Come ogni giorno avevo seguito i tiggi' locali . I servizi e le interviste riguardavano anche il nuovo movimento politico "IN MOVIMENTO" che si era presentato il sabato scorso nei locali del Palazzo dei Carmelitani .Poi mi appisolai e alla fine di quel breve sonno mi sono svegliato di
soprassalto.Terrorizzato e immerso in un bagno di sudore. L’ultima immagine che
mi aveva sconvolta durante quel breve quanto terribile sonnellino pomeridiano era
sta quella di S. Giuseppe che dall’interno di una antica cornice ,una di quelle immagini classiche che non
mancano in nessuna delle nostre famiglie
,mi guardava e con voce stentorea e terrificante a me si rivolgeva . Ma quel san Giuseppe non aveva il volto del
venerando da noi conosciuto, né il
bambino un bambino in effetti era anche se veniva tenuto dal santo nella
classica posizione della sinistra che lo sorreggeva e la destra che lo
avvicinava a sé .Ma dalla bocca di quel che mi appariva come il santo ,non uscivano
parole di conforto , di considerazione, di paterno amore. Erano parole dure
.di rimprovero, veementi .” Non ci bastavi tu!. Adesso istighi anche la
tua prole,la alleni,gli trasferisci quella tua specie di sapere accumulato in anni di scontri e di
lotte contro quelli che ,avendo conquistato il potere, avevano il diritto di
immergere le loro mani nelle casse dei dobloni cosi’ come usavano i pirati del
mar dei Carabi quando davano l’assalto ai galeoni ed asportavano le casse traboccanti di monete d’oro e di preziosi .Ma
tu ha sempre tentato d’impedirlo ,con presunzione ,con un continuo ,savanarolesco
argomentare. Tu ti opponevi dicendo che
non era morale, che mettersi al servizio degli altri significa francescanamente
spogliarsi di tutto , anteporre ,impegnarsi
a costo anche della propria vita .Significa coerenza quale valore universale e caratteristica del VERO
uomo d’onore .Tu, che alla tua veneranda età continui ancora imperterrito a
scandalizzarti sol perché un gruppo di amici si è messo insieme e approfittando
delle debolezze degli altri ,ha messo la mani ‘in pasta” traendone un giusto profitto,arraffando quel che capita, in ragione del fatto che quel treno passa una sola volta . Tu, sempri
‘nto menzu comu ciciriddu, sempre il bastian contrario mentre noi dobbiamo
impegnarci fino allo spasimo , sacrificandoci quotidianamente a tessere manovre, creare tele e reti , avere l’occhio vigile ed attento a quel che si muove, costruire
compromessi , accondiscendenze .Tu,che non hai mai voluto comprendere come
coloro che mettono le mani sul “Potere” hanno il diritto di abbuffarsi,inebriarsi,
ubriacarsi ,immergersi per andare dentro le più recondite profondità dove alla fine trovui il tesoro che hai
sempre agognato .Tu che nei decenni hai
avuto sempre la presunzione di pensare che la città non dovesse sprofondare per
colpa dei governanti di turno e non ti sei mai voluto sottomettere alle logiche
degli inciuci, delle laute spartizioni. Tu,tu,tu. “ Lo pseudo San Giuseppe
era un vulcano che eruttava parole violente
e più parlava e più il volto soave e coperto dalla folta barba bianca si
trasformava.Lo stesso processo avvenuto nella trasformazione del dottor Jekyll in
mister Hayde . Un lungo solco attraversava la fronte, la barba scompariva come d‘incanto, i capelli non più canuti ma
bianchi e folti . La voce, quella voce
mi diventava sempre più familiare. Il bimbo sorretto dalla sue braccia , come
d’incanto, diventava repentinamente adulto. I biondi capelli si trasformavano
anch’essi. Perdevano il color del grano e diventavano lisci e candidi mentre il
volto ,seppur trasformato ,manteneva lineamenti regolari oltre che giovanili e gradevoli.
Tentai una difesa balbettando giustificazioni. Addussi le ragioni della morale
,dissi che non sempre il fine da raggiungere debba giustificare i mezzi da usare , che la società andava
governata con equilibrio, giustizia, lealtà . Dissi anche che mai ebbi a
condizionare la mia prole che fu lasciata fin da sempre libera di decidere
senza condizionamenti e in piena libertà . Non l’avessi mai detto!Lo pseudo San
Giuseppe ,che aveva ormai già subito la definitiva metamorfosi e ripristinato
la sua vera identità,gridò con più forza che la prole aveva avuto un buon
maestro . Ed aggiunse “u maestru cu' 'a cura longa” . Come a
dire carico di esperienza al punto da provocare un naturale, ovvio condizionamento .In una parola i figli , a suo dire, sono sempre degli imbecilli perché i padri sono sempre li' a condizionare i loro pensieri, le azioni, la loro vita .Figli come sacchi vuoti da riempire e non certo uomini con il loro sentire, comprendere, analizzare, discernere Cosi’ mentre lo
pseudo aumentava il crescendo di improperi ,di uso dei congiuntivi al posto dei
condizionali e viceversa (definizione mutuata da un amico consigliere , fine osservatore ed umorista a sua insaputa) ,incominciai a sentire un forte formicolio nella parte posteriore ,
nascere dietro di me qualcosa di cui sconoscevo la natura anche se i ricordi
precipitarono dentro il passato lontano quando giocando al Largo Casa Santa si diceva di quel ragazzo
capace di sollevare un sacco di lona con
cento chili di uva “perché era nato con
la coda”. Un mostro .Un mostro di cui noi ragazzini avevamo sacro timore La
coda, allora, era sintomo di forza ,di potere ,capacità di condizionare e
,dunque, di convincimento ?Ma si trattava di cosa mostruosa !Dunque , a suo dire,
sarei sempre stato un mostro e non lo sapevo .No, non potevo accettare questa innaturale trasformazione voluta
dallo pseudo che appunto perché pseudo, santo non era. Reagii ,gridando con
tutte le mie forze,che mi trovavo di fronte ad un processo mistificatorio. Che lo
pseudo,altro non era se non un parolaio che tentava di fari trasiri ‘u sceccu pà cura,che
voleva far credere d’essere quel che non era, di volermi far credere d‘essere
quel che non sono mai stato e mai sarò.E mentre gridavo con tutte le mie forze “ Vade retro Satana” e il formicolio scompariva
, le figure dello pseudo e del bambino ,come d’incanto, uscivano dalla cornice
e apparivano nella loro reale sostanza: lo pseudo San Giuseppe aveva già
assunto il volto e la voce di Vituzzu e il bambino altro non era se non
Mimmuzzu. Entrambi Poli. Mi svegliai certamente terrorizzato ma ringraziai il
Signore per averla scampata bella convinto, però, di quanto avevo sempre
pensato .Che Vituzzu era una cosa e
Mimmuzzu ,buon per lui ed onestamente anche per noi , un’altra .Il che ci lascia ben sperare ,almeno per l'immediato futuro ,quantomeno sull'uso dei condizionali e dei congiuntivi.
Toti Costanzo
Toti Costanzo
Toti Costanzo
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