Un virus, un banalissimo virus ha interrotto il mio impegno intellettuale costringendomi, per alcuni giorni, alla forzata inattività.
Qualche compagno, di quelli più marcatamente sospettosi, aveva ipotizzato un attentato al processo della nostra inarrestabile "rivoluzione culturale permanente". Io, inizialmente respinsi quella chiave di lettura ma, poi, meditando, accarezzai l'idea. Vedevo già i grandi titoli su stampa e tivvù: "Attentato alla rivoluzione dell' ottobre partinicese", "Solidarietà ai rivoluzionari di Partinico per il vile attentato","Convocazione del Consiglio comunale straordinario dove l'Assessore Parrino, garante di tutte le libertà democratiche, convincerà il Sindaco che alle interrogazione di Rifondazione bisogna rispondere e consegnerà anche un premio".
Ovviamente mi sono permesso una digressione autoironica (non é che possiamo "sfottere" sempre gli altri!) prima di entrare nel merito del post nel quale intendo affrontare, per quel che posso ovviamente, una questione seria.
In uno dei primi numeri stampati di Sala Rossa ci siamo occupati di "saltimbanchi".
Non quelli che, da ragazzini, ammiravamo quando venivano con il Circo in città e che chiamavamo anche "acrobati", o "giocolieri" i quali, con la loro presenza rappresentavano un vero e proprio evento, l'eccezionalità spettacolare che sconvolgeva il tranquillo scorrere delle nostre giornate, sempre eguali, che caratterizzavano la vita delle comunità quando ancora la tivvù di Stato diffondeva i programmi in bianco e nero e trasmetteva da un solo canale.
L'economia arrancava e si sosteneva grazie alle rimesse dei parenti emigrati che, anche loro, venivano dai paesi che li ospitavano sfruttandoli, disprezzati ed umiliati. Un pò come facciamo oggi noi con comunitari ed extra.
Ed era, il Circo, un mondo fantastico con i suoi animali, i pagliacci, gli atleti che ti meravigliavano ed entusiasmavano per le complesse acrobazie di cui erano capaci, le piroette, la gestione sicura e disinvolta delle corde tese a grande altezza e sospese nel vuoto, il sincronismo con il quale l'atleta, pericolosamente volteggiando, trovava prima di finire sulla pista la salda presa del suo compagno che strappava i nostri prolungati "ohhhhh" di meraviglia per tanta spregiudicata capacità.
No, non mi riferisco a quegli splendidi quanto nobili saltimbanchi ma ai "saltimanchi della politica". E nemmeno a quelli locali che, tra l'altro, non sono pochi e che oscillano pericolosamente nel vuoto di Partiti o gruppi di potere con la stessa disonvinvoltura con la quale cambiano vestito. Mi riferisco ai saltimbanchi di calibro.
Ad esempio Musotto, politico di lungo corso, con un padre prestigioso avvocato e deputato socialista che difese alla Camera insieme La Malfa e ai deputati comunisti, Danilo Dolci per lo "sciopero alla rovescia". Musotto junior, prima socialista e poi i F.I., scopre alla sua non più giovanissima età, la sua vera vocazione "autonomista" e transita da Lombardo dopo avere dichiarato che Forza Italia, a suo dire, non esprimerebbe più seri contenuti di governo dimenticando che quel Partito lo sostenne quando fu trascinato all'Ucciardone, lo elesse per ben tre volte Presidente della Provincia di Palermo, deputato europeo ed infine all'ARS. Ma a Musotto non bastava e dunque il salto dei banchi e la speranza d'avere tanto ancora.
Ma Musotto é uomo di destra. E i saltimbanchi di sinistra?
Come non citare l'ultimo in ordine di tempo. Proveniente da una famiglia di solida tradizione comunista, con un fratello che del glorioso PCI fu senatore e prestigioso dirigente, viene eletto anche con il contributo dei comunisti di Rifondazione e del PdCI, sindaco di una città come Gela dove la mafia é violenta, é prevaricatrice ma dove la mafia viene combattuta dai comunisti che ergono barriere di onestà e dignità a protezione dei suoi uomini. Ma al Sindaco di Gela quel ruolo gli stava stretto, non gli bastava più. Ora va a scadere il secondo mandato e dunque? Dunque si va altrove dove gli possono assicurare uno scranno, un banco possibilmente europeo, in un Partito dove sarà in buona compagnia: con la figlia dell'ex Ministro Cardinale, e soprattutto con quel "barone rosso", ora senatore della Repubblica, dalle "amicizie pericolose" così come risulta da indagini della nostra Polizia.
E' vero, esimio onorevole Silvio Liotta, noi abbiamo sbagliato (e a distanza di anni lo riconosciamo) quando in quel numero di Sala Rossa che abbiamo citato, la definimmo un saltimbanco della politica sol perché Lei aveva cambiato Partito, dopo aver fatto cadere il Governo Prodi. Almeno Lei sarà ricordato nell storia d'Italia per un atto clamoroso ma costoro, che si sono venduti per un piatto di lenticche, saranno ricordati per quel che sono. Saltatori di banchi e niente più.
Toti Costanzo