C'é stato un passaggio dell'interessante Relazione di Giusto Catania (che lascia la Segreteria) al Congresso Provinciale di Rifondazione, iniziato ieri a Palermo che ha fatto riferimento all'on. Lombardo Presidente della Regione Siciliana. Giusto ha voluto sottolineare la "pericolosità" politica di Lombardo, rispetto al folkloristico Totò Cuffaro, non perché allievo anche lui dell'on. Mannino, né per il fatto d'essere stato anche lui democristiano, quanto piuttosto perché Lombardo rappresenta L'AMBIGUITA' DI UNA CLASSE DIRIGENTE SICILIANA che da un lato é parte integrante del centro destra e dall'altro sbandiera ai quattro venti una ipotetica AUTONOMIA dalle forze politiche di governo che, nei fatti, non esiste.
Lombardo protesta, MA SOLO VERBALMENTE (e per questo risulta ambiguo) nei confronti del Governo nazionale che sottrae risorse al sud, e nello specifico alla Sicilia che viene fortemente penalizzata, mentre il suo Movimento continua a sostenere il Governo, ne condivide le scelte e dunque ha la stessa identica responsabilità del PdL.
Lombardo potrebbe diventare POLITICAMENTE CREDIBILE solo se mettesse in campo CONCRETE iniziative contro il Governo nazionale (non necessariamente ponendosi all'opposizione dello stesso) ed allora ci convincerebbe che la sua E' VERA AUTONOMIA, CHE VUOLE IL RISCATTO DELLA NOSTRA TERRA, CHE GOVERNA A SOSTEGNO DEGLI INTERESSI SICILIANI.
Ma, purtroppo ad oggi almeno, così non é. Dunque possiamo dire che si tratta, appunto, di un modo ambiguo e dunque politicamente pericoloso di esercitare un ruolo di governo buono soltanto a mantenere i siciliani in una condizione di forte subordinazione elettorale.
Agli elettori, infatti, arrivà il messaggio di un Governatore dalla parte dei cittadini e contro la cosidetta "Roma ladrona", mentre in effetti si continua ad esercitare il potere subendo i provvedimenti del Governo Berlusconi senza fiatare.
Ma si può essere al governo e contestare, a questo, dei provvedimenti dannosi quando non legittimi? Io credo che SI PUO' se questo serve a mantenere alta l'attenzione e la coscienza dei cittadini nei confronti dei problemi, se questo rappresenta UN MODO di partecipare per imporre una GIUSTA volontà popolare.
Non così la pensano tante forze politiche, compreso il PD, che protestò con forza contro Rifondazione quando il Partito portò in piazza un milione di compagni organizzando una manifestazione NON CONTRO il Governo Prodi ma perché quel governo ONORASSE gli impegni assunti con il mondo del lavoro, dei giovani, dei disoccupati , dei pensionati. Cioé tutti quelli che avevano votato "a sinistra".
E questa logica, molto forte negli ex democristiani ancora presenti nel PD, mi riporta indietro negli anni quando Sindaco di Partinico fu Giovanni Di Trapani.
Giovanni era, notoriamente, un democristiano "anomalo" nel senso che spesso non si atteneva alle direttive di Partito quando queste non gli risultavano condivisibili. Forse fu per questo che, conclusa la consiliatura, alle successive elezioni comunali non solo non fu più indicato quale Sindaco ma non fu nemmeno eletto più consigliere comunale in una DC che eleggeva chi voleva soprattutto coloro i quali nel Partito avevano un ruolo ed un prestigio. E Giovanni aveva l'uno e l'altro.
Ma quel Partito non consentiva deroghe ad una linea che era: o dentro o fuori il governo della città. Una linea ribaltata dal PCI che aveva coniato, invece, un 'affascinante quanto rivoluzionaria definizione e cioé che si poteva essere contemporaneamente PARTITO DI LOTTA E PARTITO DI GOVERNO. Il tuo Governo non rispetta gli impegni assunti e dunque tu elettore, militante, sostenitore hai il diritto di contestarlo.
Ma cosa intendeva fare Giovanni Di Trapani e perché pagò in quel modo così pesante che gli troncò una "carriera" politica? Intendeva, da Sindaco, fare una nobilissima cosa: difendere i nostri agricoltori dai disatrosi provvedimenti di un Governo a guida democristiana che intendeva penalizzare la nostra agricoltura.
Giovanni contro quei provvedimenti e dunque contro quel Governo organizzò una manifestazione dichiarando di volere occupare, insieme ai contadini, la ferrovia ed impedire il passaggio dei treni. Una protesta clamorosa, una protesta "comunista" che poteva diventare, però, un caso nazionale. Ovviamente dovette desistere.
Farebbe bene, oggi, il Presidente della Regione a fare come intese fare il Sindaco Di Trapani?
Io penso di si. Ma, in questo caso, ovviamente Lombardo dovrebbe DEFINITIVAMENTE dimenticare d'essere ancora ad oggi un democratico cristiano. Il che gli viene molto, ma molto difficile.
Toti Costanzo
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