mercoledì 31 ottobre 2012

E COSI' TRA I DUE LITIGANTI CANDIDATI DI PARTINICO IL TERZO GODE E I SOLITI NOTI RINGRAZIANO




Avevo preannunciato nel post pubblicato ieri sul risultato elettorale che interessava la coalizione sostenuta da Rifondazione ,che avrei cercato di dare una spiegazione delle ragioni per cui nessuno dei candidati di Partitico sarebbe stato eletto all’ARS.Un convincimento non collegato al risultato avvenuto, quanto piuttosto il prodotto di una analisi , seppur superficiale , che avevo elaborato ancor prima dell’inizio della campagna elettorale . In verità prima dell’inizio della campagna elettorale circolava già la voce della candidatura nel PDL di Vincenzo Di Trapani e nello stesso tempo e nella stessa Lista quella dell’ex Assessore Governanti  di cui , in verità ,se ne parlava ancor prima delle sue dimissioni dalla Giunta di Lo Biundo. E il Sindaco,va detto per inciso,  pare che nella campagna elettorale si sia mosso alla stregua di un vecchio compagno del PCI ,di cui non dirò il nome per ovvi motivi di rispetto che si deve a chi ci ha già da lungo tempo lasciati e riposa in pace, ma del quale  racconterò un episodio realmente accaduto . Il fatto ebbe luogo nel 1975 durante la campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio comunale  quando lo scontro tra noi e la DC era davvero durissimo. Ogni defezione, ogni tradimento quel Partito comunista non l’avrebbe mai giustificato né perdonato. E il compagno- da questo l’analogia con Lo Biundo-  ci fu riferito  pare circolasse tenendo in tasca i fac-simile di diversi candidati. E non solo quelli del PCI ma cosa per noi gravissima della DC e ancor più di Salvatore Cintola all'epoca più che acerrimo avversario, nemico . Gli tendemmo un tranello che ,alla distanza ,mi provoca ancora una certa, plausibile vergogna. Lui si trovava in Piazza Duomo. Lo avvicinammo e con la scusa d’avere esaurito la distribuzione dei nostri fac-simile, glieli chiedemmo. Grande fu il suo imbarazzo,il tentennamento .Ho davanti gli occhi lo sbiancamento del volto e, farfugliando, con tanto timore  infilò la mano in una delle tasche della giacca tirando fuori - la scena la potrei rappresentare anche nei particolari –il fac simile di un candidato della DC. Il resto lo si può soltanto immaginare. Dunque il giovane Lo Biundo ,che all’epoca era appena nato, pare che si sia aggirato, durante la campagna elettorale, saltando da un banchetto all'altro, da una pizzeria all'altra , da un incontro di malasenu all'altro  ,alla stregua di quel compagno avendo le tasche piene di “santuzzi”  indifferentemente di candidati di destra, di centro e del centro della sinistra ,cioè il PD. D’altronde non è stato lui a dichiarare pubblicamente che la sua Giunta non manifesta alcun preciso orientamento politico salvo ad essere,però, immediatamente spernacchiato dal professore Bonni’ che come abbiamo scritto,.dichiarò quale risposta e con orgoglio la sua appartenenza e militanza politica?Ma ritorniamo all’argomento. Il PDL presenta a Partinico due candidati. Fu questo il primo convincimento della grave crisi che attraversava e attraversa  il Partito di Berlusconi. In altri tempi quel Partito non avrebbe neppure scelto un solo candidato della nostra città mentre oggi ha dovuto ricorrere , addirittura, alla doppia candidatura con la speranza di racimolare voti di cui aveva estrema necessità. Il risultato finale ci ha dato ragione. Nessuno dei due approda ovviamente all’ARS  Cosi’ si può dire della doppia candidatura nell’UDC di Briganò e Genova che,in definitiva, doveva servire da traino alla elezione dei soliti noti . Nel  PDL eletti Cascio, Scoma e Caputo e nell’UDC Dina e Lentini .Insieme alle doppie candidature va rilevata la parcellizzazione del voto distribuito sugli altri candidati che citiamo: Ruggero Avellone al quarto posto nella Lista dell’MPA, le due signore del PID,Di Trapani e Guida, la Magro in Alleanza di Centro . Per non tacere della candidatura del quasi partinicesi Miceli e sulla razzia fatta nella città dalla miriade di candidati di altre Liste. Partinico , dunque, si presenta ancora una volta quale terra di conquista per deputati e aspiranti tali. Con buona pace di Piero Di Trapani e di Diego Campione che in diverse occasioni tuonarono, col plauso di tanti, ipotizzando “calci in culo a questi deputati che vengono a Partinico, prendono i voti e chi si è visto s’è visto”. Infatti si è visto: hanno preso i voti  e non sappiamo se loro ,che li hanno continuato a sostenere, li rivedranno più Ma c’è una seconda ragione,più seria ,a dimostrazione che nessun partinicese avrà la possibilità di calcare le scene della politica regionale e nazionale come fu per alcuni nostri concittadini nella prima repubblica. In quell’epoca, va ricordato per i più giovani, i Partiti avevano un ruolo determinante nella elezione dei deputati e senatori per cui se il PCI , ad esempio, stabiliva che il deputato da eleggere doveva essere Mimi’ Bacchi, Bacchi sarebbero di sicuro entrato in Parlamento. Cosi’ fu anche per gli altri candidati dei Partiti esistenti che se seppur non avessero la stessa organizzazione del PCI ,disponevano di forti “correnti” di sostegno che si muoveva sul territorio provinciale  in maniera univoca,coordinata ed efficace alla stregua di un vero Partito. Oggi non è più cosi’ per cui il Partito quando c’è non solo non decide alcunché (tranne che in Rifondazione) ma le “correnti” non hanno più quella solidità organizzativa che avevano allora essendosi ridotte a piccoli contenitori di voti gestiti soltanto col sistema delle spicciola clientela e dal piccolo boss politico . Aggiungo un altro elemento per una eventuale discussione. Quando la città esprime un forte ed autorevole Esecutivo, espressione di Partiti ,Movimenti, Associazioni, singole personalità che si ritrovano uniti nella scelta di un eventuale comune candidato nelle Istituzioni , allora il tessuto sociale, culturale ed anche politico  cittadino già politicamente solidificato ed orientato , si unisce, segue le indicazione dell’esecutivo e comprende come l’elezione di un deputato al Parlamento o all’ARS  diventa oltre che  possibile anche necessario per la vita della città e del suo territorio . Cioè ,il corpo elettorale diventa quanto più omogeneo e la città diventa ,cosi’ protagonista restringendo fortemente gli spazi per i razziatori di voti che arrivano dall’esterno  E’,per certi versi,  il caso di Alcamo che proprio in ragione della capacità aggregante delle amministrazioni locali che dal 1994 si sono succedute ininterrottamente hanno avuto la possibilità d’essere rappresentate nelle importanti Istituzioni . E allora appare del tutto evidente che se nella città non si costruisce un esecutivo guidato con  serietà, autorevolezza determinazione e capacità aggregante ,ricostruendo oltre che l’identità anche il tessuto , la nostra città non avrà mai più la possibilità di eleggere suoi rappresenti nelle Istituzione ai diversi livelli. Al più qualcuno può arrivare ancora alla Provincia di Palermo che come diciamo noi non solo politicamente ma amministrativamente né tira né cunta.
Toti Costanzo 

