E così, Russo Antonio inteso "Tonino Signorsì", di Monreale, classe '71 ma che non va confuso con quel Tonino Russo che allena la Gallicese squadra di calcio che milita in un girone di Eccellenza in quel di Calabria, il 29 aprile del 2008 volava a Roma. A Roma, per occupare un seggio alla Camera dei Deputati rimasto libero per le provvidenziali dimissioni dell'on. Fioroni, capolista nella nostra Circoscrizione ma eletto anche altrove, il quale optando lasciava libero quel tanto sognato, accarezzato, agognato "7° posto utile con scivolo all'8°" per il quale Tonino, per anni ed anni, aveva dovuto salire e scendere, scendere e salire da Monreale alla Federazione di Corso Calatafimi, ingoiando anche tanti rospi tra cui quello dell'essere appellato, appunto, "Tonino Signorsì".
Ora, bisogna sapere, che i suoi stessi amici di Partito prima quelli del PCI, poi del PCI-PDS, poi ancora PDS, ancora ed ancora DS per abbracciare, infine, con il PD gli ex della Margherita, non avevano digerito che Tonino "savia 'nfilatu" cioé avesse fatto "carriera" solo perché aveva lungamente "portato la borsa ", come si suole dire di coloro che collaborano con i Deputati, di Antonello. Di costui aveva mutuato tutto: gesti, inflessione di voce, movimento delle mani. Tecnica discorsiva, tattiche e strategie diventandone, appendice, orpello, addirittura l'ombra. Tu dici Antonello. Ma Antonello chi? No, non il nostro "ventottomila e rotti" classe 1960, definito da La Repubblica come "il re delle preferenze" nato a Palermo ma con accento vagamente dell'agrigentino (quel malizioso di Cintola sostiene che volle copiare in tutto e per tutto, Totò) ma l'altro Antonello.
Quello che fin da piccolo volle fare il comunista ma che si rese subito conto che per "salire" sempre più in alto il comunismo non poteva mai servire e, dunque, doveva battere altre strade.
Per cui, si adoperò, insieme a tanti altri, per liquidare prima il PCI, poi il PCI-PDS, poi ancora il PDS, ancora e poi ancora i DS per abbracciare anche lui, infine, gli ex della DC ed iniziare un percorso nel PD all'insegna del suo ultimo, suggestivo slogan elettorale "SERENI voltiamo pagina".
Lo slogan campeggiava a Palermo e nei Comuni della Provincia qualche mese prima che fossero state composte le Liste elettorali del nuovo Partito (come aveva saputo che sarebbe stato candidato all'ARS, resta un mistero per tutti) su di una serie di luminosi, fantasmagorici, costosi ma accattivanti alessiani 6x6 che fecero rivoltare nella tomba i braccianti, i sindacalisti, gli operai comunisti uccisi dalla mafia o dal piombo della Polizia, e soprattutto i diffusori dell'Unità, i distributori di volantini a ciclostile se non addirittura scritti a mano.
Ma ritorniamo a "Tonino" giovane dalla scorza dura seppur dal fisico "pesante" con un passato nella FGCI (non la Federazione del calcio ma quella dei Giovani comunisti del PCI) ma sempre con ruolo di gregario seppur appartenente ad una famiglia di lunga tradizione comunista. Il nonno fu uno dei fondatori del PCI a Monreale e dirigente delle Camera del Lavoro.
Tonino, però, a diffrenza del suo Antonello che iniziò da consigliere di Circoscrizione divenendo poi consigliere comunale a Palermo, Assessore di Orlando ed infine approdato all'ARS, non poté mai essere eletto anche se si presentò per il Consiglio di Monreale e per quello provinciale. Tonino registrò una serie di sonore trombature. Dunque il neo Deputato é un giovane dalla scorza dura e di lunga gavetta e fu anche per questo che Antonello lo fece nominare in sua vece, prima Segretario regionale dei DS e poi Vice nel PD, cariche che gli consentirono di agguantare quel sospirato settimo posto (come a dire: 'a limitu e muru") che lo ha portato a Roma.
Dunque, Tonino finalmente si é piazzato con la gioia di tanti .
