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Ormai da giorni i giornali – adesso anche quelli nazionale – sono invasi da sondaggi sulle elezioni siciliane del prossimo 28 ottobre che non è esagerato definire “teleologici”. Questi sondaggi danno in testa Nello Musumeci (30-31 per cento), al secondo posto Rosario Crocetta (26-27 per cento). Al terzo posto Gianfranco Miccichè (20 per cento
circa). Al quarto posto, forse a pari merito, con il 10-11 per cento a testa, ci sarebbero il candidato della Sinistra, Claudio Fava, e l’esponente del Movimento 5 Stelle, Giancarlo Cancellieri.
In certo giornali, addirittura, Fava verrebbe dato all’8 per cento. Si tratta di sondaggi – lo abbiamo già scritto – poco credibili e, per certi versi, ‘teleologici’, ovvero con dei fini. Uno dei fini potrebbe essere quello di sminuire il candidato della Sinistra – Claudio Fava – magari per convincere gli elettori siciliani che il voto alla Sinistra è inutile.
In questo articolo cercheremo di dimostrare – con dati di aritmetica elettorale – che i sondaggi sulla candidatura di Fava non stanno né in cielo, né in terra. In realtà, come ora vedremo, facendo parlare i ‘numeri’, le cose stanno esattamente all’opposto.
La candidatura di Claudio Fava viene appoggiata da forze politiche che, in Sicilia, sono in crescita. Le liste che lo sostengono sono due. La prima è composta da Italia dei Valori, che nell’Isola può contare sulla leadership del Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Alla preparazione di tale lista lavorano da circa due mesi, con grande impegno, i vertici regionali di questo Partito, con in testa il Senatore Fabio Giambrone.
Italia dei Valori, in Sicilia, è già in campagna elettorale. Questo Partito, in condizioni ordinarie, potrebbe raggiungere senza problemi il 9-10 per cento. Ma le elezioni regionali del prossimo 28 ottobre non saranno ordinarie per la presenza di tante liste e per un’oggettiva difficoltà di capire quello che potrebbe succedere (facciamo un esempio: se è abbastanza facile prevedere un buon risultato delle liste del Movimento 5 Stelle di Grillo, è quasi impossibile prevedere il risultato del Movimento dei Forconi, che i sondaggi danno all’1 per cento, ma che potrebbe – a nostro avviso – dare luogo a qualche sorpresa).
Alla luce di queste difficoltà noi diamo a Italia dei Valori una stima che va dal 7 all’8 per cento.
Nella seconda lista che sostiene Fava ritroviamoSel, la Federazione della Sinistra, i Verdi, Un’Altra storia di Rita Borsellino e i vari ‘cartelli’ della Sinistra. I sondaggi danno questo schieramento sotto il 5 per cento, che è la soglia di sbarramento raggiunta la quale si ha accesso all’Ars con un certo numero di deputati. Noi, al contrario, diamo questa lista sopra il 5 per cento. E motiviamo anche il perché, a nostro avviso, questa lista potrebbe prendere dal 6 all’8 per cento dei consensi.
Alle ultime elezioni comunali di Palermo la Sinistra non era unita. Sel si è presentata con il candidato del Pd, mentre Verdi e Federazione della Sinistra sono andati da soli. Ebbene, questi ultimi due Partiti, da soli, hanno sfiorato il quorum, fermandosi al 4,8 per cento. Se si fossero presentato insieme con Sel avrebbero superato il 7 per cento.
Alle prossime elezioni regionali questi partiti si presenteranno insieme in tutta la Sicilia. Uniti e rafforzati dalla presenza di tutti i ‘cartelli’, cioè dei movimenti di Sinistra presenti in Sicilia.
La presenza di una Sinistra unita si inserisce in una competizione elettorale alla quale il Pd siciliano partecipa con un’immagine molto appannata. Per quattro anni il Pd siciliano ha appoggiato un presidente della Regione -Raffaele Lombardo – inquisito per mafia. Un presidente che si è dimesso non per motivi politici, per perché deve essere processato.
Queste cose, nell’elettorato di Sinistra, contano moltissimo. Tra l’altro, il Governo Lombardo ha mal governato la Sicilia: tant’è vero che lo stesso Pd e il candidato alla presidenza della Regione dello stesso Pd e dell’Udc, Rosario Crocetta, non vogliono inserire nelle liste assessori uscenti della giunta Lombardo perché temono di perdere voti: questo perché nell’immaginario politico dell’elettorato siciliano gli assessori uscenti della giunta Lombardo sono sinonimo di mal governo.
