che fu anche Presidente della Regione siciliana .Mi chiesi cosa facessi e qual’era il mio orientamento politico. Lui mi avevano conosciuto dirigente della FUCI ,la Federazione degli Universitari cattolici ,ovviamente democristiano come la stragrande maggioranza dei giovani che , come lui, avevamo frequentato il Liceo di Partinico.Gli dissi che avevo scelto d’essere “altro” politicamente. Si rammaricò ma con insistenza mi fece promettere che ,finiti gli studi l'anno successivo, sarei andato a trovarlo e se lo avessi voluto, fare parte dello staff di quel Deputato regionale. Ringraziai e dissi , per non essere scortese che si,sarei andato. Ovviamente non andai.
Era il 1965. Frequentavo l’ultimo anno all’ISEF di Palermo. Ero appena uscito dal Circolo del tennis dove avevamo frequentato una lezione e a Piazza Leoni incontrai un giovane di una generazione avanti alla mia che aveva abitato a Partinico per tanti anni con la sua famiglia . Il padre dirigeva un Ufficio della Regione nel nostro Comune. Il giovane era un democristiano da sempre. E da sempre “appresso” ad un deputato dicci’ che fu anche Presidente della Regione siciliana .Mi chiesi cosa facessi e qual’era il mio orientamento politico. Lui mi avevano conosciuto dirigente della FUCI ,la Federazione degli Universitari cattolici ,ovviamente democristiano come la stragrande maggioranza dei giovani che , come lui, avevamo frequentato il Liceo di Partinico.Gli dissi che avevo scelto d’essere “altro” politicamente. Si rammaricò ma con insistenza mi fece promettere che ,finiti gli studi l'anno successivo, sarei andato a trovarlo e se lo avessi voluto, fare parte dello staff di quel Deputato regionale. Ringraziai e dissi , per non essere scortese che si,sarei andato. Ovviamente non andai.
Racconto questo episodio perché quel giovane ,che poi fu anche eletto consigliere provinciale e fu anche Assessore , quando si era da poco trasferito a Palermo con la sua famiglia e, dunque, qualche anno prima di quell’incontro a Piazza Leoni , capitò una sera a Partinico alla fine di un comizio elettorale dell’uomo politico che lui seguiva . Lui si attardò restando con noi alla fine del comizio quando si formavano in Piazza Duomo i capannelli dentro i quali le discussioni della politica avevano vivacità e passione. Mi prese sottobraccio e mi portò proprio sotto il ficus antistante la fontana degli 8 cannoli sul lato della Chiesa madre .Aveva una 24 ore. Con circospezione l’apri e spuntarono “mazzette” per alcuni milioni di lire. Mi disse che quella sera restava a Partinico ospite di amici perché gli avevano organizzato ,per il giorno dopo, “un giro” attraverso il quale distribuire ad alcuni capo-galoppini i soldi .Quei milioni servivano soltanto per la nostra città! A Partinico,mi disse, i voti al deputato non dovevano essere inferiori ad 800 .Ovviamente quel deputato ne ebbe anche di più .Appare evidente che G.C lo fece per dimostrare che lui ,seppur giovane, aveva avuto la fiducia dell’onorevole il quale gli aveva affidato il delicatissimo compito di collettore di voti. Il risultato elettorale, ovviamente, fu molto favorevole all’onorevole che fu , ancora una volta, eletto alla Regione siciliana .
Lo sanno tutti che il meccanismo ,ancora ad oggi, funziona alla stessa maniera e forse ancor peggio per la esasperata competizione tra i candidati. L’acquisto del voto ,e dunque lo scambio, è una prassi consolidata. Si individuano i soggetti capaci di raccogliere voti tra le famiglie soprattutto indigenti della città ,ma anche tra i benestanti che hanno il bisogno di una raccomandazione, un posto di lavoro per i figli o altro ,gli si consegnano i soldi ed i fac-simile e si attende l’esito. Dunque niente di nuovo sotto il sole e cioé che con mafia o senza mafia sono tanti i candidati che i voti li acquistano col semplice meccanismo : tu dai il voto a me ed io dò 50 euro a te. C'é anche una variante: una persona fa il giro dei familiari vicini e lontani e chiede il voto per un candidato dicendo "Se gli porto 30/40 voti dà il lavoro a mio marito o a mio figlio" . E vi assicuro che é proprio vero .Voi, non pensate come me che sia ancora cosi'?E non pensate che lo scambio anche al di fuori del controllo della mafia sia un grave reato? E non pensate come sia strano che mai nessuno rimane impigliato nella rete degli inquirenti? E non pensate che sia una mostruosa vergogna comparare con i soldi della mafia o anche dei galoppini elettorali i bisogni di tanti cittadini? Ovviamente né Dina né Antinoro si dimetteranno dai loro incarichi e continueranno come se nulla fosse aspettando una delle tante provvidenziali prescrizioni del reato nel caso si dovesse arrivare e concludere un processo .
Alla Andreotti, tanto per intenderci.O, meglio, all'italiana.
Toti Costanzo
2 commenti:
Professù..'ncapu u veru significatu di "palliari" a cui mi riferia eu Vossia 'nzirtau e nun c'eranu dubbi picchì a lei u ciriveddu ci funziona bonu e u sacciu eu e tutti l'avutri ca appena u virinu ni Pinuzzu diggei nun cancianu cchiù canali picchì li risati sunnu a tinchitè.Vossia avi l'arti na lu parrari e si a unu ciava diri babbu gli lu fa capiri duci duci senza diriccillu papali papali in modu ca lu sfurtunatu lu capisci senza traumi e addigerisci la botta senza annirvasiri subitu.
A proposito di... chiddu ... ca ricini ca accattava voti a cinquanta euri c'è na novità e nunnè tanta bona pi iddu.I cristiani si ficiru sperti e tra giornali e telivisioni oramai sannu tutti cosi e ora pi vutari vonnu i picciuli e stamatina all'ottu cannola c'era unu 'ncazzatu ca avia vutatu pi unu di cui nun pozzu fari nomi ca ora è puru candidatu a lu parlaMENTO europeo e ia ricennu:"pi vutari pi iddu voglio cento euri picchì avanzu chiddi di l'avutra vota ca a mia nun mi retti mentri all'avutri si"
Professù... nervu di CASINI chi stannu succirennu e ancora nunn'amu vistu nenti.Nuatri ca ancora avemu n'anticchia di dignità vutamu pi Giusticeddu Catania e semo sicuri di nun fari cazzati mannannu in Europa unu ca si tira u so filari senza iri arriciuppannu sordi a ritta e manca.
Professù è tardu ma allistivi ora di preparari lu pumaramuri ca si fa tempu bonu avissi a chiantari dumani ammatina...ricemu tra na para d'uri.M'appinnico na lu divanu e poi 'ncampagna.
A la prossima
Peppe Drago, un ex presidente della Regione, attuale deputato nazionale dell’Udc, e’ stato condannato con sentenza definitiva dalla Cassazione per il reato di peculato a tre anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per appropriazione, senza rendicontazione, dei fondi riservati della Presidenza della Regione.
Con Drago, un altro presidente di regione condannato, si tratta di Giuseppe Provenzano.
C'è chi sospetta che i soldi per comprare i voti venissero dai fondi riservati, mai rendicontati dal presidente della Regione.
Ma è solo un'ipotesi!
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