SPIGOLANDO UNO
- Lo incontrammo, don Petru, all'interno di un seggio elettorale durante lo scrutinio. Fu alle elezioni comunali del 2005 che elesse Motisi. "Come é andata?" gli abbiamo chiesto. "E' andata male!" fu la risposta repentina.
Come si usa fare in questi frangenti cercammo parole di circostanza ed ovviamente di conforto. I muscoli facciali di un volto bruciato dal sole esposto, da decenni, ai suoi forti raggi ebbe una repentina contorsione. La sua mano rimasta parzialmente ruvida perché sottoposta a decenni di lavorio si posò sul petto e, ancora ad oggi, non sappiamo se minacciosa oppure no: "Vuatri comunisti aviti 'a sapiri ca' a don Petru 'un nu' futti nuddu. Acchianai, acchianai 'un ti preoccupari. E cu' mmia aviti a cummattiri".
Mi lasciò a bocca semiaperta mentre lui continuava un giro di abbracci e baci così come da noi si usa quando bisogna manifestare gioia per l'ottenimento di un risultato fortemente desiderato.
Lo rividi in questi giorni. Non lui, ma la sua immagine affissa ancora ad oggi, ad un palo della luce pubblica e vicino la sua abitazione. Un'immagine piccola piccola rispetto a quelle di altri candidati che sorridenti, spavaldi o pensierosi con la mano sotto il mento, chiedevano il voto.
Una piccola immagine, quello di don Petru, che a guardarla faceva quasi tenerezza. Mi fermai a contemplarla con rispetto e con rispetto gli chiesi:"Come é andata?"
Questa volta don Petru non mi rispose. Ovviamente non solo perché non poteva.
SPIGOLANDO DUE
- Lo vogliamo affermare urbi et orbi. Dopo avere letto la notizia che il neo senatore Totò Cuffaro era stato assediato dentro la sua macchina, in una via di Palermo, da una schiera di forestali inferocita intendiamo manifestare a Totò la nostra incondizionata e forte solidarietà.
Perché? Ma perché dopo averli assunti a diecine di migliaia, inseriti negli organici della Regione, verificato che il loro ruolo é quasi nullo in quanto ad ogni estate la Sicilia brucia (qualcuno tra questi, addirittura, é stato preso, come si suol dire, "con il fuoco nel sacco") hanno avuto l'ardire di contestarlo. Lui, per decenni dio della Regione, lui Totò vasa-vasa che li avrà vasato chissà quante volte, lui che quando era "un potente" gli facevano arrivare cati di sciampagne e vacuna di cannola, lui Totò che non sapeva dire mai di no a nessuno.
Oggi, Totò, é un "povero" quanto inutile senatore dell'UDC, per giunta in un Partito che a Roma si é posto contro il Cavaliere per cui non serve più: non serve ai forestali, agli ex LSU, agli ex articolisti, agli ex di tutto che lui infilò, ad abuntantiam, nelle maglie di ogni Assessorato. Oggi servono Antonello, Antonino, Francesco, Dore, Giovanni.
Oggi Totò ha toccato, con mano, il suo declino verificando quello che tutti, compresa la sua mamma, gli dicevano: "Totò, 'un ti inni iri a Roma, resta cca'. Resta 'mpaliermu ".
Ed é per questo, mentre gli altri gridano "abbasso", noi che gli siamo stati feroci avversari, che lo abbiamo combattuto, che lo abbiamo contestato, che lo abbiamo contrastato con forza gridiamo :"Totò, sei tutti noi!".
SPIGOLANDO TRE
- Il tavolo, ieri l'altro, era rappresentato da Lei che aveva scritto il libro, da Lui che aveva vissuto tutte le fasi della vita del Centro studi, le sofferenze dei nostri contadini e delle popolazioni del Belice, le difficoltà di Danilo. E poi insieme a lei e a lui, al tavolo, c'erano gli "altri" uno dei quali, come Giuda,vendette Danilo per trenta denari nel senso che aveva contribuito a crocifiggerlo dandolo in pasto alla stampa di una borghesia italiana che aveva SEMPRE denigrato Danilo "perché comunista" e perché aveva offeso "il popolo siciliano con le sue vergognose inchieste".
Dunque onore agli organizzatori dell'evento, onore a LEI, onore a LUI, e disprezzo, disprezzo senza appello per L'ALTRO!
Sala Rossa
1 commento:
il veicolo cieco che farà ora?
Posta un commento