lunedì 11 aprile 2011

UNA RISPOSTA A GIANLIVIO PROVENZANO: E SE CRACOLICI FOSSE L'EQUIVALENTE DI SCILIPOTI?

Per ragioni di spazio rispondo quì ad un interessante intervento di Gianlivio Provenzano (che vi invito a leggere nella pagina dei Commenti) a proposito del post scritto ieri  dal titolo "E per don Raffaele e i suoi orfani partinicesi, una prece", dicendo subito che condivido quanto scritto da "Antonino"  sullo stesso argomento. Anche questo potete leggere nella pagina dei Commenti. 
Caro Gianlivio non discuto che l'associazione DemoS  sarà anche un luogo d'incontro e discussione di questioni serie ed utili alla collettività anche tra "diversi", quando diversità non equivale a "divergenza ideologica" che é sempre un elemento di divisione, ma al più "divergenza strategica" che non ci impedisce di restare uniti nell'affrontare e risolvere i problemi della collettività. Dunque, si può essere diversi ideologicamente, come noi certamente lo siamo, senza per questo non essere accomunati dalla stessa strategia nella risoluzione dei problemi quando su questi e sulle soluzioni vi é convergenza e condivisione.
Il punto, ovviamente, non é questo e neppure quello che all'interno di un Partito ci si possa dividere in "correnti" cioé ideali luoghi dove ci si può anche scontrare per ottenere l'egemonia su di un organismo, appunto il Partito, che non ha soltanto lo scopo di analizzare i fatti, gli avvenimenti, i problemi  ma di governarli e risolverli. Il punto é "il Governo" cioé il mezzo attraverso il quale tu hai la possibilità, discutendo ed  anche dividendoti, di realizzare alla fine dei percorsi gli scopi per cui ti batti all'interno  di un Partito. E quali sono gli scopi? Uno scopo qualunque? Una soluzione, qualunque essa sia? Un accomodamento? Non certo. Ma la soluzione, quella giusta, quella carica di dignità operativa che discende dalla storia, dalla cultura, dalla visione che hanno uomini e donne che scelgono quel Partito piuttosto che un altro. Per tali ragioni  anche "in politica“tradimento” significa tradire, violare le ragioni che ti hanno contraddistinto fino a quel momento dagli altri e per le quali hai ottenuto FIDUCIA; “onore” significa mantenere il patto che tu hai contratto che non era soltanto una PAROLA VUOTA, senza alcun significato e da mettere in discussione ad ogni pié sospinto; mentre ”ribaltone” significa il machiavellico fine che giustifica i mezzi e, dunque, VIOLENTARE un progetto cui tu avevi dato forte e serio significato e che viene, al contrario, annullato per volere degli altri. Dunque quando parli di tradimento, onore, ribaltone non si tratta di  “concetti che nascondono, a volte “ad arte”, i fatti della politica“, come tu scrivi, quanto parole che sono come scolpite sulla pietra. Ci si può dividere in correnti, ma se un Partito non trova una sintesi unitaria finale e coerente con la sua storia, le sue ragioni d'esistere, manifestandosi, al contrario, strumento poco serio, il contenitore del “tutto” e del “tutto il suo contrario” allora hai ragione tu nel volere giustificare col tuo scritto quel che giustificabile non é. In definitiva  secondo la tua e vostra "logica"  un Partito, come nel caso del PD, può anche conquistare “il Governo” non con il consenso della maggioranza degli elettori che avevano fatto altre scelte  ma per il “disfacimento”, “lo scioglimento come neve al sole”- tu dici delle forze come nel caso del centro destra siciliano. Ma questo significa che si debba o si possa giustificare  quel che é accaduto in Sicilia? O si giustifica sol perché le forze politiche di centro destra che avevano stravinto le elezioni  hanno annullato le condizioni che le avevano viste vincenti nella nostra isola per i dissensi e le risse? Ovviamente dissensi e risse, certo,  per ragioni di potere,  "di cutra". Capisci, però,  caro Gianlivio dove può portare questo tuo ragionamento? A dare ragione, e dunque giustificare, quel che Berlusconi ha fatto sul piano nazionale quando, di fronte alla frammentazione (una forma di "disfacimento" come in Sicilia ) delle sue forze, chiama a raccolta gli Scilipoti di turno (il fine, come tu affermi, non  giustifica i mezzi?) e così  riesce a mantenere il “suo Governo” dentro cui c'é dentro tutto e tutto il suo contrario. E tu pensi, ad esempio, d'avere diritto di criticare il Presidente del Consiglio che vuole governare ad ogni costo servendosi di tutti quegli Scilipoti che glielo consentono per ragioni che non sono per Berlusconi e i suoi meno nobili di quelle che giustificano il governo Lombardo? E Lombardo come Belusconi non ha rinunciato al ricorso alle urne     cioé al solo mezzo serio e dignitoso che si conosce e si applica in una Società veramente democratica per verificare la quantità di consensi che ti permetteranno di governare con dignità ed autorevolezza? E non é nato così e così si mantiene il Governo dell'on. Lombardo, un contenitore con dentro di tutto ed anche di più?PD, MPA, FLI, API, UDC e transfughi di varia provenienza e colore? Davvero pensi, come scrivi, che il Governo Lombardo sia l'esatto opposto, l'alternativa a quello di Berlusconi? E pensi davvero che nell'immaginario collettivo un Cracolici che va con Lombardo sia cosa diversa da uno Scilipoti che “si butta nelle braccia” di Berlusconi  per le stesse ragioni per cui lo fanno quelli del tuo Partito? O le ragioni di Scilipoti sarebbero  meno nobili di quelle dei Cracolici? La verità – ed é proprio questo il punto - é che il PD in Sicilia NON E' UN PARTITO ma UN INSIEME DI CORRENTI, di gruppi che vogliono e cercano il potere, gruppi di interessi consolidati e da consolidare, da espandere, allargare a dismisura,  che teorizzano e ovviamente giustificano l'uso, e se é il caso, anche la classica quanto tristemente famosa “congiura di palazzo” in cui un personaggio traditore, senza onore, e ribaltonista, ovviamente sempre in senso politico, decide di governare ad ogni costo e con chi ci stà. Esattamente quel che teorizza il Presidente di DemoS e dei deputati del PD all'ARS e, vedo, che tale sconvolgente quanto impudica teoria ha anche convinto (spero per poco) i ragazzi come te che potrebbero restare nella nostra città per restituire alla politica una sua dignità. Certo un rischio lo corriamo: che impattiamo con giovani  alla stregua dei Lo Biundo e della sua  compagnia  disposti a governare con TUTTI, proprio con tutti purché il governo resti saldo nelle loro mani. I giovani che amano la politica quella limpida, lineare, senza giustificazioni ingiustificabili devono essere coerenti con alcuni valori che sono la sostanza di una Società democratica e progressista per i quali battersi non ricercando “le scorciatoie” ma la via maestra che é sempre IL CONSENSO POPOLARE. Chi come noi comunisti non solo teorizza il “cambiamento” ma lo vuole anche se sceglie la strada più lunga, quella della costruzione seppur difficile del consenso, sicuramente non sbaglia. Ma tutto ciò si  accompagna alla dignità, serietà, ed anche a grandi, grandissimi  sacrifici  personali.


Con affetto e stima Toti Costanzo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non riesco a mandare il mio commento forse perchè troppo lungo. Se mi mandate l' e-mail ve lo invio e provvedete poi voi a pubblicarlo se lo ritenete opportuno.
Grazie Gianlivio Provenzani

Anonimo ha detto...

prcpartinico@libero.it