Avevo preannunciato nel post
pubblicato ieri sul risultato elettorale che interessava la coalizione
sostenuta da Rifondazione ,che avrei cercato di dare una spiegazione delle
ragioni per cui nessuno dei candidati di Partitico sarebbe stato eletto all’ARS.Un
convincimento non collegato al risultato avvenuto, quanto piuttosto il prodotto di una
analisi , seppur superficiale , che avevo elaborato ancor prima dell’inizio
della campagna elettorale . In verità prima dell’inizio della campagna
elettorale circolava già la voce della candidatura nel PDL di Vincenzo Di
Trapani e nello stesso tempo e nella stessa Lista quella dell’ex Assessore
Governanti di cui , in verità ,se ne
parlava ancor prima delle sue dimissioni dalla Giunta di Lo Biundo. E il
Sindaco,va detto per inciso, pare che
nella campagna elettorale si sia mosso alla stregua di un vecchio compagno del
PCI ,di cui non dirò il nome per ovvi motivi di rispetto che si deve a chi ci
ha già da lungo tempo lasciati e riposa in pace, ma del quale racconterò un episodio realmente accaduto . Il
fatto ebbe luogo nel 1975 durante la campagna elettorale per il rinnovo del
Consiglio comunale quando lo scontro tra
noi e la DC era
davvero durissimo. Ogni defezione, ogni tradimento quel Partito comunista non
l’avrebbe mai giustificato né perdonato. E il compagno- da questo l’analogia
con Lo Biundo- ci fu riferito pare circolasse tenendo in tasca i fac-simile di
diversi candidati. E non solo quelli del PCI ma cosa per noi gravissima della
DC e ancor più di Salvatore Cintola all'epoca più che acerrimo avversario, nemico . Gli tendemmo
un tranello che ,alla distanza ,mi provoca ancora una certa, plausibile
vergogna. Lui si trovava in Piazza Duomo. Lo avvicinammo e con la scusa d’avere
esaurito la distribuzione dei nostri fac-simile, glieli chiedemmo. Grande fu il suo
imbarazzo,il tentennamento .Ho davanti gli occhi lo sbiancamento del volto e, farfugliando,
con tanto timore infilò la mano in una
delle tasche della giacca tirando fuori - la scena la potrei rappresentare
anche nei particolari –il fac simile di un candidato della DC. Il resto lo si
può soltanto immaginare. Dunque il giovane Lo Biundo ,che all’epoca era appena
nato, pare che si sia aggirato, durante la campagna elettorale, saltando da un banchetto all'altro, da una pizzeria all'altra , da un incontro di malasenu all'altro ,alla stregua di
quel compagno avendo le tasche piene di “santuzzi”
indifferentemente di candidati di
destra, di centro e del centro della sinistra ,cioè il PD. D’altronde non è
stato lui a dichiarare pubblicamente che la sua Giunta non manifesta alcun
preciso orientamento politico salvo ad essere,però, immediatamente spernacchiato dal
professore Bonni’ che come abbiamo scritto,.dichiarò quale risposta e con
orgoglio la sua appartenenza e militanza politica?Ma ritorniamo all’argomento.
Il PDL presenta a Partinico due candidati. Fu questo il primo convincimento
della grave crisi che attraversava e attraversa
il Partito di Berlusconi. In altri tempi quel Partito non avrebbe
neppure scelto un solo candidato della nostra città mentre oggi ha dovuto
ricorrere , addirittura, alla doppia candidatura con la speranza di racimolare voti di cui
aveva estrema necessità. Il risultato finale ci ha dato ragione. Nessuno dei
due approda ovviamente all’ARS Cosi’ si
può dire della doppia candidatura nell’UDC di Briganò e Genova che,in
definitiva, doveva servire da traino alla elezione dei soliti noti . Nel PDL eletti Cascio, Scoma e Caputo e nell’UDC
Dina e Lentini .Insieme alle doppie candidature va rilevata la parcellizzazione
del voto distribuito sugli altri candidati che citiamo: Ruggero Avellone al
quarto posto nella Lista dell’MPA, le due signore del PID,Di Trapani e Guida, la Magro in Alleanza di Centro
. Per non tacere della candidatura del quasi partinicesi Miceli e sulla razzia
fatta nella città dalla miriade di candidati di altre Liste. Partinico , dunque, si presenta ancora una
volta quale terra di conquista per deputati e aspiranti tali. Con buona pace di
Piero Di Trapani e di Diego Campione che in diverse occasioni tuonarono, col
plauso di tanti, ipotizzando “calci in
culo a questi deputati che vengono a Partinico, prendono i voti e chi si è
visto s’è visto”. Infatti si è visto: hanno preso i voti e non sappiamo se loro ,che li hanno continuato a sostenere, li rivedranno più Ma c’è una
seconda ragione,più seria ,a dimostrazione che nessun partinicese avrà la
possibilità di calcare le scene della politica regionale e nazionale come fu
per alcuni nostri concittadini nella prima repubblica. In quell’epoca, va
ricordato per i più giovani, i Partiti avevano un ruolo determinante nella
elezione dei deputati e senatori per cui se il PCI , ad esempio, stabiliva che il deputato da
eleggere doveva essere Mimi’ Bacchi, Bacchi sarebbero di sicuro entrato in Parlamento.
Cosi’ fu anche per gli altri candidati dei Partiti esistenti che se seppur non avessero la stessa organizzazione del PCI ,disponevano di forti “correnti” di sostegno che si muoveva sul territorio provinciale in maniera univoca,coordinata ed efficace alla stregua di un vero Partito.
Oggi non è più cosi’ per cui il Partito quando c’è non solo non decide alcunché
(tranne che in Rifondazione) ma le “correnti” non hanno più quella solidità
organizzativa che avevano allora essendosi ridotte a piccoli contenitori di
voti gestiti soltanto col sistema delle spicciola clientela e dal piccolo boss
politico . Aggiungo un altro elemento per una eventuale discussione. Quando la
città esprime un forte ed autorevole Esecutivo, espressione di Partiti ,Movimenti, Associazioni, singole personalità che si ritrovano uniti nella scelta di un eventuale comune candidato nelle Istituzioni , allora il tessuto sociale, culturale ed anche politico cittadino già politicamente solidificato ed orientato , si unisce, segue le indicazione
dell’esecutivo e comprende come l’elezione di un deputato al Parlamento o
all’ARS diventa oltre che possibile anche necessario per la vita della
città e del suo territorio . Cioè ,il corpo elettorale diventa quanto più omogeneo e la città diventa
,cosi’ protagonista restringendo fortemente gli spazi per i razziatori di voti
che arrivano dall’esterno E’,per certi versi, il caso di
Alcamo che proprio in ragione della capacità aggregante delle amministrazioni
locali che dal 1994 si sono succedute ininterrottamente hanno avuto la possibilità
d’essere rappresentate nelle importanti Istituzioni . E allora appare del tutto
evidente che se nella città non si costruisce un esecutivo guidato con serietà, autorevolezza determinazione e
capacità aggregante ,ricostruendo oltre che l’identità anche il tessuto , la
nostra città non avrà mai più la possibilità di eleggere suoi rappresenti nelle
Istituzione ai diversi livelli. Al più qualcuno può arrivare ancora alla
Provincia di Palermo che come diciamo noi non solo politicamente ma
amministrativamente né tira né cunta.
Toti Costanzo