Domenica scorsa erano presenti sul
palco, Renzo Di Trapani, Peppe Motisi, Briganò Enzo- per distinguerlo da Mimmo
che, notoriamente, è sempre stato altra cosa – attaccato alla sua,forse, ultima
bandiera come il naufrago si attacca al relitto della nave inabissatasi e,
dunque, alla ricerca disperata della salvezza . E la bandiera non poteva essere
che quella di sempre: bianca, attraversata dallo scudo dentro cui campeggia una
croce simbolo di quella croce che per oltre 50 anni la vecchia dicci’ appioppò
sul groppone degli italiani e di cui
ancora oggi ne paghiamo le conseguenze . Un quadretto idilliaco ,quasi
familiare quello sul palco di Piazza Duomo a Partinico completato dalla
presenza di un altro saltabanchi poco
noto al grande pubblico per tali qualità come è il Rosario Crocetta che si presenta quale
candidato Presidente raccogliendo per strada ,come una macchina spazzatrice, tutta ‘a munnizza cà attrova pur di
fare voti, pur di mettere piede nel palazzo che fu dei Normanni, pur di avere al suo fianco il fior fiore
della politica siciliana e nazionale che ha dato il meglio di se: stipendi da
nababbi, potere a tinchité, viaggi-premio per mogli, amanti ,figli, nipoti e
galoppini,posti di sottogoverno ,assunzioni di esperti e consulenti , patteggiamenti con la Giustizia,senza dimenticare
la mafia, quella che porta consensi elettorali e che va annusata,
odorata,possibilmente anche servita
.Vantaggi , dunque, sempre più a gruppi ristretti di sodali che si
sostengono a vicenda come gli ubriachi che per non cadere stanno gli uni aggrappati agli altri . Tra il non eccessivo pubblico festante ad ascoltare Crocetta ,buona
parte della Giunta comunaledella nostra città che si trova a sostenerlo e un Salvo Lo Biundo folgorato dalla politica
progressista di Antonello .No, ma quale Antonello Antinoro ! A quello Salvo,ormai, ci fici cruci e nuci Si tratta dell’AntonelloCraco che a Partinico ha allargato la cerchia
dei suoi collaboratori avvalendosi non solo dei noti buoni uffici di Gianlivio ma ora anche di Salvo e soprattutto quelli,nuovi di zecca, di una nota signora che
imperversò fin dall’inizio della seconda repubblica in Consiglio comunale ,e in
quasi tutte le Giunte ,compresa quella ingloriosa del Peppone . Una
specie di versione riveduta e corretta della storia di quella Elena che al
povero Paride e alla sua città fece fare
la stessa la stessa fine che fece Peppone e la sua corte .Tu dici che si é trattato di
tradimento? Di manifesta irriconoscenza? Di volgare baratto nel senso dell’ io tradisco e
tu mi esalti ? Può anche darsi. Una cosa è certa: finisce cosi’, con questo clamoroso avvenimento,
il crollo di un pezzo pregiato di un "sistema" , la fine di un “amore” politico voluto costruito, allevato,
cullato, osannato ,sostenuto da un noto “sperto” che si è sempre vantato della solidità e
fedeltà del suo cerchio magico. Un cerchio che, a quanto pare, si
assottiglia ogni giorno di più. Non te la
prendere più di tanto perché é’ la vita,
mio caro! E, allora, in tema di tradimenti noi comunisti cosa dovremmo dire? Ti
ricordi quando per smantellare le famiglie che sostenevano il vecchio,
glorioso PCI promettevate posti ‘nta
sti banchi banchi e ‘nta sti regioni regioni, come soleva dire la buonanima
di don Mimi’ Greco ?
Dunque sul palco , la scorsa Domenica e in Piazza Duomo sventolò anche la bandiera bianca dello scudo e della croce
seppur venata da una pennellata di
antimafia da esportazione che con Crocetta,noto nemico delle bande gelesi “che mi vogliono morto” , ha fatto da pendant.
Niente di nuovo sotto il sole .Il fatto è che anche l’arte , a volte, s’inchina
al potere .E se non s’inchina al potere a chi deve genuflettersi.? E poi, perché
non dovrebbe ?Ma la bandiera bianca è anche il simbolo della resa. In quanti
film l’abbiamo vista sventolare?
Vi ricordate la poesia “Addio a Venezia” di Arnaldo Fucinato La
scrisse nel 1849 quando difendeva la città di Venezia che, poi ,dovette
capitolare al nemico. Diceva cosi’: “E’
fosco l’aere, il cielo è muto ed io sul tacito veron seduto, in solitaria
malinconia ti guardo e lagrimoVenezia mia”
E SE AL POSTO DI VENEZIA
SCRIVESSIMO PARTINICO? Si potrebbe. Tuttavia da Comunisti non siamo d'accordo perché su quel palco,proprio per riscattare la nostra città, noi
Domenica prossima pianteremo la gloriosa bandiera rossa con falce ,martello, stella (ovviamente riveduta e
corretta dagli eventi e dal tempo) che ,lasciatemelo dire, sarà pure demode' ma ha sempre un suo
indiscutibile fascino.E presenteremo facce di antichi combattenti solcate da lunghe lotte sempre a sostegno dei lavoratori, voci che hanno sempre gridato la giustizia, la libertà e i diritti , giovani dal volto pulito, l'animo forte,le idee chiare ,nuove querce che resisteranno al tempo perché sono dal lato giusto .PRESENTEREMO L'ORGOGLIO COMUNISTA A PARTINICO
Toti Costanzo
Nessun commento:
Posta un commento