3 commenti:

Anonimo ha detto...

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Alberto Lo Iacono ha detto...

S.O.S. CIAMMARITA Quanti hanno la possibilità di recarsi alla Ciammarita lato scogli dove sbocca il fiumerello, si accorgono di essere non più nel luogo che conoscevano ma in un posto completamente diverso. Sembra di essere, per analogia, nelle tante decantate CINQUE TERRE. Le acque cadute questa mattina, dalle otto alle 9, hanno fatto scempio, devastando tutto ciò che incontravano man mano che scendevano verso il mare. Le contrade di Tammì, Pacino, Carrozza, Groppo, Vacanti, Spadafora, Corso, Giambruno sono state certamente le più colpite, ma i danni maggiori si sono avuti alla Ciammarita dove, in alcuni punti si sono otturati dei tunnel facendo confluire l’acqua al di sopra di essi e dove la sua forza impetuosa ha letteralmente distrutto un intero muro della casa di Segesta, i cassonetti della spazzatura che si trovavano all’angolo sono stati trasportati a mare, nelle casette vicino agli scogli l’acqua ha raggiunto oltre un metro e mezzo, la strada di Piano Inferno è diventata una trazzera, insomma un mare di danni. La pioggia è stata senza alcun dubbio fortissima ma le costruzioni sopra il fiume hanno una parte di colpa e altra parte va attribuita alle amministrazioni comunali che si sono susseguiti nel tempo che non hanno mai apportato alcun lavoro di miglioramento al letto del fiume, non è stato mai pulito e l’ho visto sempre intasato di detriti, di canne di legni e di quant’altro. E’arrivata l’ora che le istituzioni prendano di petto alcuni problemi cronici che sono sempre esistiti alla Ciammarita.
Alberto Lo Iacono

Anonimo ha detto...

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