Quando recentemente abbiamo posto l’interrogativo: “Chi ha paura di Pino Maniaci?” il nostro, ovviamente ,non voleva essere il cosidetto “interrogativo retorico” ma , al contrario l’interrogarci su quel che a volte lui dice,gli effetti delle sue parole che scavano in profondità e come una trivella sconvolgono gli strati più profondi della nostra coscienza spingendoti alla riflessione e ,soprattutto, ad una richiesta di condivisione che può diventare,poi, anche scelta di campo. E Pino, a volte, usa le parole come le pietre che ti costringono alla riflessione , ti piaccia oppure no ,per essere dalla sua parte, a condividere i contenuti dei suoi servizi televisivi perché,spesso, sono verità anche profonde .Parole che molti hanno timore d’ascoltare perché affondano il coltello dentro verità, appunto, scomode .Sono i suoi ,servizi come lui ama definire spesso “dirompenti”.
Quello del notiziario di venerdi’ scorso - il Venerdi’ Santo giorno ovviamente non scelto casualmente- ad esempio è stato uno di questi. Lui domanda : possono convivere all’interno di organizzazioni religiose ,come le Congregazioni, persone dalla dubbia moralità che hanno avuto o hanno conti in sospeso con la “legge” ,peggio se organici o anche contigui con la criminalità organizzata? Non è una domanda nuova posta al clero locale e ,successivamente spiegherò perché , e quando fu posta per la prima volta nella storia della città non si ebbe risposta anche se provocò una “dirompente”iniziativa . Da allora ad oggi , come era abbastanza evidente tutto ha proceduto come nei secula seculorum cioè il silenzio del clero che ha spesso affidato la suggestiva ,commovente,toccante cerimonia della morte e passione di Cristo e della Mater dolorosa che lo segue in lacrime ,anche a quanti hanno necessità di riabilitarsi davanti la pubblica opinione, di “lavarsi” immersi in un bagno di folla in cui l’AUTORITA’ si dispiega in tutte le sue articolazione:la Politica(il Sindaco) ,la Legge (il Maresciallo dei Carabinieri o il Commissario di PS e il Comandante della Polizia Municipale) e poi LORO, i confratelli coloro che hanno diritto(per censo?per tradizione, per imposizione?) di “portare” sulle loro spalle il Cristo morto e la sua infelice madre. Un onore ,e solo questo per alcuni, una devozione per altri, un “apparire” per tanti .E anche se si tratta di una RAPPRESENTAZIONE tuttavia è la simulazione di un avvenimento, ma di un avvenimento SACRO .Ma per una certa Chiesa, tuttavia altro non è se non un’occasione , come altre, per esercitare il SUO POTERE al quale TUTTI si devono inchinare . Dico a proposito “una certa Chiesa” cioè quella che ci ha storicamente abituati a far convivere l’onesto col disonesto, il prepotente con l’umile, il dittatore ed i carnefici insieme alle loro vittime. Perché è noto che esiste “un’altra Chiesa” :quella di don Milani, di padre Pino Puglisi, dei tanti sacerdoti massacrati in tanti Paesi dell’America latina, incarcerati nell’ex Unione Sovietica, impediti ad esercitare il loro ministero come in Cina, o nei Paesi dell’Africa nera .
La racconto anche per Pino .Fu nel 1962 . A Partinico era attiva e fortemente radicata e presente la Federazione degli Universitari Cattolici(la FUCI) del quale Circolo ero vice Presidente .Eravamo giovani, cattolici, fortemente impregnati di moralismo intransigente. E lo fummo con quanti, allora (cosi’ come oggi) a parere nostro (ma perché opinione diffusa) non avevano LA DIGNITA’ di portare sulle loro spalle il Cristo e la Madonna. Sostenevamo, giustamente, come la religione fosse coerenza, intransigenza, una cosa seria. Mettemmo il sacerdote ,che allora guidava quella Parrocchia ,davanti alla scelta : o loro o noi cattolici ,noi e solo noi che ne avevamo la dignità e il diritto non per censo, non per sola devozione e meno che mai per tradizione. Ma perché credenti, moralmente puliti , degni . Fu un gesto “rivoluzionario” ma eloquente di come i processi di cambiamento possono venire soltanto “dall’interno” .E fummo noi .
Ma dall’interno di una certa Chiesa ,da allora ad oggi ,soltanto il silenzio. Quei giovani avevano un nome e un cognome ed è giusto ricordarli a quanti oggi militano con serietà e fede dentro una certa Chiesa di Cristo : Toti Costanzo, Salvatore Passannanti, PinoToia, Michele Cipolla,Michele Chimenti, Gino Di Palermo, Rino Romano, Mommo e Nanni Giuliana, Melino Cannavò.
La racconto anche per Pino .Fu nel 1962 . A Partinico era attiva e fortemente radicata e presente la Federazione degli Universitari Cattolici(la FUCI) del quale Circolo ero vice Presidente .Eravamo giovani, cattolici, fortemente impregnati di moralismo intransigente. E lo fummo con quanti, allora (cosi’ come oggi) a parere nostro (ma perché opinione diffusa) non avevano LA DIGNITA’ di portare sulle loro spalle il Cristo e la Madonna. Sostenevamo, giustamente, come la religione fosse coerenza, intransigenza, una cosa seria. Mettemmo il sacerdote ,che allora guidava quella Parrocchia ,davanti alla scelta : o loro o noi cattolici ,noi e solo noi che ne avevamo la dignità e il diritto non per censo, non per sola devozione e meno che mai per tradizione. Ma perché credenti, moralmente puliti , degni . Fu un gesto “rivoluzionario” ma eloquente di come i processi di cambiamento possono venire soltanto “dall’interno” .E fummo noi .
Ma dall’interno di una certa Chiesa ,da allora ad oggi ,soltanto il silenzio. Quei giovani avevano un nome e un cognome ed è giusto ricordarli a quanti oggi militano con serietà e fede dentro una certa Chiesa di Cristo : Toti Costanzo, Salvatore Passannanti, PinoToia, Michele Cipolla,Michele Chimenti, Gino Di Palermo, Rino Romano, Mommo e Nanni Giuliana, Melino Cannavò.
Toti Costanzo
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