lunedì 30 giugno 2008

ANTINORO, LA POLICENTRO E IL CENTRO CHE VINCE

Vorrei fare alcune considerazioni a caldo e quindi, passibili di eventuali critiche e, perché no, di revisione da parte mia laddove ne dovessi ravvisare la necessità.
Dunque, Salvo Lo Biundo é il nuovo Sindaco di Partinico e vince, così come nelle previsione, con ampio margine di vantaggio su Giuseppe Giordano. Un 60 e 40 che ci ricorda la postbellica divisione del prodotto tra "il padrone" ed il "mezzadro". Salvo Lo Biundo vince diventando il Sindaco di una città che, però, vota al 50 per cento dei suoi aventi diritto per un processo di rifiuto dell'esercizio di una importante prerogativa che é quella "del votare" per ragioni che saranno tutte da analizzare con attenzione e calma.
Certo, non bisogna dimenticare che questa lunga campagna elettorale é iniziata almeno nel mese di gennaio/febbraio avendo avuto davanti le elezioni per il rinnovo della Camera, del Senato e dell'Assemblea regionale siciliana e subito dopo le comunali, le provinciali ed il ballottaggio. Stanchezza, allora? Rifiuto di scegliere tra i contendenti? Motivazioni altre? Vedremo.
Giuseppe Giordano, dunque, perde ma a mio avviso gli vanno riconosciute due ben precise qualità. La prima, quella del "politico" capace di convincere il suo Partito, il PdL che lui e non altri (cosa data per impossibile) potevano rimettere dentro il Palazzo comunale un uomo di quel Partito in una città dove queste forze dominano, paradossalmente, in tutte le competizioni elettorali tranne, come si é già visto, che nel riconquistare la guida del nostro Comune.
La seconda: una grande forza di combattimento frutto di caparbietà e determinazione che ne fa un combattente con una straordinaria capacità organizzativa e di aggregazione che tuttavia, non gli ha permesso di vincere. Penso che Lo Biundo dovrà concedere a Giordano "l'onore delle armi". D'altronde entrambi sono uomini dichiaratamente di centro e di centro destra.
Succede, dunque, a Partinico quel che sostanzialmente abbiamo già visto nelle elezioni comunali del 2000 quando le forze del centro sinistra si presentarono divise tra un cartello con DS, Rifondazione, Artigiani, Socialisti e gli amici di Gigia Cannizzo appena, appena sfiduciata e con candidato il professore Giuseppe Casarrubea; il Partito dei Verdi con candidato l'ing. Bonomo e il Partito Popolare che candidò l'ex senatore Elio Chimenti.
Dall'altro lato il Polo delle Libertà compatto, e un cartello di centro che aggregava i "cintoliani", il CDU ed altre formazioni civiche. Andarono, come era prevedibile, al ballottaggio il rappresentante del centro destra, Giordano, e quello di centro, Supporta. Le forze di centro sinistra furono sconfitte e il Polo governò per cinque lunghi anni avendo inglobato, lungo quel percorso, anche quel raggruppamento divenuto UDC e saldamente, allora, nelle mani dell'odierno senatore Cintola.
OGGI, SEPPUR CON UNA MODESTA VARIANTE, E' SUCCESSO LA STESSA COSA
Da un lato il Popolo delle Libertà che, però, questa volta perde e dall'altro un cartello eterogeneo con una fortissima componente centrista (cintoliani, antinoriani, diniani ed altro proveniente dal grande contenitore UDC) che vince avendo assemblato anche modestissimi frammenti di forze provenienti dal centro sinistra, i soliti artigiani e, poi, come elemento non indifferente di sostegno, il suggestivo potere economico-finanziario espresso dalla Policentro che ha usato tutte gli strumenti possibili ed inimmaginabili per noi, per sostenere, senza alcun ritegno, le forze centriste che hanno vinto.
Le forze di centro sinistra, così come accadde nel 2000, e come era assolutamente prevedibile, subiscono una pesantissima sconfitta.
Ultima considerazione per la quale, eventualmente, chiedo subito venia. Non pensate anche voi che la costante, quasi ossessiva presenza a Partinico dell'on. Antinoro, uomo di centro destra, Assessore regionale in un Governo di centro destra si possa e si debba, quantomeno, ritenere ingombrante? Esageriamo?




Toti Costanzo

3 commenti:

Anonimo ha detto...

io direi "una fortissima componente policentrista",il centro politico è una cosa seria e non ha niente a che vedere con un disegno che mescola affari e sfrenate ambizioni personali.E niente più

Anonimo ha detto...

