Mimmo Briganò, lo si può affermare senza dubbio alcuno, oltre ad essere una simpatica persona (vi ricordate la frase famosa:"'A strarria é pa' cutra"?), è un uomo politico di lungo corso, con una lunghissima esperienza nel Consiglio comunale di Partinico e con alle spalle una candidatura alle regionali del 2001 con la quale raggiunse anche un lusinghiero risultato. E un Partito, in quel caso fu A.N., non candida il primo che passa. E’ un uomo che si è formato all’interno del Partito Socialista, che in quel Partito è cresciuto, che ha conosciuto il senso dell’organizzazione e delle regole della “politica” anche se, all'occasione, ha saputo manifestare la sua autonomia di pensiero e di azione.
Così fu, ad esempio, nel dicembre del 1991 quando in dissenso col suo Partito, fortemente e da sempre ancorato all’alleanza col pezzo delle DC che faceva riferimento a Pino Avellone ,sfidando le ire e le eventuali ritorsioni politiche dei cosidetti “fioriniani”, consentì la nascita della Giunta di Gino Geraci, la prima nella storia della città con i comunisti organici nell’esecutivo e sostenendola, con assoluta lealtà, fino alla conclusione di quella esperienza. Eppure, Mimmo Briganò, sembra quasi un fatto paradossale, non è stato mai Assessore del nostro Comune per una sua precisa scelta. Neppure in quell’occasione volle ricoprire quel ruolo che gli era stato, ovviamente, proposto. Su quella Giunta (le pubblicazioni possono trovarsi sul nostro sito www.prcpartinico.wordpress.com) abbiamo molto scritto ricostruendo pezzi dell’ultima storia politica della città.
Ieri mattina Mimmo Briganò diventa, per la prima volta nella sua storia politica, Assessore dopo avere concluso la sua lunga esperienza di consigliere comunale con la ricandidatura alle ultime comunali e col sostegno dato alla elezione di Lo Biundo. Mimmo non più eletto, sembrava ormai lontano dalla politica attiva, dedito al suo hobby preferito, l’agricoltura. Chi vuole essere attento a quel che accade nella “politica locale” non può, però, non chiedersi allora: perché questo ritorno, chi l’ha voluto, per quale progetto o ragione. Dobbiamo dire subito che l’incarico dato a Mimmo Briganò (e lo spiegheremo) rappresenta una sconfitta sonora per “la politica” di Lo Biundo che in questi due anni ha cercato disperatamente di accreditarsi presso la nostra opinione pubblica come lui, insieme a Parrino, Pantaleo, D’Orio, Lo Porto, D’Amico, Panzavecchia ed un ampio contesto di giovani professionisti che l’aveva sostenuto,rappresentavano “il nuovo”, la freschezza delle idee, l’accantonamento della cosiddetta “vecchia politica”, il dinamismo, l’attivismo risolutivo, la scientifica utilizzazione delle risorse economiche ed anche umane. Una specie di nuovo manager politico più simile al berlusconismo che ai vecchi cucchi dell’UDC (Partito al quale Lo Biundo dice d’avere aderito anche se é a tutti noto che "va dietro ad Antinoro") erede della politica democristiana fatta anche di intrallazzi, affari, prosopopea, arroganza del potere, onnipotenza. Abbiamo cercato di dimostrare, con quanto scritto in questi due anni su Sala Rossa, che la Politica “non è un problema di età” e che Lo Biundo altro non è se non il rappresentante più evidente dell’antico trasformismo e della razionale perpetuazione di un logoro e già conosciuto sistema fondato sulla costruzione della clientela attraverso la distribuzione della mance e delle prebende ma, soprattutto, il sollecitatore dei difetti più profondi di un ceto “giovanile” solo per età assai mediocre, dedito alla caccia, alla rincorsa dei vantaggi scegliendo non la via maestra che porta un giovane a cimentarsi con i duri e tragici problemi della società ma a risolvere, per “vie brevi“, quelli suoi personali. Cosa comprensibile ma da non giustificare. Detto questo, perché la sconfitta di Lo Biundo e dei suoi fumosi propositi e delle sue ancora più fumose aspirazioni? Nel giro di due anni ha dovuto “licenziare” due simboli del "nuovo". Il primo: il prof. D’Orio, non certo espressione di gruppi politici organizzati ma rappresentativo, almeno nell’immaginario, di un "uomo di scuola " non organico ad alcun Partito o gruppo politico, che affidava la sua capacità, la sua esperienza, il suo essere realmente nuovo (dichiarava orgogliosamente Lo Biundo: non un politico ma un tecnico come a dire di una persona non certo "inquinata") nelle mani di uno spregiudicato giovane amministratore. Il secondo: l'avvocato Antonella Lo Porto. Giovanissima, lontana mille miglia dalla militanza politica e dunque dalle forme di inquinamento e condizionamento che spesso alcuni Partiti esercitano sulle persone che ne fanno parte, espressione più significativa dunque di una nuova generazione di professionisti che si metteva al servizio della città e dei suoi problemi. Ebbene, nel giro di niente, Lo Biundo ha dovuto licenziare D’Orio non certo perché chi lo ha sostituito, il geometra Barbici, sia stato almeno fino ad ora più efficace e capace del professore, ma in quanto sostenuto da due consiglieri comunali eletti in liste di opposizione – e dunque con una ben precisa caratterizzazione "politica"- che oggi hanno scelto di sostenere questa maggioranza. Ma ha dovuto nominare Giacomo Russo, anche lui di antica militanza formatosi durante la prima repubblica ed espressione di un Partito, l’UDC, in fermento dopo la scomparsa dell’on. Cintola e che in alcune occasioni è stato palesemente molto critico nei confronti dell’azione amministrativa di Lo Biundo. Ed ora ha dovuto dire si a Mimmo Briganò ( che va a sostituire l'avvocato Lo Porto) che rappresenta, insieme al fratello consigliere provinciale, quella componente dell’MPA (l’altra, quella dell’ex on. Rao sembra scomparsa dalla scena) che oggi, verosimilmente, ha nelle mani il Partito di Lombardo a livello locale. Non a caso Enzo Briganò si è presentato di recente a Tele Jato per comunicare come l’avvocato Giovia che l'accompagnava,fosse stato nominato coordinatore locale dell’MPA e poi, ieri, l’avvocato il cui fratello è anche consigliere comunale, presente alla conferenza stampa di nomina dell'Assessore Briganò. Dunque vediamo: c’è Enzo Briganò con Mimmo, c’è l’avvocato Giovia che non solo è stato candidato quale Sindaco della città (e non si candida uno qualsiasi) ma Consigliere provinciale seppure eletto in F.I., i quali ritornano, legittimamente, sulla scena della politica locale con determinazione e precisi ruoli. E, non va dimenticato, che c’è parte dell'UDC in fermento. E allora la domanda da fare a Lo Biundo è questa: ma davvero pensi che uomini di tale esperienza e storia personale siano lì a tenere la cosiddetta “candela” ad uno sprovveduto, seppur fino ad oggi fortunato, giovane e spregiudicato attuale sindaco della nostra città? Vi ricordate come il gatto sia capace di giocare con il topo? Ha proprio ragione Mimmo cui va il nostro augurio di buon lvoro: "'a strarria é pa' cutra". E la "cutra" della nostra città non é cosa da poco!
Toti Costanzo
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