Ci chiediamo: ma, ora, l'onorevole onorerà con la sua presenza la nostra città? Ritornerà a Partinico non più nottetempo ma alla luce del sole? Verrà ancora, come ebbe a fare prima delle elezioni d'Aprile senza essere più snobbato? Tenterà ancora di inaugurare altri Circoli del PD insieme a Beppe? Riuscirà a convincere al "rientro" quei recalcitanti rappresentanti del riformismo locale che dopo le comunali sono rimasti raminghi e continuano a singhiozzare a ritmo sostenuto e ripetere:"Ah, dura terra, perché non t'apristi?"
Ora, bisogna sapere, che i suoi stessi amici di Partito prima quelli del PCI, poi del PCI-PDS, poi ancora PDS, ancora ed ancora DS per abbracciare, infine, con il PD gli ex della Margherita, non avevano digerito che Tonino "savia 'nfilatu" cioé avesse fatto "carriera" solo perché aveva lungamente "portato la borsa ", come si suole dire di coloro che collaborano con i Deputati, di Antonello. Di costui aveva mutuato tutto: gesti, inflessione di voce, movimento delle mani. Tecnica discorsiva, tattiche e strategie diventandone, appendice, orpello, addirittura l'ombra. Tu dici Antonello. Ma Antonello chi? No, non il nostro "ventottomila e rotti" classe 1960, definito da La Repubblica come "il re delle preferenze" nato a Palermo ma con accento vagamente dell'agrigentino (quel malizioso di Cintola sostiene che volle copiare in tutto e per tutto, Totò) ma l'altro Antonello.
Quello che fin da piccolo volle fare il comunista ma che si rese subito conto che per "salire" sempre più in alto il comunismo non poteva mai servire e, dunque, doveva battere altre strade.
Per cui, si adoperò, insieme a tanti altri, per liquidare prima il PCI, poi il PCI-PDS, poi ancora il PDS, ancora e poi ancora i DS per abbracciare anche lui, infine, gli ex della DC ed iniziare un percorso nel PD all'insegna del suo ultimo, suggestivo slogan elettorale "SERENI voltiamo pagina".
Lo slogan campeggiava a Palermo e nei Comuni della Provincia qualche mese prima che fossero state composte le Liste elettorali del nuovo Partito (come aveva saputo che sarebbe stato candidato all'ARS, resta un mistero per tutti) su di una serie di luminosi, fantasmagorici, costosi ma accattivanti alessiani 6x6 che fecero rivoltare nella tomba i braccianti, i sindacalisti, gli operai comunisti uccisi dalla mafia o dal piombo della Polizia, e soprattutto i diffusori dell'Unità, i distributori di volantini a ciclostile se non addirittura scritti a mano.
Ma ritorniamo a "Tonino" giovane dalla scorza dura seppur dal fisico "pesante" con un passato nella FGCI (non la Federazione del calcio ma quella dei Giovani comunisti del PCI) ma sempre con ruolo di gregario seppur appartenente ad una famiglia di lunga tradizione comunista. Il nonno fu uno dei fondatori del PCI a Monreale e dirigente delle Camera del Lavoro.
Tonino, però, a diffrenza del suo Antonello che iniziò da consigliere di Circoscrizione divenendo poi consigliere comunale a Palermo, Assessore di Orlando ed infine approdato all'ARS, non poté mai essere eletto anche se si presentò per il Consiglio di Monreale e per quello provinciale. Tonino registrò una serie di sonore trombature. Dunque il neo Deputato é un giovane dalla scorza dura e di lunga gavetta e fu anche per questo che Antonello lo fece nominare in sua vece, prima Segretario regionale dei DS e poi Vice nel PD, cariche che gli consentirono di agguantare quel sospirato settimo posto (come a dire: 'a limitu e muru") che lo ha portato a Roma.
Dunque, Tonino finalmente si é piazzato con la gioia di tanti .
Ci chiediamo: ma, ora, l'onorevole onorerà con la sua presenza la nostra città? Ritornerà a Partinico non più nottetempo ma alla luce del sole? Verrà ancora, come ebbe a fare prima delle elezioni d'Aprile senza essere più snobbato? Tenterà ancora di inaugurare altri Circoli del PD insieme a Beppe? Riuscirà a convincere al "rientro" quei recalcitanti rappresentanti del riformismo locale che dopo le comunali sono rimasti raminghi e continuano a singhiozzare a ritmo sostenuto e ripetere:"Ah, dura terra, perché non t'apristi?"
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