Che significa tutto questo? Che, verosimilmente, molti elettori del Pd siciliano voteranno per Fava alla presidenza della Regione e – soprattutto – voteranno per i candidati della vera Sinistra alle elezioni per il rinnovo dell’Ars.
Queste brevi constatazioni, quasi ovvie, demoliscono il sondaggio che danno Fava candidato alla presidenza della Regione sotto il 10 per cento. Sommando aritmeticamente il 7-8 per cento di Italia dei Valori e il 6-7 per cento della lista della Sinistra unita Fava arriva già, tenendosi ai minimi, al 13 per cento.
Ma a questo dato – lo ripetiamo – bisognerà aggiungere il voto in ‘uscita’ dal Pd siciliano, Partito ormai screditato sotto tutti i punti di vista. Ricordiamo che la base del Pd è infuriata con i vertici di questo Partito che, per tre anni, hanno impedito la celebrazione del referendum per consentire a iscritti, militanti e simpatizzanti di pronunciarsi sulla partecipazone al Governo Lombardo del loro Partito.
Ora tutti questi iscritti, militanti e simpatizzanti hanno la possibilità di rivalersi su un Partito – il Pd siciliano – gestito da prepotenti e da furbi che, per tre anni di fila, alle ragioni politiche e culturali della Sinistra, hanno preferito gli affari (in certi casi personali) del Governo Lombardo.
Non è facile quantificare quanti iscritti, militanti e simpatizzanti del Pd siciliano, stanchi delle prepotenze del loro Partito (che, peraltro, ha imposto Crocetta candidato senza il ricorso alle primarie: altro atto di prepotenza nei riguardi della base) voteranno per Fava. A nostro avviso, potrebbero essere tanti.
Ci saranno elettori del Pd che cambieranno radicalmente Partito, votando Fava alla presidenza della Regione e le liste della Sinistra alle elezioni per il rinnovo dell’Ars. E ci saranno anche elettori del Pd – e non saranno pochi – che per dare un ‘segnale’ al proprio Partito, effettueranno il cosiddetto ‘voto disgiunto’: voteranno il Pd alle elezioni per il rinnovo dell’Ars per non tradire il prorpio Partito, ma voteranno Fava alla presidenza della Regione.
Ala luce di queste considerazioni logiche, Fava, partendo dal 13-14 per cento, potrebbe arrivare anche al 17-18-20 per cento. Se poi aggiungiamo il suo valore aggiunto – cioè i voti che prenderà per simpatia – ecco che potrebbe competere anche per la vittoria, cosa che noi abbiamo scritto circa 20 giorni addietro.
Alla luce di questi dati di ‘aritmetica’ elettorale e politica, frutto di un’analisi realistica, di veramente irrealistico, in questi sondaggi, c’è il 26-27 per cento di Crocetta. Per quale motivo il candidato di un Partito – il Pd siciliano – destinato a perdere voti – dovrebbe prendere un numero voti di voti tre volte superiore a quello che, verosimilmente, prenderà il suo Partito?
Dal 1990 ad oggi – statistiche alla mano – un solo uomo politico, in Sicilia, ha perso il doppio e, qualche volta, il triplo dei voti in più rispetto alla sua lista: si tratta di Leoluca Orlando. Che è stato protagonista di queste ‘prestazioni elettorali’ eclatanti solo a Palermo.
Crocetta – secondo questi sondaggi – dovrebbe emulare Orlando in tutta la Regione. Per giunta on un Partito – il Pd – in picchiata verso il basso. Tutto questo è politicamente e numericamente improbabile. Anche perché, con rispetto parlando, non riconosciamo al signor Crocetta questo carisma.
Il vero dato politico che questi sondaggi ‘teleologici’ cercano di nascondere riguarda, invece, il dramma politico – ed elettorale – del Pd. Questo Partito, nel 2008, ha preso il 18 per cento dei voti. Questo grazie al fatto che ben tre liste non raggiunsero il 5 per cento (fermandosi tutte tra il 4,5 e l 4,9 per cento). Al Pd vennero riconosciuti 36 parlamentari (la maggioranza di centrodestra che aveva stravinto le elezioni aveva già tutt’e 54 i seggi disponibili).
Il 28 ottobre ci saranno sei, sette, forse otto Partiti che raggiungeranno il 5 per cento. Questo significa che il Pd siciliano, se dovesse mantenere il proprio 18 per cento, prenderebbe la metà esatta dei seggi rispetto a quattro anni fa: cioè 18 seggi. Ma poiché scenderà sotto il 18 per cento, si ridurranno anche i seggi.
Sono questi i veri numeri del Pd siciliano, non Crocetta al 27 per cento!
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