giovedì 6 giugno 2013

VOTO DI SCAMBIO ,ABUSO DI UFFICIO ED ULTIME MASCALZONATE ELETTORALI









PUBBLICHIAMO UN DOCUMENTO DI GIANLUCA RICUPATI E VALENTINA SPECIALE SUL VOTO DI SCAMBIO A PARTINICO E L’ABUSO D’UFFICIO.E PRESENTATO ALLA POLIZIA DI STATO DELLA NOSTRA CITTA'

INTANTO RACCONTIAMO L’ULTIMA MASCALZONATA. Ma prima  incominciamo con la penultima . A quanto pare ,e si apprende da radio fante ,ci sarebbe un assessore che convoca nel suo ufficio i poveri che al Comune si rivolgono per avere assistenza -si dice a dieci a dieci- per invitarli a votarlo e votare ovviamente il sindaco. E' chiaro che tutto avviene alla luce del sole nel senso che  non viene esercitata alcuna pressione ma con ragionamenti di altissimo livello si cerca di persuaderli al fine di assicurarsi una continuità politica che possa garantire loro la sopravvivenza . Ovviamente si tratta di una lecita azione(sic!) volta ad assicurare la continuità con quello che é stato fatto in questi cinque anni.
L'ultima invece la raccontiamo cosi' :é risaputo che, chiusi i seggi ed espletate le incombenze, i Presidenti fanno pervenire al seggio n.1 i verbali degli scrutini. In questo seggio avviene la conta dei voti, l’assegnazione degli stessi ai singoli candidati sindaci e ai singoli candidati consiglieri e alla fine avviene la proclamazione di coloro che vincono a primo turno o vanno al ballottaggio oltre che assegnati i primi quozienti alle Liste. Un'operazione abbastanza delicata e seria al punto che il Tribunale nomina IN QUEL SEGGIO un funzionario che ha il compito di presiedere i lavori ed ovviamente garantire l'imparzialità di tutte le operazioni. Ora accade che se un nominato dal Tribunale rinuncia ,a pochissimi giorni della costituzione dei segg,i alla nomina non sarà più il Tribunale a nominare IL SOSTITUTO MA IL SINDACO a suo giudizio insindacabile  E' CHIARO IL GIOCHETTO? ANCHE QUESTO E' ACCADUTO NEL NOSTRO COMUNE.

SOS PER UN VOTO LIBERO, CONTRO IL VOTO DI SCAMBIO E L'ABUSO D'UFFICIO




Siamo indignati. Anche quest'ultima campagna elettorale, come le precedenti, è stata caratterizzata troppo spesso da squallidi meccanismi clientelari, da promesse e ricatti che fanno leva sullo stato di bisogno e necessità  delle persone in difficoltà.
C'è chi  pretende il voto (controllato) dal proprio dipendente pena il licenziamento in tronco.
C'è chi  convoca in improvvisate riunioni corsisti e/o lavoratori per  dire ai primi che se vogliono avere speranza di lavorare bisogna votare  Tizio o Caio e ai secondi di stare attenti a chi sostengono se quel lavoro, spesso persino umiliante, vogliono comunque tenerselo stretto.
C'è chi ha il coraggio di promettere posti in cooperative, società, addirittura enti locali.
C'è chi arriva persino ad abusare della propria posizione istituzionale per mettere in atto sistemi di pressioni allucinanti per cui al voto corrisponde l'adempimento dell'ente ad un servizio che in realtà è diritto: lo fanno a danno di persone che vivono ai limiti della fame.
C'è chi  i voti se li compra addirittura, promettendo pagamenti a chi si offre come rappresentante di lista per presidiare i seggi nello scrutinio del 10 giugno.
C'è chi  arriva a Partinico dal nord, in occasione di ogni campagna elettorale, promettendo migliaia di posti di lavoro in realtà inesistenti.
C'è chi  mette elementi malamente interpretabili addirittura negli spot elettorali.
Tutti sanno tutto, ma nessuno ha finora avuto il coraggio di dire basta.
Noi vogliamo farlo, con la consapevolezza che, malgrado appunto a Partinico si sappia bene come funzionino le cose, ciò che stiamo dicendo è molto grave  perché stiamo scrivendo nero su bianco che, in parte, il voto partinicese è manipolato da strumenti vili e inconcepibili.
Quando si parla di ricatti è sempre difficile riuscire a certificare quel che si afferma: si entra in un una rete di paura, omertà, rischi, a volte speranze  che è difficile rompere. Per questo il nostro è un vero e proprio S.O.S., una  denuncia che invoca controlli e giustizia.
Ci rivolgiamo alle forze dell'ordine, dalla Polizia Municipale ai Carabinieri, dalla Guardia di Finanza alla Polizia di Stato  affinché avviino dei controlli, presidino (nei limiti del possibile) gli uffici pubblici dove potrebbero verificarsi episodi di questo genere, chiedendo conto e ragione di improvvise convocazioni che altro non sono se non improvvisati comizi elettorali cui si è obbligati ad assistere, oltre che rispondere.
Per quel che ci riguarda, proveremo a rendere queste segnalazioni delle denunce. 
E vigileremo da cittadini indignati da questo modo di far politica.
A costoro, elementi deviati della politica, diciamo di stare attenti: le loro malefatte non passeranno sempre sotto silenzio. Arriverà il tempo della giustizia e della legalità, parola abusata e violentata troppo stesso addirittura dagli stessi personaggi.



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