Un po' di storia. Nel 1946 il commediografo Guglielmo Giannini fonda il movimento antipartito dell'Uomo qualunqe. Giannini col suo movimento raccolse il malcontento dei cittadini italiani nei confronti dei partiti di allora e ottenne un notevole successo per le elezioni dell'Assemblea Costituente (5,3 %). Dopo qualche anno, col cresecere dello scontro ideologico tra le sinistre e la DC il movimento fu assorbito nello schieramento di centro.
Se queste sono le referenze storiche del qualunquismo, ben altre sono oggi le implicazioni denotative di questo termime. Vocabolario alla mano, qualunquismo è un "atteggiamento di indifferenza o sfiducia nei confronti della politica e del sistema dei partiti, che si manifesta in prese di posizioni semplicistiche nei confronti dello stato o del governo" (Grande Dizionario Italiano Garzanti, 2007, voce: qualunquismo).
Fatte queste premesse, andiamo a noi, a Partinico alla cittadina governata da una giunta che (parole quasi testuali del sindaco Lo Biundo) è voluta uscire fuori dagli "ismi", da ogni tipo di caratterizzazione idelogica. Ma bravo il nostro sindaco! Ha capito tutto della politica, tanto lo ha capito da abbandonarla del tutto per abbracciare un comodo e meno compromettente abito camaleontico del politicantismo. Si tratta del consolidato cliché della politica fatta a suon di compromessi a gogò, di frasi vuote che auspicano un non ben definito "bene del cittadino", di un qualunquismo, (ecco la parola) ideologico che è il logico corollario di un gioco di potere privo di altri riferimenti pratici che non siano gli interessi dei gruppi dominanti. Dove sono finiti la coerenza etica, il progetto di una società fondato su di una fede politica dichiarata e scevra di qualsiasi ambiguità? Cosa significa oggi "fare politica", dichiararsi di destra o di sinistra? Lo vorrei chiedere a tutti coloro che hanno fatto dell'opportunismo politico la propria bandiera in modo così scoperto e plateale che mi assale l'atroce dubbio che questi personaggi non abbiano la più pallida idea di quale sia la gravità politica del loro comportamento. Lo vorrei chiedere, soprattutto a coloro che si sono dichiarati e continuano a dichiararsi di sinistra e che oggi sono dentro lo schieramento politico di Lo Biundo. Posso già immaginare il tenore delle loro risposte (e in realtà ne ho già sentite alcune) infarcite di improbabili e poco convincenti "ragionamenti politici", di "logiche del compromesso" per il "bene del paese", di "lungimiranza politica" che riesce a vedere lontano, ma non si accorge di quello che sta accadendo nel presente negli animi dei cittadini che non ci capiscono più niente di politica.
E come dar loro torto? Un sindaco di centrosinistra che viene sfiduciato anche dai suoi ex alleati (di centrosinistra); pezzi del Pd che si trasferiscono in massa nella melassa politica dello schieramento Lo Biundo; i Verdi che sembrano divertirsi a fare la parte del jolly che, come in alcuni giochi di carte, assume qualsiasi valore e colore; la Pdl che è dilaniata da lotte intestine emerse con chiarezza nella vicenda della candidatuta Giordano. "La politica è una cosa complessa", rispondono gli addetti ai lavori.
No, non è così. La politica diventa complessa quando si trasforma in "politicantismo", quando diventa qualunquismo strumentale, utile a nascondere dietro di esso interessi privati e logiche di potere.
Per questo io dico torniamo alla politica e combattiamo con tutte le nostre forze i tentativi di mistificazione nei confronti di essa e soprattutto il qualunquismo.
Se queste sono le referenze storiche del qualunquismo, ben altre sono oggi le implicazioni denotative di questo termime. Vocabolario alla mano, qualunquismo è un "atteggiamento di indifferenza o sfiducia nei confronti della politica e del sistema dei partiti, che si manifesta in prese di posizioni semplicistiche nei confronti dello stato o del governo" (Grande Dizionario Italiano Garzanti, 2007, voce: qualunquismo).
Fatte queste premesse, andiamo a noi, a Partinico alla cittadina governata da una giunta che (parole quasi testuali del sindaco Lo Biundo) è voluta uscire fuori dagli "ismi", da ogni tipo di caratterizzazione idelogica. Ma bravo il nostro sindaco! Ha capito tutto della politica, tanto lo ha capito da abbandonarla del tutto per abbracciare un comodo e meno compromettente abito camaleontico del politicantismo. Si tratta del consolidato cliché della politica fatta a suon di compromessi a gogò, di frasi vuote che auspicano un non ben definito "bene del cittadino", di un qualunquismo, (ecco la parola) ideologico che è il logico corollario di un gioco di potere privo di altri riferimenti pratici che non siano gli interessi dei gruppi dominanti. Dove sono finiti la coerenza etica, il progetto di una società fondato su di una fede politica dichiarata e scevra di qualsiasi ambiguità? Cosa significa oggi "fare politica", dichiararsi di destra o di sinistra? Lo vorrei chiedere a tutti coloro che hanno fatto dell'opportunismo politico la propria bandiera in modo così scoperto e plateale che mi assale l'atroce dubbio che questi personaggi non abbiano la più pallida idea di quale sia la gravità politica del loro comportamento. Lo vorrei chiedere, soprattutto a coloro che si sono dichiarati e continuano a dichiararsi di sinistra e che oggi sono dentro lo schieramento politico di Lo Biundo. Posso già immaginare il tenore delle loro risposte (e in realtà ne ho già sentite alcune) infarcite di improbabili e poco convincenti "ragionamenti politici", di "logiche del compromesso" per il "bene del paese", di "lungimiranza politica" che riesce a vedere lontano, ma non si accorge di quello che sta accadendo nel presente negli animi dei cittadini che non ci capiscono più niente di politica.
E come dar loro torto? Un sindaco di centrosinistra che viene sfiduciato anche dai suoi ex alleati (di centrosinistra); pezzi del Pd che si trasferiscono in massa nella melassa politica dello schieramento Lo Biundo; i Verdi che sembrano divertirsi a fare la parte del jolly che, come in alcuni giochi di carte, assume qualsiasi valore e colore; la Pdl che è dilaniata da lotte intestine emerse con chiarezza nella vicenda della candidatuta Giordano. "La politica è una cosa complessa", rispondono gli addetti ai lavori.
No, non è così. La politica diventa complessa quando si trasforma in "politicantismo", quando diventa qualunquismo strumentale, utile a nascondere dietro di esso interessi privati e logiche di potere.
Per questo io dico torniamo alla politica e combattiamo con tutte le nostre forze i tentativi di mistificazione nei confronti di essa e soprattutto il qualunquismo.
Mimmo Neri
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