martedì 5 giugno 2012

QUANDO LA BERTOLINO MI DISSE: "DA PARTINICO NON ME NE ANDRO' MAI!"




Ci risiamo. Si ricomincia da capo. Io lo sapevo di già e non certo perché "maaru" ma per le cose che racconterò. Ed é la prima volta che lo faccio dopo venti anni.Dunque, ci risiamo . Ed é come se vent'otto anni fossero passati invano.Vent'otto anni da quell'estate del 1984 quando iniziammo a contrastare con una industriale alla quale si può dire tutto tranne che non abbia avuto e abbia abbastanza chiaro il ruolo di salvaguardare i suoi interessi- cosa comprensibile e legittima- ma sopratutto conoscitrice profonda delle debolezze di una "politica" compromissoria, affaristica,  arraffatrice con la quale ha avuto a che fare nella prima repubblica cosi' come ora in questa e che oggi ha nelle mani gli interessi della nostra cittàal punto che negli ultimi tempi ha anche fatto un bel salto di qualità di cui ci siamo spesso occupati.Dunque si ricomincia, perché finisce il 31 dicembre di quest'anno il ciclo della devastante ma miliardaria distillazione durata decenni e ,con la disponibilità di un sindaco e di pezzi particolarmente interessati della sua Giunta ,a quanto pare , comincerà quello della lavorazione delle biomasse che, a detta degli esperti, non é certo meno remunerativa e meno devastante  sul piano degli effetti sull'ambiente .Ma questo lo vedremo presto.
Perché sapevo che non sarebbe finita?Perché me lo ha personalmente detto. Quando ?Esattamente nel 1992 poco prima che con l'ordinanza del Sindaco  Geraci che impediva alla distilleria la continuazione della sua attività, si concludesse una vicenda che aveva visto la mobilitazione straordinaria degli ambientalisti che portò poi alla chiusura della distilleria per oltre tre anni e la determinazione di quella Amministrazione e della sua maggioranza che non intese concedere una ulteriore proroga,richiesta ,per continuare a distillare sebbene sotto il ricatto e la pressione di centinaia di cantine vinicole . Pressione scomposta che ebbe il  sostegno palese di un personaggio politicamente squallido quale , allora, fu l'Assessore all'agricoltura Francesco Aiello ex comunista e che ,oggi, ritorna a dirigere quel settore al servizio di Lombardo essendo transitato da buon trasformista nelle file del Partito del Presidente della Regione . Fu un imprenditore di Partinico assai vicino alla industriale che mi chiese la disponibilità ad incontrarla.Ovviamente la incontravo non solo nella mia qualità di consigliere comunale comunista ma sopratutto quale vice sindaco di quella Giunta. Un amministratore si incontra con chi lo chiede anche se con la persona oggetto dell'incontro aspri e duri erano stati gli scontri fin da quell'estate dell'84. Ci incontrammo nei suoi uffici di viale dei Platani . La conversazione iniziò in maniera soft ma fini' in malo modo cosi' come in sintesi racconterò.Non eravamo soli .In un angolo del suo ufficio, in  una zona in discreta penombra stava seduto un signore di cui, poi, molto la stampa avrebbe parlato.Non ci feci caso. Non avevo nulla da nascondere ma avevo sopratutto da dire cose assai chiare e senza alcun infingimento.Dopo i convenevoli di rito mi dice: "Professore, perché proprio voi comunisti avete nei miei confronti questo accanimento?Gli altri politici locali ,per il mio lavoro, manifestano molta considerazione e ,anzi, mi hanno sempre agevolato .Perché voi comunisti mi consentite di avere una distilleria nel centro storico di Modena da sempre dai voi amministrata e a Partinico mi fate la guerra?". Risposi che sicuramente a Modena la sua distilleria rispettava quanto stabilito dalle leggi e a Partinico, al contrario, le leggi venivano da lei violate.  Dissi anche che i comunisti di Partinico non avevano mai manifestato pregiudizio nei confronti dei processi industriali e meno che mai pregiudizi di carattere ideologico nei confronti della sua industria Ci opponevamo non solo perché non permetteva la sindacalizzazione degli operai che venivano sicuramente pagati ma molto sfruttati nei processi di lavorazione e poi per il ruolo devastante della distilleria  che trovava origine nella mancanza di efficaci deterrenti correttivi che provocavano inquinamento del suolo, dell'aria, dell'acqua, del mare.La conversazione continuò con la manifestazione di un forte quanto palese nervosismo da parte dell'industriale e la mia altrettanto decisa fermezza. Ricordo , supergiu',come si concluse la convulsa conversazione . Alzandosi,ovviamente  per congedarmi, cosi' disse: " Lo dovete avere chiaro. Io da Partinico NON ME NE ANDRO' MAI .MI DOVETE SOPPORTARE ANCHE SE A PARTINICO NON GUADAGNERÒ UNA SOLA LIRA!". Tutto quel che é accaduto dal 1992 ad oggi  é cosa chiara e risaputa. Comprese le cinque querele (tre archiviate dal magistrato e due rinvii a giudizio) con la soddisfazione che in fase di conclusione del processo che unificava i due provvedimenti l'industriale, inspiegabilmente, rimetteva le querele cioé riteneva che le mie dichiarazioni ,oggetto delle sue denunce rientrassero nel mio pieno diritto di esprimere giudizi politici e non certo personali. Una bella soddisfazione che mi costò,però, per alcuni anni il salire e scendere le scale della locale Pretura e del Tribunale di Palermo. E' vero l'industriale Bertolino é una donna di parola perché NON SE NE ANDRA' MAI DA PARTINICO.Infatti concluso lo storico ciclo della distillazione perché non piu' remunerativo, inizia quello piu' redditizio della lavorazione delle  biomasse. Cioé da viale dei Platani a contrada Sant'Anna . In una parola:PUNTO E A CAPO 
Toti Costanzo

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