mercoledì 1 febbraio 2012

DAVANTI LE FACCE DEI "FORCONI" ROSE DAL SOLE E DAL DURO LAVORO E PENSANDO A LI CAUSI, TURIDDU TERMINE E DANILO DOLCI

Non ho avuto alcun dubbio.Ho SUBITO solidarizzato con i lavoratori che per circa una settimana hanno occupato tutti gli svincoli delle strade di Sicilia, compreso quello di Partinico che ha visto , seppur in ritardo rispetto ad altre zone dell’isola, scendere in campo soprattutto piccoli proprietari di mezzi di trasporto, coltivatori  con i loro trattori sia di Partinico che di Borgetto , gli uni e gli altri,  sostenuti  anche da figli  , spesso disoccupati ed ovviamente preoccupati per il destino dei loro padri e di se stessi .Con loro anche piccoli commercianti messi in ginocchio dalla crisi economica che attraversa tutte le categorie e realtà sociali che vivono sopratutto di lavoro autonomo.
Il nostro Partito a Partinico li ha incontrati, ha voluto con loro discutere, capirne le ragioni, quelle legate alla loro reale condizione di uomini che ,seppur non dipendenti da altri , da un “padrone”, tuttavia sono messi in ginocchio dal costo esorbitante della benzina o del gasolio senza contare i pedaggi autostradali insieme alla pesantezza di tasse non potute pagare e divenute un macigno su cui ,inesorabile, si abbatte la scure della SERIT che non intende ragioni . Inadempienti per necessità ,non certo evasori .A sostenere la lotta dei nostri concittadini gli  studenti del Ragioneria e dell’IPSIA mentre quelli del Liceo scientifico e classico hanno solidarizzato con un comunicato . Il nostro Partito è stato il solo a Partinico che ha convocato l’assemblea dei compagni per ragionare attorno alla protesta. Soprattutto per capire anche perché ,si diceva, che dietro i Movimenti c'era sopratutto la mafia . E’ stato un momento politico veramente “alto” durante il quale si confrontavano i giovani cresciuti i famiglie della piccola e media borghesia locale che, da militanti comunisti,  si trovavano per la prima volta davanti un avvenimento particolare e straordinario ,che vedeva “la lotta” concreta condotta  da uomini in carne ed ossa che ritornavano ad essere protagonisti contro le decisioni di un Governo nazionale che sceglieva , come sempre , di spremere le categorie più deboli lasciando immuni le grandi ricchezze ed i grandi patrimoni. La lotta portata alla”rotonda” di Partinico richiamava alla memoria di noi adulti, lo sciopero alla rovescia del ’56 (domani 2 febbraio ricorre l'anniversario) e quelle degli anni  ‘60 e 70 (i grandi scioperi per il lavoro e lo sviluppo e contro le esose tasse) quando i braccianti o i piccoli proprietari di Partinico guidati dal PCI , dall’Alleanza contadina e dalla Camera del Lavoro ,bloccavano quelle stesse arterie e sempre per le stesse ragioni . Dunque , come comunisti, non potevamo  avere alcun dubbio nello stare e solidarizzare con loro anche se la loro protesta ,oggi, era senza guida politica, in assenza del sindacato e in alcuni luoghi anche con la presenza di qualche  mafiosetto o cancaruni  e  le parole d’ordine,quelle “dell’antipolitica”: i Partiti sono tutti gli stessi, i politici tutti ladri .E anche se la nostra presenza “disturbava” qualcuno dei "dirigenti" locali che ,ovviamente, manteneva ancora in maniera antistorica un incredibile pregiudizio anticomunista nei confronti degli uomini di un  Partito che del sostegno ai lavoratori ne ha fatto una religione .Né potevamo dimenticare quella grande manifestazione popolare per il diritto alla casa ( era il 1985) quando ,proprio li' ci si scontrava con la Polizia in assetto antisommossa che sparava ad altezza d’uomo i suoi candelotti e noi a circondarli lanciando contro quel che potevamo. La solita, vecchi storia di  lotta tra i “poveri” : da un lato i  contadini ,gli edili o i piccoli commercianti e dall’altro i loro figli divenuti “sbirri” per sopravvivenza e stato di necessità e dunque al servizio dei "Governi dei padroni" . Quel luogo, la rotonda,era stato sempre un simbolo: noi lavoratori  blocchiamo l’ingresso e l’uscita dalla città  , creiamo  disagio anche al resto della nostra popolazione perché le nostre  ragioni possano convincere chi gestisce il potere nel dare ascolto a chi manifesta non solo dissenso ma soprattutto disagio sociale . La nostra città ha visto SEMPRE lotte e manifestazioni perché un popolo che non lotta e protesta è un popolo senza dignità. Dunque, seppur poco sopportati da alcuni (da tanti altri abbiamo avuto ascolto ed attenzione) tuttavia non abbiamo desistito dallo svolgere il nostro lavoro politico di discussione, di convincimento e cioè che la lotta isolata non portava risultati mentre , dicevamo, era necessario che la protesta coinvolgesse altre categorie ,TUTTE LE CATEGORIE  del lavoro cosi’ come costringere le istituzioni ai diversi livelli ( il Comune , la Provincia ,la Regione ) a diventare ,anch’esse, controparte nel momento in cui ciascuno di queste  si limitava a solidarizzare soltanto a parole e non certo ad operare in ragione dei ruoli e delle  possibilità . Sapevamo che tanti tra quelli che sfidavano il freddo del giorno ed il gelo della notte mancavano di una “coscienza politica” nel senso di coscienza di classe e sostenevano soltanto LE LORO RAGIONI. Ma il torto era loro ? Sapevamo anche che tanti tra costoro furono sostenitori del berlusconismo partinicese prima maniera e poi di Lo Biundo cioè il governo locale più qualunquista, assenteista e clientelare che mai abbia avuto il nostro Comune da almeno un ventennio. ( addirittura qualcuno tra quelli in evidenza alla rotonda era stato in una lista, quella degli “artigiani”, a sostegno dell’attuale Sindaco  ) tuttavia ERANO LAVORATORI  e come tali andavano da noi  difesi e sostenuti . E la discussione con loro fu utile,utile sopratutto ai nostri giovani compagni e compagne che per la prima volta, loro studenti , si confrontavano con i problemi gravi della vita di ciascun uomo: il lavoro e la sua capacità liberatoria . Si ,quelle facce rose dal sole e dal duro lavoro erano le stesse che furono con  Mommo Li Causi, Turiddu Termine e Danilo Dolci .
Toti Costanzo  

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