Lo Biundo non faccia troppo lo sbruffone. Soltanto 1 partinicese su tre lo ha votato, non ha avuto un voto plebliscitario come una certa tv policentrica vuole fare credere.

Partinicese inkazzato

Anonimo ha detto...

Il piano dell'assessore regionale ai Beni culturali Antinoro
Pioggia di no all'opposizione: "Idea che fa inorridire"
"Valle dei templi ai privati" Shock e polemiche in Sicilia
di EMANUELE LAURIA

PALERMO - "Privatizziamo la Valle dei templi". Per ora è poco più di un'idea, una proposta shock che porta però la firma di chi gestisce la politica dei beni culturali in Sicilia. Quella dell'assessore regionale Antonello Antinoro, che ha già abbozzato una ampia relazione sul tema: finirà presto sul tavolo della giunta Lombardo. Un'iniziativa annunciata ieri e che ha già scatenato un vespaio di polemiche. Raccogliendo, per ora, solo dissensi. "Per rendere il più possibile redditizia la gestione dei beni culturali in Sicilia dobbiamo affidare a un privato di qualità il pacchetto completo di un sito turistico per trent'anni. Penso ad esempio alla Valle dei Templi o al teatro greco di Siracusa", afferma Antinoro, uno degli uomini forti dell'Udc di Cuffaro in Sicilia, trentamila voti alle ultime regionali. Al piano l'assessore sta lavorando con Adele Mormino, il suo capo di gabinetto che è anche il sovrintendente dei beni culturali di Palermo. "In cambio della gestione del nostro patrimonio artistico - dice Antinoro - i privati dovranno garantirci un canone fisso e alcune opere da realizzare nell'indotto. Penso alle strade o a un certo numero di alberghi. Nel caso della Valle dei templi potremmo chiedere ai privati di migliorare la strada statale Palermo-Agrigento e un eliporto".

Ma non si ferma qui, l'assessore. E, in un'intervista rilasciata a un sito internet allunga la lista dei monumenti da privatizzare: "Potrebbero essere inseriti anche il teatro antico di Taormina, Selinunte o la Cappella Palatina. Ma l'elenco dei siti dovrà essere concordato con l'assessorato regionale al Turismo". Antinoro aggiunge: "Potremmo affidare a privati anche gruppi di opere, in cambio della realizzazione di un museo per ospitarle in Sicilia".

È una proposta che riapre nel modo meno atteso il dibattito attorno alla Valle dei templi, sito visitato ogni anno da 700 mila turisti, considerato patrimonio dell'umanità dall'Unesco ma indicato da anni, a torto a ragione, come uno dei simboli dell'aggressione del cemento alle bellezze monumentali del Paese. E salito alla ribalta, di recente, per piccoli e grandi disservizi. L'anno scorso, di questi tempi, l'irrigidimento burocratico dei custodi - che negarono l'ingresso a 38 bimbi stranieri perché il biglietto gratuito era previsto solo per i minori appartenenti all'Ue - fece gridare al razzismo il mondo politico, senza distinzione di bandiera.

In Sicilia capita non di rado che i turisti si trovino di fronte ai cancelli dei monumenti chiusi, specialmente di domenica o nei giorni festivi. Ma è la privatizzazione la soluzione alle difficoltà di gestione? Non ci crede Rosalia Camerata Scovazzo, presidente dell'ente che controlla il Parco dei templi. Nasconde a fatica l'imbarazzo per non essere stata neppure avvertita dell'iniziativa del governo regionale. Ma, nel corso di un sopralluogo al tempio di Giunone, lascia intendere il suo pensiero. "Voglio vedere il provvedimento prima di fornire una valutazione chiara - afferma la Camerata Scovazzo - Ma una cosa è certa: la tutela dei beni culturali non può essere oggetto di delega, da parte di un'amministrazione pubblica". E ovviamente l'iniziativa ha già scatenato una battaglia politica. Con il Pd siciliano pronto a dirsi "inorridito": "È un paradosso che nella regione che ha il più altro numero di dipendenti, oltre ventimila, si pensi di affidare i beni pubblici a soggetti privati", dice Filippo Panarello, vicepresidente della commissione Beni culturali dell'Assemblea regionale. Panarello invita a "combattere sprechi e clientelismi, per mettere in piedi un credibile piano di fruizione dei beni culturali che deve prevedere orari di apertura più ampi, anche nei giorni festivi". D'accordo il collega di partito Mario Bonomo: "Quest'idea di provare a fare cassa in tutti i modi, di trasformare in business anche la nostra stessa memoria fa semplicemente inorridire".

da repubblica.it