Non so se avete mai fatto caso alle foto pubblicate dai giornali e che riprendono personaggi della politica quando costoro s’incontrano per una qualsiasi ragione. I personaggi sorridono sempre, manifestano contentezza , si abbracciano o si stringono le mani e sorridono mentre gioiscono anche coloro i quali fanno loro da contorno e ripresi, come si dice, in secondo piano. In genere si tratta di supporter dell’uno o dell’altro che vengono coinvolti nell’evento. Ebbene per la prima volta mi sono accorto, osservando una grande foto a colori pubblicata sul Giornale di Sicilia di Venerdì 3 luglio, che sì, i protagonisti in primo piano si guardavano sorridenti e dunque soddisfatti (probabilmente stavano amabilmente per abbracciarsi o provenivano da un abbraccio come si fà tra vecchi amici) ma il contorno, le facce che si vedevano in secondo piano né sorridevano né mostravano soddisfazione alcuna. Probabilmente non gradivano quel che stava per accadere e cioè un abbraccio tra due soggetti della politica siciliana che dovrebbero stare su fronti ASSOLUTAMENTE opposti. Ora io mi sono sforzato di capire chi potevano essere quelli che non manifestavano entusiasmo nei confronti dei due personaggi e neppure, si presume, anche nei confronti dell’evento cui stavano per partecipare. E sono arrivato alla conclusione che si doveva trattare di aderenti al PD, magari con un passato da militanti del vecchio PCI in ragione del loro abbigliamento alquanto dimesso. Facce di operai piuttosto che di quei professionisti di una Palermo opulenta che mal vedevano, a mio avviso, quell’incontro tra due personalità della politica siciliana, l’onorevole Gianfranco Micchiché del PdL e Sottosegretario nell’attuale Governo, e l’onorevole Cracolici capogruppo all’ARS del PD tra i quali non può esserci, non dovrebbe esserci, alcun punto d’incontro politico nel senso che, almeno ufficialmente, sono la testimonianza di una politica di contrapposizione perché diversa l’idea di Società che costoro sostenere e propagandare. Proprio quel pomeriggio Cracolici, con una tempestività assai sospetta di cui dirò, inaugurava un’Associazione politica chiamata DEMOS (Democratici Siciliani) chiamando Micciché a discutere di Sud, Partito del Sud, più Sud nei Partiti che altro non è, a mio modesto avviso, se non l’inizio di un percorso che potrebbe portare ad un accordo tra il PD – o quantomeno a quello che fa riferimento a Cracolici - e l’attuale compagine che governa la Sicilia dentro un governo “sicilianista” con pezzi del PDL fedele a Micciché insieme al Presidente della Regione, Raffaele Lombardo e al suo MPA. Un’operazione che ha una sua logica la quale vede pezzi notevoli del Partito Democratico ormai da lungo tempo “digiuni di potere”, e dunque insofferenti a restare ancora a lungo dentro l’area del non governo. Tuttavia questa linea viene ufficialmente avversata da quell’area che fa riferimento a pezzi della vecchia DC (il segretario regionale Genovese ex Popolare e poi ex Margherita) CHE DA BUONI EX PREFERISCONO UN ACCORDO CON I NUOVI DICCI’ DI CUFFARO E COMPAGNIA. Costoro pensano che la legislatura non durerà, che le contrapposizioni esploderanno all’interno del Governo regionale, che si andrà alle elezioni anticipate e, quindi, potrebbe sperimentarsi anche in Sicilia come in tante parti d’Italia quell’accordo strategico tra UDC e PD e, meglio, tra pezzi della passata DC ricomposta in una nuova alleanza. A quanti nel PD pensavano di fare parte di un Partito Riformista, con forti radici a sinistra pur non disdegnando un’attenzione al centro si potrebbe dire che sono belli e serviti. Dunque Cracolici si prepara, con la sua Associazione (vedremo a breve chi stà dentro), ad eventi politici imminenti e si può affermare senza ombra di smentita che se respinge in Sicilia l’accordo con l’UDC non è perché lo esclude in linea di principio quanto piuttosto perché un accordo con Micciché e Lombardo gli riapre, FINALMENTE ED IMMEDIATAMENTE, le porte del governo regionale. Una strategia di cui ben poco ha capito la neoeletta eurodeputato Rita Borsellino che, infilandosi nel PD, pensava di essere protagonista di una “nuova stagione politica” cioè quella di un portare il PD che chiude le porte all’affarismo, all’ascarismo, alla compromissione cioè a Cuffaro e Lombardo per proseguire in un autonomo percorso di dignità e di riscatto del popolo siciliano. Buon per lei se più che a Palermo può restarsene a Bruxelles e mettere in soffitta lo slogan con il quale si presentò ai siciliani e ai sardi perché, purtroppo “Finché c’è Rita non è per niente vero che ci sia più speranza per i siciliani”.
Toti Costanzo
1 commento:
Se c'è una cosa che assolutamente non serve ai cittadini meridionali è un partito del Sud. L'ipotesi è sul tavolo da qualche settimana, con diverse sembianze (alleanza, patto, intesa trasversale) per iniziativa di Raffaele Lombardo, Gianfranco Miccichè, Agazio Loiero e Antonio Bassolino, quattro personaggi in cerca di autore e di futuro.
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