Devo ammettere d'essere molto indignato. Indignato perché il sindaco fascista di Comiso reputa un suo diritto cancellare il nome di Pio La Torre, comunista, eliminandolo da quello che da strumento di guerra e distruzione divenne, per le lotte del nostro prestigioso compagno, il simbolo della pace e della convivenza civile. Quel sindaco intende reintitolarlo ad un generale di regime che si distinse per avere massacrato poveracci neri nella dissenanta guerra coloniale in Etiopia in quel lontano 1936.
E come me sono indignati in tanti che percepiscono quest'atto come l'inizio di un processo di cancellazione della "memoria". Anche di una memoria "comunista".
Pio La Torre fu comunista più di tanti. Soprattutto più di Veltroni che domani sarà a Comiso ma che, per sua stessa ammissione, COMUNISTA NON FU MAI. E insieme a lui, domani, in "passerella" ci saranno tanti ex che, oggi, si sono collocati in un Partito, il PD. Sono gli stessi che con lucida, fredda determinazione hanno voluto la sconfitta della sinistra alternativa che, per loro, rappresentava in Assemblea regionale, ogni giorno, la coscienza critica, la loro cattiva coscienza.
Vi ricordate l'intesa tra Cuffaro e Cracolici che vollero una legge regionale con lo sbarramento al 5% e che ebbe, come primo effetto nelle elezioni del 2006, di impedire alla Lista di Rita Borsellino, che quella percentuale sfiorò, di non essere rappresentata all'ARS? E non fu lo stesso alle elezioni anticipate del 2008 con la sinistra unita che fu cancellata pur avendo anch'essa sfiorato quella percentuale? Un disegno orchestrato per cancellare delle rappresentanze scomode che avrebbero denunciato, come sempre avevano fatto, affarismi, clientele, inciuci e compromessi.
E domani anche Cracolici sarà a Comiso per esaltare "un comunista" che se non fosse stato assassinato dalla mafia, ne sono certo, non sarebbe mai entrato in un Partito che per ammissione e dichiarazione di alcuni suoi suoi attuali dirigenti "ex" nutrono nei confronti dei comunisti risentimenti, spirito di rivalsa, rancori.
Storie personale e politiche, quelle di Pio La Torre e di costoro lontane mille miglia.Pio La Torre fu comunista sempre e mai pentito, dirigente delle lotte contadine, arrestato per questo suo impegno. E la MAFIA la lottava SERIAMENTE, e che PER LA PACE LOTTAVA SERIAMENTE, e soprattutto perché era SERIAMENTE UN COMUNISTA. E non bisogna dimenticare che Pio veniva ucciso in un momento in cui il PCI palermitano, anche per gravi responsabilità di alcuni attuali diirigenti del PD che occupano ruoli di responsabilità nei parlamenti ed anche al senato, era dilaniato da lotte interne (per questo il Partito mandò a Palermo Pio) che ne indebolivano la capacità di resistenza e soprattutto d'azione nei confronti della mafia dei corleonesi. E la mafia colpisce i suoi nemici quando comprende che questi sono rimasti SOLI. E Pio La Torre fu lasciato solo bersaglio facile di una mafia che lo considerva IL SOLO SUO NEMICO MORTALE.
E mentre domani si manifesta a Comiso (anche per ricordare il sacrificio del compagno Di Salvo) e perché il nome di Pio resti a testimoniare il suo impegno pacifista e dunque quale "simbolo" da non cancellare, in tante sezioni o circoli del PD il nome di Pio viene cancellato, annullato, eliminato. Così come cancellato, annullato, eliminato é stato a Partinico.
Domani a Comiso ci saranno a manifestare tanti comunisti così come a Roma manifesteranno migliaia di compagni contro la politica eonomica del Governo, la difesa della scuola e della salute, i diritti, il lavoro, la "diversità". E a Roma ci sarà anche una delegazione dei Giovani Comunisti/e di Partinico guidata da Gianluca Ricupati.
Ai nostri compagni a Comiso come quelli che saranno a Roma voglio dire: anche se non saremo fisicamente con voi vi siamo vicini come può esserlo un "padre" che guarda con amore e con tanto orgoglio i propri "figli".
Toti Costanzo
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